L'echinococcosi cistica (EC), sostenuta da differenti ceppi di Echinococcus granulosus, è ancora oggi la più importante zoonosi parassitaria conosciuta, almeno nel bacino del Mediterraneo, dove trova condizioni ottimali al suo mantenimento, prevalentemente legato all'allevamento ovino tradizionale. Nella Regione Emilia-Romagna, il progressivo calo di questo tipo di impresa zootecnica e l'altrettanto progressiva riduzione degli stabilimenti di macellazione hanno lasciato all’uomo, ultimo anello della catena epidemiologica, il ruolo di indicatore della presenza della malattia. A fronte di una fondamentale carenza di dati relativi agli animali, macellati fuori regione, le casistiche mediche desunte dalle schede di dimissione ospedaliera indicano una costante presenza in regione della parassitosi ed indirizzano verso clusters di malattia geograficamente ben definiti (Battelli, et al. 2004, Ostanello et al, 2004). Le ricerche proposte tendono a colmare questo vuoto di conoscenze attraverso l'uso di uno strumento ormai divenuto familiare anche nella gestione dell'allevamento ovino: l'ecografo. Esso, utilizzato per la diagnosi di gravidanza, permette di individuare anche la presenza di cisti idatidee a livello epatico senza la necessità di sacrificare l'animale e, memorizzando le immagini, di seguirne lo sviluppo nel corso del tempo. Da sottolineare che l’uso dell’ecografia è già stato sperimentato in campo umano per la sorveglianza della EC e per la valutazione degli interventi di controllo. Al contempo la georeferenziazione delle aziende permetterà di utilizzare un sistema di analisi geografica computerizzata GIS (Geographic Information System) che, con la funzione satellitare RS (Remote Sensing), permetterà di correlare la prevalenza di EC con una serie di variabili climatiche ed ambientali in grado di influenzarne la presenza (Giannetto et al., 2004, Poglayen et al., 2004, Brianti et al, 2004)

Aggiornamenti sull'Idatidosi Cistica degli ovini in Emilia Romagna: uso dell'ecografia

POGLAYEN, GIOVANNI
2005

Abstract

L'echinococcosi cistica (EC), sostenuta da differenti ceppi di Echinococcus granulosus, è ancora oggi la più importante zoonosi parassitaria conosciuta, almeno nel bacino del Mediterraneo, dove trova condizioni ottimali al suo mantenimento, prevalentemente legato all'allevamento ovino tradizionale. Nella Regione Emilia-Romagna, il progressivo calo di questo tipo di impresa zootecnica e l'altrettanto progressiva riduzione degli stabilimenti di macellazione hanno lasciato all’uomo, ultimo anello della catena epidemiologica, il ruolo di indicatore della presenza della malattia. A fronte di una fondamentale carenza di dati relativi agli animali, macellati fuori regione, le casistiche mediche desunte dalle schede di dimissione ospedaliera indicano una costante presenza in regione della parassitosi ed indirizzano verso clusters di malattia geograficamente ben definiti (Battelli, et al. 2004, Ostanello et al, 2004). Le ricerche proposte tendono a colmare questo vuoto di conoscenze attraverso l'uso di uno strumento ormai divenuto familiare anche nella gestione dell'allevamento ovino: l'ecografo. Esso, utilizzato per la diagnosi di gravidanza, permette di individuare anche la presenza di cisti idatidee a livello epatico senza la necessità di sacrificare l'animale e, memorizzando le immagini, di seguirne lo sviluppo nel corso del tempo. Da sottolineare che l’uso dell’ecografia è già stato sperimentato in campo umano per la sorveglianza della EC e per la valutazione degli interventi di controllo. Al contempo la georeferenziazione delle aziende permetterà di utilizzare un sistema di analisi geografica computerizzata GIS (Geographic Information System) che, con la funzione satellitare RS (Remote Sensing), permetterà di correlare la prevalenza di EC con una serie di variabili climatiche ed ambientali in grado di influenzarne la presenza (Giannetto et al., 2004, Poglayen et al., 2004, Brianti et al, 2004)
2005
Poglayen G.
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