Il volume, frutto di una ricerca continuata dal 2008 al 2013, indaga le forme e le peculiarità della scrittura storica e teorica del Manzoni, in particolare nella "Storia della Colonna infame", nel "Discorso sur alcuni punti della storia longobardica in Italia", nel discorso "Del Romanzo Storico" e nel "Saggio sulla Rivoluzione Francese del 1789" ma anche nel dialogo "Dell'invenzione". Si avvale dei contributi metodologici offerti dalle moderne scuole storiche (C. Ginzburg e M. De Certeau in particolare) ma anche facendo reagire tali modelli ermeneutici con i percorsi alcuni grandi autori ottocenteschi come Michelet, Quinet, Taine. Il fine della monografia era di rintracciare la continuità speculativa e operativa nell'arco più che cinquantennale del lavoro manzoniano che, lungi dell'estrinsecarsi soprattutto nella celebrata fase "creativa" 1813-1823, continua e si approfondisce sempre più fino agli ultimi giorni di vita dell'autore, dando forma a un corpus di scritture intimamente connesse, tra le quali il grande romanzo improvvisamente cessa di rappresentare l'espressione apicale.
Luigi Weber (2013). Due diversi deliri. Manzoni storiografo dei fatti della peste e della Rivoluzione Francese. Ravenna : Giorgio Pozzi Editore.
Due diversi deliri. Manzoni storiografo dei fatti della peste e della Rivoluzione Francese
WEBER, LUIGI
2013
Abstract
Il volume, frutto di una ricerca continuata dal 2008 al 2013, indaga le forme e le peculiarità della scrittura storica e teorica del Manzoni, in particolare nella "Storia della Colonna infame", nel "Discorso sur alcuni punti della storia longobardica in Italia", nel discorso "Del Romanzo Storico" e nel "Saggio sulla Rivoluzione Francese del 1789" ma anche nel dialogo "Dell'invenzione". Si avvale dei contributi metodologici offerti dalle moderne scuole storiche (C. Ginzburg e M. De Certeau in particolare) ma anche facendo reagire tali modelli ermeneutici con i percorsi alcuni grandi autori ottocenteschi come Michelet, Quinet, Taine. Il fine della monografia era di rintracciare la continuità speculativa e operativa nell'arco più che cinquantennale del lavoro manzoniano che, lungi dell'estrinsecarsi soprattutto nella celebrata fase "creativa" 1813-1823, continua e si approfondisce sempre più fino agli ultimi giorni di vita dell'autore, dando forma a un corpus di scritture intimamente connesse, tra le quali il grande romanzo improvvisamente cessa di rappresentare l'espressione apicale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.