Il contributo sintetizza le vicende della pittura a Ferrara nella prima metà del Seicento ricostruendo il complesso tessuto di rapporti che ha unito gli artisti alle istituzioni religiose e alla committenza laica. In assenza della corte (trasferitasi a Modena nel 1598), la nobiltà e la borghesia, spinte dalle esigenze postconciliari che vedono la canonizzazione di nuovi santi e l'edificazione o la ristrutturazione di chiese e conventi, moltiplicano le richieste di dipinti, soprattutto pale d'altare, con nuove forme di devozione caratterizzate da una partecipazione viva e costante.
Ghelfi B (2013). Persistenze e innovazioni nella pittura ferrarese del Seicento (1600-1650). Ferrara : Edizioni Cartografica.
Persistenze e innovazioni nella pittura ferrarese del Seicento (1600-1650)
GHELFI, BARBARA
2013
Abstract
Il contributo sintetizza le vicende della pittura a Ferrara nella prima metà del Seicento ricostruendo il complesso tessuto di rapporti che ha unito gli artisti alle istituzioni religiose e alla committenza laica. In assenza della corte (trasferitasi a Modena nel 1598), la nobiltà e la borghesia, spinte dalle esigenze postconciliari che vedono la canonizzazione di nuovi santi e l'edificazione o la ristrutturazione di chiese e conventi, moltiplicano le richieste di dipinti, soprattutto pale d'altare, con nuove forme di devozione caratterizzate da una partecipazione viva e costante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.