La terapia genica è un approccio terapeutico alla patologia umana basato sull’introduzione nelle cellule somatiche di geni in grado di sostituire l’attività di geni endogeni malfunzionanti o di modificare fenotipi cellulari patologici. La terapia genica è stata originariamente concepita per la cura di malattie monogeniche (mendeliane) ereditarie, ma la sua applicazione si è rapidamente estesa a tutte le patologie umane, incluse quelle neoplastiche, degenerative ed infettive. Attualmente la maggioranza delle applicazioni cliniche di terapia genica è nel settore oncologico. La sperimentazione clinica della terapia genica è iniziata nel 1989. Ad oggi sono state approvate a livello mondiale diverse centinaia di piccoli trial clinici (in generale di fase I) e sono state trattate con diverse tecnologie di trasferimento genico alcune migliaia di pazienti. I principali problemi emersi da questi studi riguardano la sicurezza e l’efficacia della terapia genica. I problemi di sicurezza della terapia genica sono essenzalmente legati ai sistemi utilizzati per il trasferimento genico, a cui ci riferiremo con il termine di vettori. I principali vettori per la terapia genica derivano da virus geneticamente modificati e non in grado di replicare, soprattutto adenovirus e retrovirus. La biosicurezza della terapia genica per il paziente, gli operatori e la società è sempre stata regolata in maniera molto stringente, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di diffusione incontrollata di virus in grado di replicare. Nel corso di quindici anni di sperilmentazioni cliniche si sono verificati gravi eventi avversi solo in due trial: un caso di tossicità epatica da sovradosaggio di adenovirus e tre casi di leucemogenesi inserzionale da retrovirus. L’impatto clinico della terapia genica è per il momento limitato. La trasduzione genica funziona molto bene in vitro, ma è poco efficiente in vivo, anche con i migliori vettori attualmente disponibili, ed ha una valenza essenzialmente locale e non sistemica. I risultati clinici migliori si hanno quando è possibile effettuare la trasduzione genica ex vivo, ad esempio su cellule staminali emopoietiche che vengono prelevate, trasdotte e poi reinfuse al paziente per curare patologie a partenza midollare come le immunodeficenze primitive. In ambito oncologico il principale problema è oggi rappresentato dalla diffusione sistemica (metastasi) della malattia, e quindi un approccio essenzialmente locale come la terapia genica non ha ancora prodotto risultati di rilievo.

Terapia genica / P.-L. Lollini. - STAMPA. - (2005), pp. 129-138.

Terapia genica

LOLLINI, PIER LUIGI
2005

Abstract

La terapia genica è un approccio terapeutico alla patologia umana basato sull’introduzione nelle cellule somatiche di geni in grado di sostituire l’attività di geni endogeni malfunzionanti o di modificare fenotipi cellulari patologici. La terapia genica è stata originariamente concepita per la cura di malattie monogeniche (mendeliane) ereditarie, ma la sua applicazione si è rapidamente estesa a tutte le patologie umane, incluse quelle neoplastiche, degenerative ed infettive. Attualmente la maggioranza delle applicazioni cliniche di terapia genica è nel settore oncologico. La sperimentazione clinica della terapia genica è iniziata nel 1989. Ad oggi sono state approvate a livello mondiale diverse centinaia di piccoli trial clinici (in generale di fase I) e sono state trattate con diverse tecnologie di trasferimento genico alcune migliaia di pazienti. I principali problemi emersi da questi studi riguardano la sicurezza e l’efficacia della terapia genica. I problemi di sicurezza della terapia genica sono essenzalmente legati ai sistemi utilizzati per il trasferimento genico, a cui ci riferiremo con il termine di vettori. I principali vettori per la terapia genica derivano da virus geneticamente modificati e non in grado di replicare, soprattutto adenovirus e retrovirus. La biosicurezza della terapia genica per il paziente, gli operatori e la società è sempre stata regolata in maniera molto stringente, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di diffusione incontrollata di virus in grado di replicare. Nel corso di quindici anni di sperilmentazioni cliniche si sono verificati gravi eventi avversi solo in due trial: un caso di tossicità epatica da sovradosaggio di adenovirus e tre casi di leucemogenesi inserzionale da retrovirus. L’impatto clinico della terapia genica è per il momento limitato. La trasduzione genica funziona molto bene in vitro, ma è poco efficiente in vivo, anche con i migliori vettori attualmente disponibili, ed ha una valenza essenzialmente locale e non sistemica. I risultati clinici migliori si hanno quando è possibile effettuare la trasduzione genica ex vivo, ad esempio su cellule staminali emopoietiche che vengono prelevate, trasdotte e poi reinfuse al paziente per curare patologie a partenza midollare come le immunodeficenze primitive. In ambito oncologico il principale problema è oggi rappresentato dalla diffusione sistemica (metastasi) della malattia, e quindi un approccio essenzialmente locale come la terapia genica non ha ancora prodotto risultati di rilievo.
2005
Le biotecnologie e la qualità della vita
129
138
Terapia genica / P.-L. Lollini. - STAMPA. - (2005), pp. 129-138.
P.-L. Lollini
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