Si ripercorre in modo originale la relazione fra donne, guerra, Resistenza, mettendo in evidenza l’importanza assunta dalla guerra, e da quella particolare guerra, per gli sviluppi di un rifiuto della guerra, prima, di una ribellione alla guerra, poi. Ineludibile risulta il nodo del consenso al regime fascista e del suo successivo sgretolarsi presso la maggior parte della popolazione italiana negli anni 1940-1943. Nonostante l’ampliarsi della struttura organizzativa del fascismo, dal 1941 e ancor più dal 1942, si può misurare il crescente dissenso delle donne dalla politica di guerra e dalla guerra. L’avvio dell’occupazione militare tedesca e il ritorno sulla scena di Benito Mussolini alla guida di un nuovo governo fascista, anche per le modalità di questo ritorno e delle prime decisioni governative, dilateranno il rifiuto della guerra, che assumerà sempre più le caratteristiche di una ribellione alla guerra. In questo nuovo contesto avviene una saldatura tra antifascismo politico, nelle sue diverse espressioni, e la popolazione comune, con andamenti differenziati. L’analisi non può, comunque, non far emergere la presenza di quanti, in questo caso quante, continuarono a riconoscersi in Mussolini. Un’importanza centrale per la storia delle donne acquistano, in questo senso, le due proposte per le donne avanzate, da una parte, dal nuovo governo fascista e dalle sua dirigenza femminile e, dall’altra parte, dalla Resistenza e dalla sua organizzazione femminile, i Gruppi di difesa della donna.
Donne, guerra, Resistenza
GANAPINI, LUIGI;GAGLIANI, DIANELLA;
2012
Abstract
Si ripercorre in modo originale la relazione fra donne, guerra, Resistenza, mettendo in evidenza l’importanza assunta dalla guerra, e da quella particolare guerra, per gli sviluppi di un rifiuto della guerra, prima, di una ribellione alla guerra, poi. Ineludibile risulta il nodo del consenso al regime fascista e del suo successivo sgretolarsi presso la maggior parte della popolazione italiana negli anni 1940-1943. Nonostante l’ampliarsi della struttura organizzativa del fascismo, dal 1941 e ancor più dal 1942, si può misurare il crescente dissenso delle donne dalla politica di guerra e dalla guerra. L’avvio dell’occupazione militare tedesca e il ritorno sulla scena di Benito Mussolini alla guida di un nuovo governo fascista, anche per le modalità di questo ritorno e delle prime decisioni governative, dilateranno il rifiuto della guerra, che assumerà sempre più le caratteristiche di una ribellione alla guerra. In questo nuovo contesto avviene una saldatura tra antifascismo politico, nelle sue diverse espressioni, e la popolazione comune, con andamenti differenziati. L’analisi non può, comunque, non far emergere la presenza di quanti, in questo caso quante, continuarono a riconoscersi in Mussolini. Un’importanza centrale per la storia delle donne acquistano, in questo senso, le due proposte per le donne avanzate, da una parte, dal nuovo governo fascista e dalle sua dirigenza femminile e, dall’altra parte, dalla Resistenza e dalla sua organizzazione femminile, i Gruppi di difesa della donna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.