La tematica della diagnostica è di attualità nell'ambito culturale, scientifico e legislativo italiano. A fronte di eventi sismici ripetuti e di un rinnovato indirizzo conservativo che tende a salvaguardare l'eredità culturale e materiale dell'edificio, una particolare sensibilità e innovazione di approccio è richiesta non solo nei riguardi dell'architettura monumentale, ma anche del patrimonio edilizio tradizionale. In mancanza di informazioni quantitative sulle caratteristiche meccaniche dei materiali e sulla conformazione strutturale, alcune tecniche prevedono la sostituzione, o la riduzione a mera valenza formale, di parti, sovrapponendo alla struttura originale una nuova, estranea al contesto. Un intervento di questo tipo può peggiorare il degrado della costruzione, ad esempio per un elevato apporto di massa, un erroneo funzionamento strutturale o una non provata compatibilità. Sarebbe auspicabile invece privilegiare un tipo di approccio che cercasse di approfondire la conoscenza dello stato di conservazione dell*edificio in modo da disporre di un protocollo di diagnosi accurato prima di procedere alla stesura di un progetto di miglioramento o adeguamento strutturale. In tale ottica, la diagnostica non distruttiva si pone quale mezzo di conoscenza della costruzione, evitando estesi prelievi di campioni. I benefici di questo approccio ai beni culturali si è concretizzato in numerose applicazioni in Italia e in Europa, tanto che la ricerca scientifica in questo settore è attiva e diversificata. Il gruppo di ricerca proponente, che da molti anni opera in questo ambito, intende potenziare la propria attività e competenza estendendola al territorio di Ravenna, nuova sede della Facoltà di Ingegneria, attrezzando un laboratorio sperimentale finalizzato alla diagnostica dei Beni Architettonici. Tra le tecniche non distruttive, l'impact-echo, la termografia, il georadar sono particolarmente adatte all'ispezione in sito di elementi strutturali che si configurano spesso per grandi spessori, disomogeneità di sezione, presenza di vuoti e difetti. Queste tecniche, superando i limiti applicativi dei metodi attualmente impiegati, possono, se opportunamente applicate, fornire informazioni relative ad estese aree di prova. E' importante sottolineare che le informazioni ottenibili con queste tecniche sono complementari tra loro in quanto, mentre la termografia può fornire informazioni dettagliate circa gli strati superficiali del materiale, l'impact-echo e il georadar indagano l'intero volume di materiale sfruttando però tipi diversi di onde (acustiche, elettromagnetiche) e risultano applicabili in condizioni anche diverse (il georadar in particolare è fortemente sensibile alla presenza di umidità e contenuto salino nel materiale). Il programma di ricerca è uno studio di fattibilità dell'applicazione dei metodi impact-echo, georadar e termografico per il caso dei beni architettonici. Il principio di funzionamento di tali tecniche è basato sulla propagazione e ricezione di onde acustiche, termiche o elettromagnetiche e sull'interpretazione del segnale di risposta che è influenzato dalle caratteristiche meccaniche e geometriche della sezione attraversata e dalle anomalie eventualmente presenti. Inizialmente, la ricerca intende avvantaggiarsi della strumentazione impact-echo, già disponibile, per condurre in laboratorio test su elementi strutturali in muratura. Tali provini, di varie dimensioni e con rapporti geometrici a simulazione di elementi reali, serviranno per la messa a punto di una ottimale metodologia di acquisizione delle misure e di interpretazione dei dati, trasferibile in cantiere in condizioni più impegnative. Questa sperimentazione verrà ripetuta con le altre due tecniche in una seconda fase della ricerca. I provini utilizzati, costruiti con materiali simili a quelli storici, presenteranno difetti artificiali di diverse forme e dimensioni, in modo da evidenziare la sensibilità delle singole tecniche di prova alla loc...

G. Pascale, B. Bonfiglioli, C. Colla, A. Marzani (2005). Diagnostica di beni architettonici con metodi non distruttivi.

Diagnostica di beni architettonici con metodi non distruttivi

PASCALE GUIDOTTI MAGNANI, GIOVANNI;BONFIGLIOLI, BARBARA;COLLA, CAMILLA;MARZANI, ALESSANDRO
2005

Abstract

La tematica della diagnostica è di attualità nell'ambito culturale, scientifico e legislativo italiano. A fronte di eventi sismici ripetuti e di un rinnovato indirizzo conservativo che tende a salvaguardare l'eredità culturale e materiale dell'edificio, una particolare sensibilità e innovazione di approccio è richiesta non solo nei riguardi dell'architettura monumentale, ma anche del patrimonio edilizio tradizionale. In mancanza di informazioni quantitative sulle caratteristiche meccaniche dei materiali e sulla conformazione strutturale, alcune tecniche prevedono la sostituzione, o la riduzione a mera valenza formale, di parti, sovrapponendo alla struttura originale una nuova, estranea al contesto. Un intervento di questo tipo può peggiorare il degrado della costruzione, ad esempio per un elevato apporto di massa, un erroneo funzionamento strutturale o una non provata compatibilità. Sarebbe auspicabile invece privilegiare un tipo di approccio che cercasse di approfondire la conoscenza dello stato di conservazione dell*edificio in modo da disporre di un protocollo di diagnosi accurato prima di procedere alla stesura di un progetto di miglioramento o adeguamento strutturale. In tale ottica, la diagnostica non distruttiva si pone quale mezzo di conoscenza della costruzione, evitando estesi prelievi di campioni. I benefici di questo approccio ai beni culturali si è concretizzato in numerose applicazioni in Italia e in Europa, tanto che la ricerca scientifica in questo settore è attiva e diversificata. Il gruppo di ricerca proponente, che da molti anni opera in questo ambito, intende potenziare la propria attività e competenza estendendola al territorio di Ravenna, nuova sede della Facoltà di Ingegneria, attrezzando un laboratorio sperimentale finalizzato alla diagnostica dei Beni Architettonici. Tra le tecniche non distruttive, l'impact-echo, la termografia, il georadar sono particolarmente adatte all'ispezione in sito di elementi strutturali che si configurano spesso per grandi spessori, disomogeneità di sezione, presenza di vuoti e difetti. Queste tecniche, superando i limiti applicativi dei metodi attualmente impiegati, possono, se opportunamente applicate, fornire informazioni relative ad estese aree di prova. E' importante sottolineare che le informazioni ottenibili con queste tecniche sono complementari tra loro in quanto, mentre la termografia può fornire informazioni dettagliate circa gli strati superficiali del materiale, l'impact-echo e il georadar indagano l'intero volume di materiale sfruttando però tipi diversi di onde (acustiche, elettromagnetiche) e risultano applicabili in condizioni anche diverse (il georadar in particolare è fortemente sensibile alla presenza di umidità e contenuto salino nel materiale). Il programma di ricerca è uno studio di fattibilità dell'applicazione dei metodi impact-echo, georadar e termografico per il caso dei beni architettonici. Il principio di funzionamento di tali tecniche è basato sulla propagazione e ricezione di onde acustiche, termiche o elettromagnetiche e sull'interpretazione del segnale di risposta che è influenzato dalle caratteristiche meccaniche e geometriche della sezione attraversata e dalle anomalie eventualmente presenti. Inizialmente, la ricerca intende avvantaggiarsi della strumentazione impact-echo, già disponibile, per condurre in laboratorio test su elementi strutturali in muratura. Tali provini, di varie dimensioni e con rapporti geometrici a simulazione di elementi reali, serviranno per la messa a punto di una ottimale metodologia di acquisizione delle misure e di interpretazione dei dati, trasferibile in cantiere in condizioni più impegnative. Questa sperimentazione verrà ripetuta con le altre due tecniche in una seconda fase della ricerca. I provini utilizzati, costruiti con materiali simili a quelli storici, presenteranno difetti artificiali di diverse forme e dimensioni, in modo da evidenziare la sensibilità delle singole tecniche di prova alla loc...
2005
G. Pascale, B. Bonfiglioli, C. Colla, A. Marzani (2005). Diagnostica di beni architettonici con metodi non distruttivi.
G. Pascale; B. Bonfiglioli; C. Colla; A. Marzani
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