Il fondamentale volume di Francesco Malaguzzi Valeri "L'architettura a Bologna nel Rinascimento", pubblicato nel 1899, non è più stato riedito; si tratta di un testo che, pur avendo aperto la strada agli studi dell'architettura bolognese dell'età "aurea", non ha visto riconosciuto il meritato successo. Eppure, a tutt'oggi non esiste un altro testo che possa aspirare a costituire un "manuale" altrettanto valido per chi voglia affrontare la conoscenza architettonica dell'epoca. Più in generale, lo studio ha portato a dimostrare che, Malaguzzi, insieme ad Adolfo Venturi e a Corrado Ricci, fu uno dei promotori più attivi del rinnovamento, in senso scientifico, della storiografia artistica nazionale, ispirato al modello svizzero-tedesco di Jacob Burchkardt e austriaco di Heinrich Geymuller e di Hans Semper. La ricerca si è sviluppata su due fronti: da un lato si sono approfonditi gli scritti dello studioso pubblicati nel corso degli anni Novanta dell'Ottocento fino ad arrivare al testo principale del 1899, analizzato con commenti analitici in appositi paragrafi ed aggiornato con gli studi critici più recenti; dall'altro si sono indagate le lettere, tutte inedite (biblioteche Panizzi di Reggio Emilia e Classense di Ravenna, Fondo Venturi dell’Archivio Della Scuola Normale di Pisa), inviate ad archivisti e storici dell'arte; il dialogo tra gli scritti e l'epistolario ha restituito una fotografia reale della figura dello studioso reggiano e ha permesso di ricostruirne il cammino attraverso le sfaccettature di un'identità in metamorfosi: da quella di archivista ed erudito cultore di storia patria, a quella di storico dell'arte, impegnato nella collaborazione con riviste specialistiche prestigiose (“Archivio Storico dell'Arte”, “Repertorium fur Kunstwissenchaft”), da quella di studioso istintivamente portato alla tutela del patrimonio culturale, a quella di conservatore ed attento riordinatore museale. Ricostruire la formazione di Malaguzzi, anche attraverso gli epistolari che dialogano con la rassegna degli scritti fino alla pubblicazione del volume sull'architettura bolognese ed individuarne i modelli che l'hanno orientato e poi guidato, ha permesso di rilevarne il metodo d'indagine e di comprenderne le scelte di comunicazione al pubblico, vestendo i panni del divulgatore, ma anche quelli dello studioso che, rivolgendosi al mondo accademico, eleva a letteratura critica l'accertamento scientifico del fatto artistico. Un particolare approfondimento è stato poi dedicato alla figura e all’opera di due importanti architetti-scultori: Pagno di Lapo Portigiani e Antonio Morandi detto il “Terribilia”, giudicati dallo stesso autore i più significativi per la storia dell’architettura bolognese. Partendo dal testo di Malaguzzi, si è tentato di ricostruirne le tappe della carriera basandosi sulle fonti e sui documenti, alcuni dei quali di prima mano e confrontandoli con la bibliografia più recente. Il volume ha contribuito ad introdurre al convegno di studi dal titolo “Francesco Malaguzzi Valeri (1867-1928) tra storiografia artistica, museo e tutela” che si è tenuto nel 2011 a Milano (Università Cattolica del Sacro Cuore e Pinacoteca di Brera) e a Bologna (Museo Civico Medievale e Pinacoteca Nazionale).
Valeria Rubbi (2010). L'architettura del Rinascimento a Bologna. Passione e filologia nello studio di Francesco Malaguzzi Valeri. Bologna : Editrice Compositori.
L'architettura del Rinascimento a Bologna. Passione e filologia nello studio di Francesco Malaguzzi Valeri
RUBBI, VALERIA
2010
Abstract
Il fondamentale volume di Francesco Malaguzzi Valeri "L'architettura a Bologna nel Rinascimento", pubblicato nel 1899, non è più stato riedito; si tratta di un testo che, pur avendo aperto la strada agli studi dell'architettura bolognese dell'età "aurea", non ha visto riconosciuto il meritato successo. Eppure, a tutt'oggi non esiste un altro testo che possa aspirare a costituire un "manuale" altrettanto valido per chi voglia affrontare la conoscenza architettonica dell'epoca. Più in generale, lo studio ha portato a dimostrare che, Malaguzzi, insieme ad Adolfo Venturi e a Corrado Ricci, fu uno dei promotori più attivi del rinnovamento, in senso scientifico, della storiografia artistica nazionale, ispirato al modello svizzero-tedesco di Jacob Burchkardt e austriaco di Heinrich Geymuller e di Hans Semper. La ricerca si è sviluppata su due fronti: da un lato si sono approfonditi gli scritti dello studioso pubblicati nel corso degli anni Novanta dell'Ottocento fino ad arrivare al testo principale del 1899, analizzato con commenti analitici in appositi paragrafi ed aggiornato con gli studi critici più recenti; dall'altro si sono indagate le lettere, tutte inedite (biblioteche Panizzi di Reggio Emilia e Classense di Ravenna, Fondo Venturi dell’Archivio Della Scuola Normale di Pisa), inviate ad archivisti e storici dell'arte; il dialogo tra gli scritti e l'epistolario ha restituito una fotografia reale della figura dello studioso reggiano e ha permesso di ricostruirne il cammino attraverso le sfaccettature di un'identità in metamorfosi: da quella di archivista ed erudito cultore di storia patria, a quella di storico dell'arte, impegnato nella collaborazione con riviste specialistiche prestigiose (“Archivio Storico dell'Arte”, “Repertorium fur Kunstwissenchaft”), da quella di studioso istintivamente portato alla tutela del patrimonio culturale, a quella di conservatore ed attento riordinatore museale. Ricostruire la formazione di Malaguzzi, anche attraverso gli epistolari che dialogano con la rassegna degli scritti fino alla pubblicazione del volume sull'architettura bolognese ed individuarne i modelli che l'hanno orientato e poi guidato, ha permesso di rilevarne il metodo d'indagine e di comprenderne le scelte di comunicazione al pubblico, vestendo i panni del divulgatore, ma anche quelli dello studioso che, rivolgendosi al mondo accademico, eleva a letteratura critica l'accertamento scientifico del fatto artistico. Un particolare approfondimento è stato poi dedicato alla figura e all’opera di due importanti architetti-scultori: Pagno di Lapo Portigiani e Antonio Morandi detto il “Terribilia”, giudicati dallo stesso autore i più significativi per la storia dell’architettura bolognese. Partendo dal testo di Malaguzzi, si è tentato di ricostruirne le tappe della carriera basandosi sulle fonti e sui documenti, alcuni dei quali di prima mano e confrontandoli con la bibliografia più recente. Il volume ha contribuito ad introdurre al convegno di studi dal titolo “Francesco Malaguzzi Valeri (1867-1928) tra storiografia artistica, museo e tutela” che si è tenuto nel 2011 a Milano (Università Cattolica del Sacro Cuore e Pinacoteca di Brera) e a Bologna (Museo Civico Medievale e Pinacoteca Nazionale).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.