Circa un terzo dei carcinomi renali (RCC) presenta già metastasi al momento della diagnosi; di queste il 50% sono a carico dello scheletro. Nonostante l'escissione chirugica e la chemioterapia, la sopravvivenza a 5 anni è inferiore al 10% (1). La nefrectomia è un palliativo per i pazienti con metastasi scheletriche che hanno dolore intenso, alto rischio di fratture e di complicanze neurologiche conseguenti a lesioni spinali. Poiché le mestastasi ossee (MO) da RCC sono osteolitiche, distruttive e fortemente vascolarizzate, è logico pensare che un farmaco che agisca sia sull'angiogenesi che sull'osteolisi possa essere elettivo per l'arresto della patogenesi della malattia. Nelle MO è la mutua interazione tra le cellule tumorali dell'RCC da una parte, e cellule endoteliali dell'osso e gli osteoclasti dall'altra, che causa la crescita tumorale e la distruzione ossea. Da precedenti ricerche svolte nel nostro gruppo, è stato dimostrato che le cellule dell'RCC non esprimono RANK-L, membro della famiglia del TNF essenziale per l'osteoclastogenesi (2), ma piuttosto potrebbero indurre la distruzione ossea indirettamente attraverso l'endotelio che è in grado di secernere citochine osteolitiche. L'obiettivo di questo progetto è verificare, in un modello in vitro appropriato, se il trattamento con Interferone Alfa (IFN-a) possa contemporaneamente non solo inibire la proliferazione e la invasività delle cellule tumorali, ma anche l'osteoclastogenesi e l'angiogenesi indotta dal tumore. Tra tutti gli IFNs, IFN-gamma (IFN-g) e IFN-beta (IFN-b) sono già noti per essere in grado di inibire l'osteoclastogenesi e il riassorbimento osseo, tuttavia, non esistono informazioni sulla capacità dell'IFN-a di modulare il metabolismo osseo (3-5). IFN-g è in grado di inibire l'osteoclastogenesi attraverso il blocco della cascata del segnale attivata dal legame RANKL-RANK (6). L'IFN-b blocca il differenziamento osteoclastico attraverso l'inibizione della sintesi di c-Fos, fattore trascrizionale a valle della cascata del segnale che parte da RANK (7). Inoltre il rapporto tra RANKL e IFN-b è critico per il tessuto osseo: il legame di RANKL al suo recettore scatena un meccanismo a feed-back negativo per l'induzione della sintesi di IFN-b. L'IFN-a e IFN-b interagiscono con lo stesso recettore di membrana, al contrario dell'IFN-g che lega il recettore di membrana di tipo II. E' ragionevole pensare che l'IFN-a potrebbe impedire l'osteoclastogenesi attraverso lo stesso meccanismo dell'IFN-b. Nel trattamento dell'RCC gli IFNs sono già comunemente impiegati, in quanto inibiscono la proliferazione delle cellule tumorali, stimolano la risposta immunitaria ed amplificano l'espressione delle molecole del complesso maggiore di istocompatibilità. Inoltre il trattamento del carcinoma renale con IFNs è noto inibire anche l'angiogenesi (8). Tuttavia, l'IFN-a non è ancora stato considerato in particolare come farmaco nella prescrizione del trattamento di pazienti con RCC che presentano metastasi osteolitiche, nei quali, invece, la risposta al trattamento con IFN-a potrebbe migliorare notevolmente l'aspettativa di vita.

Interferone-alfa come farmaco anti-osteolitico nel trattamento delle metastasi ossee da carcinoma renale / Giunti A.. - (2004).

Interferone-alfa come farmaco anti-osteolitico nel trattamento delle metastasi ossee da carcinoma renale

GIUNTI, ARMANDO
2004

Abstract

Circa un terzo dei carcinomi renali (RCC) presenta già metastasi al momento della diagnosi; di queste il 50% sono a carico dello scheletro. Nonostante l'escissione chirugica e la chemioterapia, la sopravvivenza a 5 anni è inferiore al 10% (1). La nefrectomia è un palliativo per i pazienti con metastasi scheletriche che hanno dolore intenso, alto rischio di fratture e di complicanze neurologiche conseguenti a lesioni spinali. Poiché le mestastasi ossee (MO) da RCC sono osteolitiche, distruttive e fortemente vascolarizzate, è logico pensare che un farmaco che agisca sia sull'angiogenesi che sull'osteolisi possa essere elettivo per l'arresto della patogenesi della malattia. Nelle MO è la mutua interazione tra le cellule tumorali dell'RCC da una parte, e cellule endoteliali dell'osso e gli osteoclasti dall'altra, che causa la crescita tumorale e la distruzione ossea. Da precedenti ricerche svolte nel nostro gruppo, è stato dimostrato che le cellule dell'RCC non esprimono RANK-L, membro della famiglia del TNF essenziale per l'osteoclastogenesi (2), ma piuttosto potrebbero indurre la distruzione ossea indirettamente attraverso l'endotelio che è in grado di secernere citochine osteolitiche. L'obiettivo di questo progetto è verificare, in un modello in vitro appropriato, se il trattamento con Interferone Alfa (IFN-a) possa contemporaneamente non solo inibire la proliferazione e la invasività delle cellule tumorali, ma anche l'osteoclastogenesi e l'angiogenesi indotta dal tumore. Tra tutti gli IFNs, IFN-gamma (IFN-g) e IFN-beta (IFN-b) sono già noti per essere in grado di inibire l'osteoclastogenesi e il riassorbimento osseo, tuttavia, non esistono informazioni sulla capacità dell'IFN-a di modulare il metabolismo osseo (3-5). IFN-g è in grado di inibire l'osteoclastogenesi attraverso il blocco della cascata del segnale attivata dal legame RANKL-RANK (6). L'IFN-b blocca il differenziamento osteoclastico attraverso l'inibizione della sintesi di c-Fos, fattore trascrizionale a valle della cascata del segnale che parte da RANK (7). Inoltre il rapporto tra RANKL e IFN-b è critico per il tessuto osseo: il legame di RANKL al suo recettore scatena un meccanismo a feed-back negativo per l'induzione della sintesi di IFN-b. L'IFN-a e IFN-b interagiscono con lo stesso recettore di membrana, al contrario dell'IFN-g che lega il recettore di membrana di tipo II. E' ragionevole pensare che l'IFN-a potrebbe impedire l'osteoclastogenesi attraverso lo stesso meccanismo dell'IFN-b. Nel trattamento dell'RCC gli IFNs sono già comunemente impiegati, in quanto inibiscono la proliferazione delle cellule tumorali, stimolano la risposta immunitaria ed amplificano l'espressione delle molecole del complesso maggiore di istocompatibilità. Inoltre il trattamento del carcinoma renale con IFNs è noto inibire anche l'angiogenesi (8). Tuttavia, l'IFN-a non è ancora stato considerato in particolare come farmaco nella prescrizione del trattamento di pazienti con RCC che presentano metastasi osteolitiche, nei quali, invece, la risposta al trattamento con IFN-a potrebbe migliorare notevolmente l'aspettativa di vita.
2004
Interferone-alfa come farmaco anti-osteolitico nel trattamento delle metastasi ossee da carcinoma renale / Giunti A.. - (2004).
Giunti A.
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