1. MOTIVAZIONI E FINALITÀ Le finalità sono: 1) Introdurre gli alunni al metodo scientifico sperimentale, mediante la progettazione e l'esecuzione di semplici ma rigorose esperienze su metodiche basilari della chimica. 2) Informare gli alunni sulle scienze, facendogliele incontrare mediante esperimenti accattivanti sulle indagini forensi, con qualche "effetto speciale" che dia un tocco di aspetto ludico all'apprendimento. 3) Unire sperimentazione in prima persona e informazione sull'Università per guidare i ragazzi verso scelte consapevoli dopo il Diploma: continuare gli studi o no? Se sì, quale corso di Laurea scegliere? Con quali criteri? La motivazione sta nell’esperienza scientifica e didattica della responsabile dell’attività, che ha portato ad evidenziare come la piena consapevolezza di quali siano l’oggetto di indagine ed i metodi della chimica debba necessariamente passare attraverso lo svolgimento in prima persona di esperienze pratiche che siano in qualche modo ”divertenti”. Tale piena consapevolezza è necessaria affinché un diplomato effettui una scelta consapevole in merito al proprio percorso formativo post-diploma. 2. OBIETTIVI L’attività non ha l’obiettivo di insegnare agli alunni nozioni nuove. Lo scopo è partire dalle nozioni scientifiche apprese a scuola ed approfondirle con approccio meno scolastico e più accademico, ma sempre alla portata di un alunno non ancora diplomato, al fine di portarlo verso la consapevolezza di cosa sia l’oggetto di studio della chimica e di quale sia la sua importanza nel sapere universale. Su queste basi poggia l’obiettivo di orientamento: far capire ai ragazzi la natura di questa disciplina per dar loro strumenti per capire se essa sia tra i propri talenti naturali. Lo scopo finale è avere matricole di chimica che siano motivate e di talento. Riguardo all’effetto sugli insegnanti, essi hanno manifestato una significativa crescita professionale nell’interagire con docenti universitari. Spesso si tratta di insegnanti che non hanno una formazione universitaria in chimica: le attività qui proposte permettono loro di inquadrare meglio la disciplina e proporla ai loro alunni in modo più coinvolgente e interessante. 3. METODOLOGIA UTILIZZATA La progettazione avviene mediante incontri preliminari nei quali il docente unversitario valuta per ciascuna classe partecipante le conoscenze scientifiche già in possesso degli alunni, il programma didattico già da essi seguito ed i programmi didattici seguenti. Poiché ogni classe di alunni riceve una lezione frontale di 2 ore che è personalizzata sulla classe stessa, la progettazione serve a collocare l’attività PLS nel percorso scolastico degli alunni in modo armonioso e coerente. Inoltre si valuta quali tecniche analitiche siano meno note agli alunni in modo da mostrare loro qualcosa di nuovo rispetto alla scuola: l’esperienza di chimica quantitativa è opzionabile tra due (HPLC e AAS); quindi se per esempio se una classe ha già sperimentato l’AAS a scuola, allora la si farà esercitare su HPLC. Discorso dettagliato merita l’elaborazione statistica del dato analitico, la quale spesso è trattata marginalmente persino negli istituti tecnici: si approfondisce molto l’elaborazione dei dati e gli alunni vengono portati a svolgere lavoro individuale al calcolatore. Modalità di lavoro con gli studenti. Tutti gli alunni seguono una lezione introduttiva, nella quale vengono richiamati o spiegati i principi teorici alla base delle esperienze proposte e vengono date istruzioni su come svolgere il lavoro sperimentale. Dopo la lezione, i ragazzi vengono portati nel laboratorio chimico, dove svolgono esercitazioni lavorando in prima persona, a coppie, seguiti da insegnanti e tutori universitari. Al termine dell’esercitazione, i ragazzi passano in aula informatica, dove individualmente elaborano i dati da loro raccolti. Le esperienza proposte sono: 1) QUALITATIVA: ricerca di tracce di emoglobina mediante test al LUMINOLO; riconoscimento di droghe mediante TLC. 2) QUANTITATIVA: quantificazione di metalli nei residui dello sparo mediante AAS; analisi di eroina mediante HPLC. 4. ANALISI DEI RISULTATI E AUTOVALUTAZIONE Non è stata svolta verifica su tutti gli alunni. Il 2% degli alunni ha svolto un esame finale, con riconoscimento di 2 CFU. Esso prevedeva una relazione scritta e la discussione davanti ad una commissione composta dall’insegnante di riferimento e dalla responsabile dell’attività PLS. Buona parte dei partecipanti ha compilato il questionario sul grado di interesse e di soddisfazione. L’andamento crescente nel tempo del numero di alunni partecipanti (fino a 800 l’anno) è coerente con le impressioni raccolte da testimonianze degli insegnanti: gli alunni che hanno partecipato all’attività PLS hanno successivamente svolto le verifiche di classe con maggiore profitto.

Esperienze di chimica analitica forense

MELUCCI, DORA;CASOLARI, SONIA;TORRONI, SANDRO
2013

Abstract

1. MOTIVAZIONI E FINALITÀ Le finalità sono: 1) Introdurre gli alunni al metodo scientifico sperimentale, mediante la progettazione e l'esecuzione di semplici ma rigorose esperienze su metodiche basilari della chimica. 2) Informare gli alunni sulle scienze, facendogliele incontrare mediante esperimenti accattivanti sulle indagini forensi, con qualche "effetto speciale" che dia un tocco di aspetto ludico all'apprendimento. 3) Unire sperimentazione in prima persona e informazione sull'Università per guidare i ragazzi verso scelte consapevoli dopo il Diploma: continuare gli studi o no? Se sì, quale corso di Laurea scegliere? Con quali criteri? La motivazione sta nell’esperienza scientifica e didattica della responsabile dell’attività, che ha portato ad evidenziare come la piena consapevolezza di quali siano l’oggetto di indagine ed i metodi della chimica debba necessariamente passare attraverso lo svolgimento in prima persona di esperienze pratiche che siano in qualche modo ”divertenti”. Tale piena consapevolezza è necessaria affinché un diplomato effettui una scelta consapevole in merito al proprio percorso formativo post-diploma. 2. OBIETTIVI L’attività non ha l’obiettivo di insegnare agli alunni nozioni nuove. Lo scopo è partire dalle nozioni scientifiche apprese a scuola ed approfondirle con approccio meno scolastico e più accademico, ma sempre alla portata di un alunno non ancora diplomato, al fine di portarlo verso la consapevolezza di cosa sia l’oggetto di studio della chimica e di quale sia la sua importanza nel sapere universale. Su queste basi poggia l’obiettivo di orientamento: far capire ai ragazzi la natura di questa disciplina per dar loro strumenti per capire se essa sia tra i propri talenti naturali. Lo scopo finale è avere matricole di chimica che siano motivate e di talento. Riguardo all’effetto sugli insegnanti, essi hanno manifestato una significativa crescita professionale nell’interagire con docenti universitari. Spesso si tratta di insegnanti che non hanno una formazione universitaria in chimica: le attività qui proposte permettono loro di inquadrare meglio la disciplina e proporla ai loro alunni in modo più coinvolgente e interessante. 3. METODOLOGIA UTILIZZATA La progettazione avviene mediante incontri preliminari nei quali il docente unversitario valuta per ciascuna classe partecipante le conoscenze scientifiche già in possesso degli alunni, il programma didattico già da essi seguito ed i programmi didattici seguenti. Poiché ogni classe di alunni riceve una lezione frontale di 2 ore che è personalizzata sulla classe stessa, la progettazione serve a collocare l’attività PLS nel percorso scolastico degli alunni in modo armonioso e coerente. Inoltre si valuta quali tecniche analitiche siano meno note agli alunni in modo da mostrare loro qualcosa di nuovo rispetto alla scuola: l’esperienza di chimica quantitativa è opzionabile tra due (HPLC e AAS); quindi se per esempio se una classe ha già sperimentato l’AAS a scuola, allora la si farà esercitare su HPLC. Discorso dettagliato merita l’elaborazione statistica del dato analitico, la quale spesso è trattata marginalmente persino negli istituti tecnici: si approfondisce molto l’elaborazione dei dati e gli alunni vengono portati a svolgere lavoro individuale al calcolatore. Modalità di lavoro con gli studenti. Tutti gli alunni seguono una lezione introduttiva, nella quale vengono richiamati o spiegati i principi teorici alla base delle esperienze proposte e vengono date istruzioni su come svolgere il lavoro sperimentale. Dopo la lezione, i ragazzi vengono portati nel laboratorio chimico, dove svolgono esercitazioni lavorando in prima persona, a coppie, seguiti da insegnanti e tutori universitari. Al termine dell’esercitazione, i ragazzi passano in aula informatica, dove individualmente elaborano i dati da loro raccolti. Le esperienza proposte sono: 1) QUALITATIVA: ricerca di tracce di emoglobina mediante test al LUMINOLO; riconoscimento di droghe mediante TLC. 2) QUANTITATIVA: quantificazione di metalli nei residui dello sparo mediante AAS; analisi di eroina mediante HPLC. 4. ANALISI DEI RISULTATI E AUTOVALUTAZIONE Non è stata svolta verifica su tutti gli alunni. Il 2% degli alunni ha svolto un esame finale, con riconoscimento di 2 CFU. Esso prevedeva una relazione scritta e la discussione davanti ad una commissione composta dall’insegnante di riferimento e dalla responsabile dell’attività PLS. Buona parte dei partecipanti ha compilato il questionario sul grado di interesse e di soddisfazione. L’andamento crescente nel tempo del numero di alunni partecipanti (fino a 800 l’anno) è coerente con le impressioni raccolte da testimonianze degli insegnanti: gli alunni che hanno partecipato all’attività PLS hanno successivamente svolto le verifiche di classe con maggiore profitto.
2013
Convegno Nazionale sul Piano Lauree Scientifiche
14
14
Dora Melucci; Sonia Casolari; Sandro Torroni
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