Malgrado da ameno due decenni si riconosca generalmente la gravità della situazione e la necessità di porvi rimedio, un quarto dei rifiuti complessivamente prodotti in Europa proviene ancora dalle costruzioni: la metà abbondante di essi finisce in discarica - continuando a contri-buire anche “post mortem” al consumo di territorio - meno di un terzo (in peso) trova qualche forma di riciclaggio, il resto viene smaltito nei modi e nei luoghi più vari, in parte illegalmente e spesso anche fungendo da “copertura” a rifiuti ben più pericolosi. Perché il riciclaggio diventi una pratica corrente, è necessario innanzitutto intervenire sulla ge-stione dei residui “in uscita” dalle attività di costruzione e demolizione (demolizione selettiva, separazione per frazioni omogenee, conferimento differenziato, trattamento), con lo scopo di limitare la produzione di rifiuti destinati allo smaltimento e, insieme, di alimentare i processi di riciclaggio con un flusso quanto più costante possibile di residui idonei ad essere trattati in modo efficiente. Cioè in grado di essere trasformati tramite processi economicamente plausibili – oltre che ambientalmente sostenibili – in materiali alternativi a quelli oggi perlopiù realizzati con materie prime vergini. Ridurre i rifiuti prodotti in cantiere e realizzarne una gestione razionale permette di migliorare sostanzialmente la sostenibilità ambientale dei processi edilizi: perché ciò avvenga è necessario che la gestione dei residui diventi oggetto della progettazione dell’intervento, di cui è parte a tutti gli effetti. Come oggi avviene in molti settori manifatturieri, si tratta di definire di un Programma di gestione rifiuti, che comprende – quando le attività del cantiere lo prevedono – anche un Progetto della demolizione. La ricerca VAMP ha messo a punto uno specifico strumento informatizzato di supporto alla redazione di un Piano di demolizione orientato a migliorare la sostenibilità di questa fase del processo, guidando il decisore verso la scelta della modalità di demolizione – e quindi del tipo di residuo – che nella specifica situazione operativa produce il minimo impatto ambientale.

Antonini E. (2005). La gestione dei residui dei processi di costruzione e demolizione. REGGIO CALABRIA : Falzea.

La gestione dei residui dei processi di costruzione e demolizione

ANTONINI, ERNESTO
2005

Abstract

Malgrado da ameno due decenni si riconosca generalmente la gravità della situazione e la necessità di porvi rimedio, un quarto dei rifiuti complessivamente prodotti in Europa proviene ancora dalle costruzioni: la metà abbondante di essi finisce in discarica - continuando a contri-buire anche “post mortem” al consumo di territorio - meno di un terzo (in peso) trova qualche forma di riciclaggio, il resto viene smaltito nei modi e nei luoghi più vari, in parte illegalmente e spesso anche fungendo da “copertura” a rifiuti ben più pericolosi. Perché il riciclaggio diventi una pratica corrente, è necessario innanzitutto intervenire sulla ge-stione dei residui “in uscita” dalle attività di costruzione e demolizione (demolizione selettiva, separazione per frazioni omogenee, conferimento differenziato, trattamento), con lo scopo di limitare la produzione di rifiuti destinati allo smaltimento e, insieme, di alimentare i processi di riciclaggio con un flusso quanto più costante possibile di residui idonei ad essere trattati in modo efficiente. Cioè in grado di essere trasformati tramite processi economicamente plausibili – oltre che ambientalmente sostenibili – in materiali alternativi a quelli oggi perlopiù realizzati con materie prime vergini. Ridurre i rifiuti prodotti in cantiere e realizzarne una gestione razionale permette di migliorare sostanzialmente la sostenibilità ambientale dei processi edilizi: perché ciò avvenga è necessario che la gestione dei residui diventi oggetto della progettazione dell’intervento, di cui è parte a tutti gli effetti. Come oggi avviene in molti settori manifatturieri, si tratta di definire di un Programma di gestione rifiuti, che comprende – quando le attività del cantiere lo prevedono – anche un Progetto della demolizione. La ricerca VAMP ha messo a punto uno specifico strumento informatizzato di supporto alla redazione di un Piano di demolizione orientato a migliorare la sostenibilità di questa fase del processo, guidando il decisore verso la scelta della modalità di demolizione – e quindi del tipo di residuo – che nella specifica situazione operativa produce il minimo impatto ambientale.
2005
Nuovi scenari per gli obiettivi di sostenibilità in edilizia. Il contributo del management ambientale. Atti di un percorso formativo
179
182
Antonini E. (2005). La gestione dei residui dei processi di costruzione e demolizione. REGGIO CALABRIA : Falzea.
Antonini E.
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