E’ ormai evidente che gli aspetti economici e quelli ambientali sono strettamente legati tra loro, si apre quindi una nuova fase in cui l’attività e lo sviluppo economico devono essere visti in armonia con la preservazione e la tutela dell’ambiente naturale. L’economia reale diventa quindi un sottoinsieme dell’economia dell’ambiente in cui tutti operiamo e viviamo. Se l’economia dell’ambiente si può considerare un sistema chiuso cioè confinato dai limiti naturali oggettivi (il pianeta Terra), è evidente che l’economia reale è per sua stessa natura un sistema aperto. Ciò significa che per funzionare, cioè fornire ricchezza di beni e di servizi ai suoi operatori, l’economia reale deve estrarre risorse (materie prime ed energia) dall’ambiente, lavorare queste risorse (trasformandole in prodotti finiti destinati al consumo), e ricollocare nell’ambiente grandi quantitativi di risorse consumate e/o chimicamente trasformate (rifiuti). Quante più risorse vengono estratte dall’ambiente e immesse nell’economia reale, tanto maggiore è la quantità di rifiuti nelle sue varie forme che viene ricollocata nell’ambiente. La conseguenza di questo ragionamento semplice e intuitivo è che l’economia reale è “limitata” e “vincolata” dalle capacità dell’ambente naturale di poterla sostenere. L’economia dell’ambiente mette quindi a nudo le velleità dell’Uomo illuminista del ‘700 che individuava l’ingegno umano come unico strumento limitante il raggiungimento della società perfetta.

L. Setti (2013). Energia e sostenibilità. Milano : Edizioni Ambiente.

Energia e sostenibilità

SETTI, LEONARDO
2013

Abstract

E’ ormai evidente che gli aspetti economici e quelli ambientali sono strettamente legati tra loro, si apre quindi una nuova fase in cui l’attività e lo sviluppo economico devono essere visti in armonia con la preservazione e la tutela dell’ambiente naturale. L’economia reale diventa quindi un sottoinsieme dell’economia dell’ambiente in cui tutti operiamo e viviamo. Se l’economia dell’ambiente si può considerare un sistema chiuso cioè confinato dai limiti naturali oggettivi (il pianeta Terra), è evidente che l’economia reale è per sua stessa natura un sistema aperto. Ciò significa che per funzionare, cioè fornire ricchezza di beni e di servizi ai suoi operatori, l’economia reale deve estrarre risorse (materie prime ed energia) dall’ambiente, lavorare queste risorse (trasformandole in prodotti finiti destinati al consumo), e ricollocare nell’ambiente grandi quantitativi di risorse consumate e/o chimicamente trasformate (rifiuti). Quante più risorse vengono estratte dall’ambiente e immesse nell’economia reale, tanto maggiore è la quantità di rifiuti nelle sue varie forme che viene ricollocata nell’ambiente. La conseguenza di questo ragionamento semplice e intuitivo è che l’economia reale è “limitata” e “vincolata” dalle capacità dell’ambente naturale di poterla sostenere. L’economia dell’ambiente mette quindi a nudo le velleità dell’Uomo illuminista del ‘700 che individuava l’ingegno umano come unico strumento limitante il raggiungimento della società perfetta.
2013
Il libro verde dello spreco in Italia: l'energia
31
54
L. Setti (2013). Energia e sostenibilità. Milano : Edizioni Ambiente.
L. Setti
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