L'ecstasy e gli altri analoghi dell'amfetamina sono ampiamente usati come sostanze d'abuso o droghe "ricreative" che determinano una sensazione d'euforia e stimolazione fisica e psichica. I rischi dell'uso acuto di amfetamine sono problemi cardiovascolari fino all'infarto o all'ictus, disidratazione, danni muscolari o renali; dopo la fine dell'effetto farmacologico, si hanno depressione, disturbi dell' apprendimento e della memoria, difficoltà a concentrarsi. Gli effetti a lungo termine comprendono paranoia, allucinazioni, tendenze suicide ed omicide. Per quanto riguarda i cannabinoidi, la loro azione consiste soprattutto nell'aumento della sensazione di benessere e di rilassamento, con un'intensificazione delle esperienze sensoriali. Gli effetti avversi più frequenti causati dal sovradosaggio sono ansietà ed attacchi di panico, tachicardia e sbalzi di pressione. L'uso cronico può portare a dipendenza e ad una lieve sindrome d'astinenza; altri effetti sulla psiche, l'apprendimento, il sistema immunitario e la gravidanza sono ancora controversi. Considerando l'amplissima diffusione di queste sostanze, specialmente tra i giovanissimi, e la varietà degli effetti che possono provocare, è di notevole importanza poter disporre di metodi affidabili che permettano di confermarne l'uso da parte di un soggetto. Nella pratica clinica, per lo screening si utilizzano test immunochimici che danno risultati in tempi brevi, in maniera economica e standardizzata. Tali test permettono di escludere rapidamente i campioni negativi (che non contengono le sostanze o in cui la loro concentrazione è al di sotto di un valore soglia detto cut-off). Un campione risultato positivo nel test iniziale, se non verificato con un test di conferma cromatografico, può essere contestato e non ha valore medico-legale. Scopo di questo lavoro è lo sviluppo di metodi veloci ed accurati per la determinazione di amfetamine e di cannabinoidi nelle urine e nel sangue. Poichè le amfetamine presentano fluorescenza nativa, per la loro analisi si è scelto di utilizzare un sistema HPLC con detector fluorimetrico. La separazione è stata ottenuta utilizzando una colonna C8 a fase inversa e, come fase mobile, una miscela composta da tampone fosfato a pH acido e acetonitrile. Come standard interno è stata utilizzata la chinina. La procedura di pretrattamento dei campioni biologici consisteva in una estrazione in fase solida con cartucce C2. Per l'analisi dei cannabinoidi, più lipofili, si è utilizzata una fase mobile con una più alta percentuale di acetonitrile; il pretrattamento del plasma è stato effettuato su cartucce C8. I metodi, attualmente in fase di convalida, sembrano essere idonei per l'analisi di amfetamine e cannabinoidi in urine e plasma.
R. Mandrioli, F. Bugamelli, C. Baccini, M. Conti, G. Cantelli Forti, M.A. Raggi (2006). Dosaggio di ecstasy, amfetamine e cannabinoidi in fluidi biologici. ROMA : IStituto Superiore di Sanità.
Dosaggio di ecstasy, amfetamine e cannabinoidi in fluidi biologici
MANDRIOLI, ROBERTO;BUGAMELLI, FRANCESCA;CANTELLI FORTI, GIORGIO;RAGGI, MARIA AUGUSTA
2006
Abstract
L'ecstasy e gli altri analoghi dell'amfetamina sono ampiamente usati come sostanze d'abuso o droghe "ricreative" che determinano una sensazione d'euforia e stimolazione fisica e psichica. I rischi dell'uso acuto di amfetamine sono problemi cardiovascolari fino all'infarto o all'ictus, disidratazione, danni muscolari o renali; dopo la fine dell'effetto farmacologico, si hanno depressione, disturbi dell' apprendimento e della memoria, difficoltà a concentrarsi. Gli effetti a lungo termine comprendono paranoia, allucinazioni, tendenze suicide ed omicide. Per quanto riguarda i cannabinoidi, la loro azione consiste soprattutto nell'aumento della sensazione di benessere e di rilassamento, con un'intensificazione delle esperienze sensoriali. Gli effetti avversi più frequenti causati dal sovradosaggio sono ansietà ed attacchi di panico, tachicardia e sbalzi di pressione. L'uso cronico può portare a dipendenza e ad una lieve sindrome d'astinenza; altri effetti sulla psiche, l'apprendimento, il sistema immunitario e la gravidanza sono ancora controversi. Considerando l'amplissima diffusione di queste sostanze, specialmente tra i giovanissimi, e la varietà degli effetti che possono provocare, è di notevole importanza poter disporre di metodi affidabili che permettano di confermarne l'uso da parte di un soggetto. Nella pratica clinica, per lo screening si utilizzano test immunochimici che danno risultati in tempi brevi, in maniera economica e standardizzata. Tali test permettono di escludere rapidamente i campioni negativi (che non contengono le sostanze o in cui la loro concentrazione è al di sotto di un valore soglia detto cut-off). Un campione risultato positivo nel test iniziale, se non verificato con un test di conferma cromatografico, può essere contestato e non ha valore medico-legale. Scopo di questo lavoro è lo sviluppo di metodi veloci ed accurati per la determinazione di amfetamine e di cannabinoidi nelle urine e nel sangue. Poichè le amfetamine presentano fluorescenza nativa, per la loro analisi si è scelto di utilizzare un sistema HPLC con detector fluorimetrico. La separazione è stata ottenuta utilizzando una colonna C8 a fase inversa e, come fase mobile, una miscela composta da tampone fosfato a pH acido e acetonitrile. Come standard interno è stata utilizzata la chinina. La procedura di pretrattamento dei campioni biologici consisteva in una estrazione in fase solida con cartucce C2. Per l'analisi dei cannabinoidi, più lipofili, si è utilizzata una fase mobile con una più alta percentuale di acetonitrile; il pretrattamento del plasma è stato effettuato su cartucce C8. I metodi, attualmente in fase di convalida, sembrano essere idonei per l'analisi di amfetamine e cannabinoidi in urine e plasma.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.