Lo stato di stress ossidativo (OSS) è stato di recente proposto come marker diagnostico per patologie cardiovascolari. È noto come l’OS sia un mancato bilanciamento tra generazione di radicali liberi (o di specie reattive all’ossigeno e all’azoto) e disponibilità di antiossidanti (di natura enzimatica e non) in un sistema biologico o compartimento. L’OSS può essere influenzato da molteplici fattori tra cui: dieta, esercizio fisico, esposizione ambientale/occupazionale e stile di vita quali tabagismo ed alcolismo. Sulla base dello studio di singole specie radicaliche, è stato osservato come un elevato OSS sia coinvolto nella genesi di placche aterosclerotiche, e disfunzioni endoteliali, creando un vero circolo vizioso. Nei nostri laboratori è stato di recente sviluppato un metodo per la determinazione dell’OSS direttamente su sangue periferico attraverso una metodica EPR basata sull’uso di una sonda radicalica (Radical-Probe-EPR). La sonda radicalica, bis(1-idrossi-2,2,6,6-tetrametil-4-piperidinil)decandioato di-cloridrato, reagisce istantaneamente e quantitativamente con i radicali centrati sull’ossigeno (inclusi il superossido e perossinitrito), generando un nitrossido sufficientemente stabile da poter essere misurato mediante spettroscopia EPR. Questa metodica minimizza le problematiche legate all’invasività, instabilità e specificità verso singole specie radicaliche riscontrate con i convenzionali “spin-trap”. Il Levosimendan, è un nuovo farmaco inotropo-vasodilatatore, usato nello shock cardiogeno che non aumenta il consumo di ossigeno, ha lunga durata d’azione (metaboliti attivi) e una migliore tolleranza rispetto ad altri farmaci somministrati in simili condizioni cliniche (dobutamina). La terapia è iniziata in unità coronarica sotto monitoraggio medico e laboratoristico; nell’arco temporale di un anno solare nella nostra unità coronarica sono stati trattati 15 pazienti con questo farmaco. In questo studio sono stati reclutati 5 pazienti (4 maschi ed 1 femmina), che, per la loro criticità clinica, necessitavano di trattamento. Il Levosimendan è stato somministrato in bolo alla dose di 12 microgrammi/Kg/10 minuti e successivamente, in infusione per 24 ore, 0.1 microgrammi/Kg/minuto. Dopo 1, 6 e 24 ore sono stati effettuati prelievi di sangue venoso immediatamente esposti con la sonda per la successiva indagine EPR durante monitoraggio emodinamico con linea arteriosa e catetere di Swan-Ganz in arteria polmonare. Il miglioramento riscontrato in questi pazienti in termini di riduzione dell’OSS andava da 30% ad un 55% alla ventiquattresima ora, e parallelo miglioramento dell’emodinamica. Il guadagno, in termini di ripresa di funzionalità ventricolare sinistra e condizioni cliniche generali, era già visibile alla sesta ora, anche se maggiore alla ventiquattresima ora. Questi risultati preliminari suggeriscono come il Levosimendan migliori la prognosi clinica dei pazienti sottoposti a trattamento anche attraverso una riduzione dello stress ossidativo.

Levosimendan e stress ossidativo

SAPONE, ANDREA;VALGIMIGLI, LUCA;CANISTRO, DONATELLA;BROCCOLI, MASSIMILIANO;BIAGI, GIAN LUIGI;CANTELLI FORTI, GIORGIO;TRESPIDI, SILVIA;PAOLINI, MORENO
2006

Abstract

Lo stato di stress ossidativo (OSS) è stato di recente proposto come marker diagnostico per patologie cardiovascolari. È noto come l’OS sia un mancato bilanciamento tra generazione di radicali liberi (o di specie reattive all’ossigeno e all’azoto) e disponibilità di antiossidanti (di natura enzimatica e non) in un sistema biologico o compartimento. L’OSS può essere influenzato da molteplici fattori tra cui: dieta, esercizio fisico, esposizione ambientale/occupazionale e stile di vita quali tabagismo ed alcolismo. Sulla base dello studio di singole specie radicaliche, è stato osservato come un elevato OSS sia coinvolto nella genesi di placche aterosclerotiche, e disfunzioni endoteliali, creando un vero circolo vizioso. Nei nostri laboratori è stato di recente sviluppato un metodo per la determinazione dell’OSS direttamente su sangue periferico attraverso una metodica EPR basata sull’uso di una sonda radicalica (Radical-Probe-EPR). La sonda radicalica, bis(1-idrossi-2,2,6,6-tetrametil-4-piperidinil)decandioato di-cloridrato, reagisce istantaneamente e quantitativamente con i radicali centrati sull’ossigeno (inclusi il superossido e perossinitrito), generando un nitrossido sufficientemente stabile da poter essere misurato mediante spettroscopia EPR. Questa metodica minimizza le problematiche legate all’invasività, instabilità e specificità verso singole specie radicaliche riscontrate con i convenzionali “spin-trap”. Il Levosimendan, è un nuovo farmaco inotropo-vasodilatatore, usato nello shock cardiogeno che non aumenta il consumo di ossigeno, ha lunga durata d’azione (metaboliti attivi) e una migliore tolleranza rispetto ad altri farmaci somministrati in simili condizioni cliniche (dobutamina). La terapia è iniziata in unità coronarica sotto monitoraggio medico e laboratoristico; nell’arco temporale di un anno solare nella nostra unità coronarica sono stati trattati 15 pazienti con questo farmaco. In questo studio sono stati reclutati 5 pazienti (4 maschi ed 1 femmina), che, per la loro criticità clinica, necessitavano di trattamento. Il Levosimendan è stato somministrato in bolo alla dose di 12 microgrammi/Kg/10 minuti e successivamente, in infusione per 24 ore, 0.1 microgrammi/Kg/minuto. Dopo 1, 6 e 24 ore sono stati effettuati prelievi di sangue venoso immediatamente esposti con la sonda per la successiva indagine EPR durante monitoraggio emodinamico con linea arteriosa e catetere di Swan-Ganz in arteria polmonare. Il miglioramento riscontrato in questi pazienti in termini di riduzione dell’OSS andava da 30% ad un 55% alla ventiquattresima ora, e parallelo miglioramento dell’emodinamica. Il guadagno, in termini di ripresa di funzionalità ventricolare sinistra e condizioni cliniche generali, era già visibile alla sesta ora, anche se maggiore alla ventiquattresima ora. Questi risultati preliminari suggeriscono come il Levosimendan migliori la prognosi clinica dei pazienti sottoposti a trattamento anche attraverso una riduzione dello stress ossidativo.
2006
Atti del XIV Congresso Nazionale della Società Italiana Tossicologia
278
278
A. SAPONE; M. TORRETTA; L. VALGIMIGLI; D. CANISTRO; M. BROCCOLI; G.L. BIAGI; G. CANTELLI-FORTI; S. TRESPIDI; A. LIMIDO; G. STEFANO; E. VERNA; I. CAICO; S. GHIRINGHELLI; S. PRAVASOLI; J.A. SALERNO-URIARTE; M. PAOLINI
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