Il Secondo Teatro della Crudeltà, come teatro del violento rifacimento corporeo, radicalizza elementi già presenti nella teoresi teatrale artaudiana degli anni Trenta (la centralità del corpo e del linguaggio fisico, il concetto di azione efficace, il teatro come magia curativa e trasformazione alchemica, la relazione teatrale come contagio) nel nuovo contesto rappresentato dal "materialismo assoluto" dell'ultimo Artaud. Nello stesso tempo, esso costituisce la trasfigurazione/reinvenzione delle pratiche fisiche e vocali (un vero e proprio training, o meglio lavoro su di sé, incentrato nel souffle) intraprese da Artaud, a più livelli, già nella clinica di Rodez, per difendersi dalla distruzione dell'internamento, e che stanno alla base della sua estrema, straordinaria stagione produttiva: la "scrittura vocale" delle ultime grandi opere letterarie, da "Artaud le Momo" a "Van Gogh le suicidé de la société", da "Ci-Git" a "Suppots et Supplications", i disegni (in particolare, i ritratti e gli autoritratti), le letture pubbliche, le conferenze. Se non ci fanno velo la leggenda di un Artaud refrattario alla tecnica e il pregiudizio della follia, il 2° Teatro della Crudeltà, come teatro del rifacimento corporeo, può cominciare ad essere collocato nel posto che gli compete, e cioè accanto alle grandi esperienze teorico-pratiche di educazione corporea e di addestramento psicofisico dell'attore portate avanti dai maestri del teatro contemporaneo, quelli che Fabrizio Cruciani ha chiamato i "registi-pedagoghi".

M. DE MARINIS (2006). La danza alla rovescia di Artaud. Il secondo Teatro della Crudeltà (1945-1948), 2° ed. con una Postilla. ROMA : Bulzoni.

La danza alla rovescia di Artaud. Il secondo Teatro della Crudeltà (1945-1948), 2° ed. con una Postilla

DE MARINIS, MARCO
2006

Abstract

Il Secondo Teatro della Crudeltà, come teatro del violento rifacimento corporeo, radicalizza elementi già presenti nella teoresi teatrale artaudiana degli anni Trenta (la centralità del corpo e del linguaggio fisico, il concetto di azione efficace, il teatro come magia curativa e trasformazione alchemica, la relazione teatrale come contagio) nel nuovo contesto rappresentato dal "materialismo assoluto" dell'ultimo Artaud. Nello stesso tempo, esso costituisce la trasfigurazione/reinvenzione delle pratiche fisiche e vocali (un vero e proprio training, o meglio lavoro su di sé, incentrato nel souffle) intraprese da Artaud, a più livelli, già nella clinica di Rodez, per difendersi dalla distruzione dell'internamento, e che stanno alla base della sua estrema, straordinaria stagione produttiva: la "scrittura vocale" delle ultime grandi opere letterarie, da "Artaud le Momo" a "Van Gogh le suicidé de la société", da "Ci-Git" a "Suppots et Supplications", i disegni (in particolare, i ritratti e gli autoritratti), le letture pubbliche, le conferenze. Se non ci fanno velo la leggenda di un Artaud refrattario alla tecnica e il pregiudizio della follia, il 2° Teatro della Crudeltà, come teatro del rifacimento corporeo, può cominciare ad essere collocato nel posto che gli compete, e cioè accanto alle grandi esperienze teorico-pratiche di educazione corporea e di addestramento psicofisico dell'attore portate avanti dai maestri del teatro contemporaneo, quelli che Fabrizio Cruciani ha chiamato i "registi-pedagoghi".
2006
299
8878701262
M. DE MARINIS (2006). La danza alla rovescia di Artaud. Il secondo Teatro della Crudeltà (1945-1948), 2° ed. con una Postilla. ROMA : Bulzoni.
M. DE MARINIS
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