Le pellicole in PVC per la conservazione degli alimenti sono largamente utilizzate in ambito domestico ed industriale: per ottenere le peculiari proprietà meccaniche (elasticità, adesività), tali pellicole sono additivate con elevate quantità (5-30 %) di plastificanti, in particolar modo ftalati e adipati, il cui utilizzo ha portato a studiare in modo approfondito il loro effetto sulla salute dell’uomo(1).in termini di tossicità acuta, potenzialità cancerogena, nonché la possibile azione estrogenica in particolare di di-2-etilesil-ftalato (DEHP) e di 2-etilesil-adipato (DEHA), i plastificanti più usati. Proprio la presunta tossicità degli ftalati ha portato recentemente all’emanazione di norme che ne vietano di fatto l’impiego nei film destinati a contatto con alimenti grassi o oleosi(2) La normativa vigente(3) prevede limiti di migrazione globale per le plastiche per uso alimentare, e limiti di migrazione specifica per alcuni additivi. Tali valori di migrazione sono determinati in liquidi simulanti, in condizioni definite di tempo e temperatura. Non esistono invece metodiche ufficiali per la determinazione simultanea dei plastificanti nei film per alimenti, ma solo lavori sperimentali(4)(5). Per valutare sia la presenza effettiva di additivi che la quantità migrata in condizioni modello, è stato messo a punto un metodo di estrazione dei plastificanti in Soxhlet (1 g in 50 ml di etile acetato), e un’analisi dell’estratto in GC-FID (INJ 250°C splitless, DET 320°C, colonna MDN-5 30m x 0.25 ID, carrier HE @125 Kpa, programma 50°C/2 min, 40°C/min fino a 150°C, 8°C/min fino a 310°C/5 min): tale metodo consente di separare in 25 min e determinare sino a 16 plastificanti potenzialmente presenti nelle pellicole, con limiti di rilevabilità che vanno da 0.07 a 0.7 % in peso sulla plastica. L’efficienza del processo estrattivo è circa dell’ 88±10%, mentre l’analisi GC è lineare in un range da 10 a 100 mg/l di soluzione Il cromatogramma illustra la separazione dei 16 plastificanti analizzati (20 mg/l ciascuno) Sono stati analizzati 9 campioni di film estensibili in PVC, di varie marche, reperiti presso la grande distribuzione. Tutti i campioni esaminati presentano un contenuto complessivo in plastificanti variabile tra il 3 e il 10 % in peso e i composti rilevati sono stati principalmente tre: 1. acetil-tributil-citrato (ATBC) (1,5 ÷2 % in peso, sempre in associazione a DEHA); 2. di-etiesil-adipato (DEHA) (2 ÷ 8% in peso; in alcuni campioni rappresenta la totalità della quota di additivazione in plastificanti); 3. di-butil-ftalato (DBP) (variabile sino allo 0,5% in peso). I livelli di plastificanti estratti in Soxhlet sono stati confrontati con quelli ottenuti dalle prove di migrazione con simulanti grassi previsti dalla legge (etanolo 95%, e isoottano), sia nelle condizioni limite di legge (10 giorni a 5°C) sia per tempi più lunghi, (20, 30, 40 e 60 giorni), per valutare una possibile cinetica di rilascio per tempi prolungati, comunque ipotizzabili per l’uso corrente. I risultati relativi alle prove di migrazione hanno confermato l’elevato potere estraente del solvente simulante oleoso nei confronti dei plastificanti: per alcuni film si è verificato un superamento dei limiti di migrazione specifica imposti dalla legge, soprattutto per il DEHA, nonostante l’applicazione di particolari fattori di riduzione previsti (X/3, X/4, X/5), nell’ipotesi di una minore capacità estrattiva per taluni alimenti I risultati ottenuti con tempi fino a 60 giorni non evidenziano invece un aumento della migrazione: si può quindi ipotizzare che l’utilizzo dei film per avvolgere o contenere alimenti, anche per tempi prolungati, non rappresenterebbe un fattore di rischio per un’ulteriore assunzione di plastificanti con la dieta. Bibliografia (1) Sheftel V. O., “Indirect Food additives and Polymers. Migration and Toxicology”. Lewis Publishers, Washington DC (USA), (2000) (2) D.M. 17/12/1999 n.538, pubblicato su G.U. n.28 del 4/2...
M.Bonini, E.Errani, G. Zerbinati, S.Girotti (2004). Indagine sull’idoneità di pellicole per alimenti in relazione al contenuto ed alla cessione di plastificanti. PARMA : s.n.
Indagine sull’idoneità di pellicole per alimenti in relazione al contenuto ed alla cessione di plastificanti
GIROTTI, STEFANO
2004
Abstract
Le pellicole in PVC per la conservazione degli alimenti sono largamente utilizzate in ambito domestico ed industriale: per ottenere le peculiari proprietà meccaniche (elasticità, adesività), tali pellicole sono additivate con elevate quantità (5-30 %) di plastificanti, in particolar modo ftalati e adipati, il cui utilizzo ha portato a studiare in modo approfondito il loro effetto sulla salute dell’uomo(1).in termini di tossicità acuta, potenzialità cancerogena, nonché la possibile azione estrogenica in particolare di di-2-etilesil-ftalato (DEHP) e di 2-etilesil-adipato (DEHA), i plastificanti più usati. Proprio la presunta tossicità degli ftalati ha portato recentemente all’emanazione di norme che ne vietano di fatto l’impiego nei film destinati a contatto con alimenti grassi o oleosi(2) La normativa vigente(3) prevede limiti di migrazione globale per le plastiche per uso alimentare, e limiti di migrazione specifica per alcuni additivi. Tali valori di migrazione sono determinati in liquidi simulanti, in condizioni definite di tempo e temperatura. Non esistono invece metodiche ufficiali per la determinazione simultanea dei plastificanti nei film per alimenti, ma solo lavori sperimentali(4)(5). Per valutare sia la presenza effettiva di additivi che la quantità migrata in condizioni modello, è stato messo a punto un metodo di estrazione dei plastificanti in Soxhlet (1 g in 50 ml di etile acetato), e un’analisi dell’estratto in GC-FID (INJ 250°C splitless, DET 320°C, colonna MDN-5 30m x 0.25 ID, carrier HE @125 Kpa, programma 50°C/2 min, 40°C/min fino a 150°C, 8°C/min fino a 310°C/5 min): tale metodo consente di separare in 25 min e determinare sino a 16 plastificanti potenzialmente presenti nelle pellicole, con limiti di rilevabilità che vanno da 0.07 a 0.7 % in peso sulla plastica. L’efficienza del processo estrattivo è circa dell’ 88±10%, mentre l’analisi GC è lineare in un range da 10 a 100 mg/l di soluzione Il cromatogramma illustra la separazione dei 16 plastificanti analizzati (20 mg/l ciascuno) Sono stati analizzati 9 campioni di film estensibili in PVC, di varie marche, reperiti presso la grande distribuzione. Tutti i campioni esaminati presentano un contenuto complessivo in plastificanti variabile tra il 3 e il 10 % in peso e i composti rilevati sono stati principalmente tre: 1. acetil-tributil-citrato (ATBC) (1,5 ÷2 % in peso, sempre in associazione a DEHA); 2. di-etiesil-adipato (DEHA) (2 ÷ 8% in peso; in alcuni campioni rappresenta la totalità della quota di additivazione in plastificanti); 3. di-butil-ftalato (DBP) (variabile sino allo 0,5% in peso). I livelli di plastificanti estratti in Soxhlet sono stati confrontati con quelli ottenuti dalle prove di migrazione con simulanti grassi previsti dalla legge (etanolo 95%, e isoottano), sia nelle condizioni limite di legge (10 giorni a 5°C) sia per tempi più lunghi, (20, 30, 40 e 60 giorni), per valutare una possibile cinetica di rilascio per tempi prolungati, comunque ipotizzabili per l’uso corrente. I risultati relativi alle prove di migrazione hanno confermato l’elevato potere estraente del solvente simulante oleoso nei confronti dei plastificanti: per alcuni film si è verificato un superamento dei limiti di migrazione specifica imposti dalla legge, soprattutto per il DEHA, nonostante l’applicazione di particolari fattori di riduzione previsti (X/3, X/4, X/5), nell’ipotesi di una minore capacità estrattiva per taluni alimenti I risultati ottenuti con tempi fino a 60 giorni non evidenziano invece un aumento della migrazione: si può quindi ipotizzare che l’utilizzo dei film per avvolgere o contenere alimenti, anche per tempi prolungati, non rappresenterebbe un fattore di rischio per un’ulteriore assunzione di plastificanti con la dieta. Bibliografia (1) Sheftel V. O., “Indirect Food additives and Polymers. Migration and Toxicology”. Lewis Publishers, Washington DC (USA), (2000) (2) D.M. 17/12/1999 n.538, pubblicato su G.U. n.28 del 4/2...I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


