Lo scritto muove dall’ipotesi per cui i tradizionali meccanismi di acquisizione, restituzione e uso della conoscenza sono divenuti oggi marginali rispetto alle nuove metodiche consentite dall’Information Technology (IT), che si muovono anziché a partire e verso sistemi discreti e localizzati (i tradizionali metodi di costruzione e divulgazione del sapere), tramite reti diffuse e strutture condivise e distribuite, caratterizzate da un grande accumulo d’informazioni e da quantità gigantesche di dati generati da ognuno di noi o da macchine. Questo fa sì che risultano ribaltati i tradizionali assunti di una presenza virtuale marginale confronto a quella degli oggetti reali, divenendo la prima ampiamente preponderante. Inaspettatamente, però, questo rovesciamento nella compresenza di reale e virtuale porta a una nuova condizione per cui la nostra conoscenza – fino ad oggi astrazione virtuale di un sistema estremamente complesso in grado di fornire solo poche ‘restituzioni’ idealizzate e concettualizzate – diviene molto più profonda e assai più simile a quelle che sono le reali dinamiche che ci circondano, permettendoci non solo di conoscerle, ma anche di comprenderle, di coglierne le peculiarità e realizzarne la riprogettazione con senso compiuto, lasciando l’intuizione (il metodo ancora più seguito) come solo strumento preliminare. In particolare, nell’ottica appena descritta, si affronterà la tematica del rilevamento dei sistemi urbani, intesi in un’accezione lata, osservando come lo spostamento dal reale al virtuale produca un reale spostamento della disciplina che muove da scienza in cui l’operatività sul campo è determinante e necessaria, a campo disciplinare in cui capacità di sintesi e di utilizzo di grandi masse di dati già generate sono gli attributi fondamentali. Disciplina in cui, quindi, per conoscere il reale è determinante sapersi muovere nel virtuale. Queste riflessioni, infine, si propongono di verificare le ricadute di questo spostamento del grado di virtualizzazione sulle dinamiche economiche e sociali contemporanee, ponendo il rilievo come un momento di un percorso più complesso che riguarda l’intero lifecycle del patrimonio edificato, ma anche come scenario culturale nel quale si definiscono ed attuano nuove forme di conoscenza complessa del reale virtualizzato e della realtà virtuale, dalla città virtuale al manufatto stesso che torna così ad essere centrale e non più soggetto gestito esternamente a se stesso come avviene oggi. Una storia che va nuovamente scritta e di cui questo può essere reputato un capitolo zero.

Smart City: dal rilievo ex-post al rilievo ex-ante / M. Gaiani. - STAMPA. - (2014), pp. 117-123.

Smart City: dal rilievo ex-post al rilievo ex-ante

GAIANI, MARCO
2014

Abstract

Lo scritto muove dall’ipotesi per cui i tradizionali meccanismi di acquisizione, restituzione e uso della conoscenza sono divenuti oggi marginali rispetto alle nuove metodiche consentite dall’Information Technology (IT), che si muovono anziché a partire e verso sistemi discreti e localizzati (i tradizionali metodi di costruzione e divulgazione del sapere), tramite reti diffuse e strutture condivise e distribuite, caratterizzate da un grande accumulo d’informazioni e da quantità gigantesche di dati generati da ognuno di noi o da macchine. Questo fa sì che risultano ribaltati i tradizionali assunti di una presenza virtuale marginale confronto a quella degli oggetti reali, divenendo la prima ampiamente preponderante. Inaspettatamente, però, questo rovesciamento nella compresenza di reale e virtuale porta a una nuova condizione per cui la nostra conoscenza – fino ad oggi astrazione virtuale di un sistema estremamente complesso in grado di fornire solo poche ‘restituzioni’ idealizzate e concettualizzate – diviene molto più profonda e assai più simile a quelle che sono le reali dinamiche che ci circondano, permettendoci non solo di conoscerle, ma anche di comprenderle, di coglierne le peculiarità e realizzarne la riprogettazione con senso compiuto, lasciando l’intuizione (il metodo ancora più seguito) come solo strumento preliminare. In particolare, nell’ottica appena descritta, si affronterà la tematica del rilevamento dei sistemi urbani, intesi in un’accezione lata, osservando come lo spostamento dal reale al virtuale produca un reale spostamento della disciplina che muove da scienza in cui l’operatività sul campo è determinante e necessaria, a campo disciplinare in cui capacità di sintesi e di utilizzo di grandi masse di dati già generate sono gli attributi fondamentali. Disciplina in cui, quindi, per conoscere il reale è determinante sapersi muovere nel virtuale. Queste riflessioni, infine, si propongono di verificare le ricadute di questo spostamento del grado di virtualizzazione sulle dinamiche economiche e sociali contemporanee, ponendo il rilievo come un momento di un percorso più complesso che riguarda l’intero lifecycle del patrimonio edificato, ma anche come scenario culturale nel quale si definiscono ed attuano nuove forme di conoscenza complessa del reale virtualizzato e della realtà virtuale, dalla città virtuale al manufatto stesso che torna così ad essere centrale e non più soggetto gestito esternamente a se stesso come avviene oggi. Una storia che va nuovamente scritta e di cui questo può essere reputato un capitolo zero.
2014
Atlante dell’Abitare Virtuale. Il Disegno della Città Virtuale, fra Ricerca e Didattica
117
123
Smart City: dal rilievo ex-post al rilievo ex-ante / M. Gaiani. - STAMPA. - (2014), pp. 117-123.
M. Gaiani
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