L'indagine della fortuna della novella di Ghismonda (Dec. IV, 1) deve essere integrata da uno studio complementare rivolto alla trattatistica sul gentiluomo e la nobiltà, fino al Forno, il più antico dei dialoghi tassiani, dove si confuta la teoria di Ghismonda, che riproponeva la teoria della nobiltà dell'animo di Andrea Cappellano, di Dante e degli stilnovisti. L'analisi contrastiva fa emergere, insieme con la distanza ideologica e culturale che separa il Tasso dal Boccaccio, gli antecedenti scritturali e patristici della formula con cui Ghismonda definisce la comune natura di tutti gli uomini ("massa di carne"): ma il Boccaccio, secondo un procedimento tipico della su ascrittura, ribalta parodicamente il lessico religioso, trasformando l'orazione di Ghismonda in una sorta di catechismo della carne.
G. Baffetti (2013). Tasso, Boccaccio e la nobiltà della carne. Bologna : Il Mulino.
Tasso, Boccaccio e la nobiltà della carne
BAFFETTI, GIOVANNI
2013
Abstract
L'indagine della fortuna della novella di Ghismonda (Dec. IV, 1) deve essere integrata da uno studio complementare rivolto alla trattatistica sul gentiluomo e la nobiltà, fino al Forno, il più antico dei dialoghi tassiani, dove si confuta la teoria di Ghismonda, che riproponeva la teoria della nobiltà dell'animo di Andrea Cappellano, di Dante e degli stilnovisti. L'analisi contrastiva fa emergere, insieme con la distanza ideologica e culturale che separa il Tasso dal Boccaccio, gli antecedenti scritturali e patristici della formula con cui Ghismonda definisce la comune natura di tutti gli uomini ("massa di carne"): ma il Boccaccio, secondo un procedimento tipico della su ascrittura, ribalta parodicamente il lessico religioso, trasformando l'orazione di Ghismonda in una sorta di catechismo della carne.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.