La storia delle Amazzoni è una narrazione delle origini che racconta non solo dell’esistenza, e dunque della possibilità sempre attuale, di società pre-patriarcali, ma che ne crea e ne stabilisce al tempo stesso l’inizio e le ragioni che ne hanno determinato il declino e quindi la fine. Nel mito delle Amazzoni, le Amazzoni, oltre alle prerogative dei comportamenti sessuali legati alla capacità procreativa del femminile, assumevano in sé anche quelli maschili tra cui quello dell’arte della guerra e dell’uso delle armi che ne indicavano la violenza e la mancanza di tratti riconoscibili che le distinguessero dall’uomo. Esse però assumevano in sé anche il controllo della propria stirpe che, opponendosi ad una possibile realizzazione della patrilinearità, ne sanciva e garantiva la genealogia prettamente femminile. La mitologia amazzonica è quindi anche e soprattutto una narrazione che crea, fissa, ripete e dunque ri-produce le cause che sottendono una ancestrale e necessaria divisione gerarchica tra il maschile e il femminile e tra i diversi ruoli che il maschile e il femminile devono ricoprire nell’ambito della vita comunitaria, le ragioni, in altre parole, che hanno dato vita al patriarcato e alle forme di convivenza sociale in cui questioni non solo di genere, ma anche di etnia e razza appaiono fin dall’inizio inscindibilmente legate. Le Amazzoni sono così le temibili e terribili donne guerriere che con la loro propensione alla guerra, il loro coraggio e la loro spiccata virilità minacciano la realizzazione di una distinzione tra maschile e femminile che è alla base delle strutture profonde che costituiscono l’ordine simbolico e sociale della comunità patriarcale, simbolo indiscusso della storia e cultura dell’Occidente, ma esse sono anche madri, a differenza degli uomini, che scelgono il proprio compagno con il solo scopo di mantenere integro il loro gruppo, la loro etnia, il loro appartene al popolo delle amazzoni che è composto e caratterizzato da madri e figliee. L’idea dell’amazzone si fonda così non solo sulla necessità di stabilire una differenza di genere che diventa poi anche una rigida modalità di preferenza sessuale, ma anche e soprattutto sulla necessità di fissare una differenza che si delinea fin dai suoi esordi all’interno di un più ampio discorso etno-antropologico che lega la figura dell’amazzone, e di ciò che essa rappresenta o può rappresentare, anche alle tipologie dello spazio e dei luoghi che essa occupa. E’ questa natura multipla che sottende la figura della amazzone e le leggende e fantasie che la contengono e rivitalizzano nella cultura classica mediterranea, ma anche in quella nordica e dell’Europa orientale, a renderla una figura fondante gli studi di genere e delle donne che da sempre si interrogano sui meccanismi socio-culturali che strutturano e informano i rapporti di potere e sui principi e le modalità di inclusione o esclusione dei soggetti all’interno di una collettività e/o comunità. L'amazzone rappresenta così una categoria ermeneutica capace di de-costruire e di ri-interpretare non solo la storia del patriarcato contenuta all’interno di una mitologia scritta da uomini, ma anche di ripercorrere i modi con cui si sono formate e dunque stabilite le relazioni di potere e subordinazione tra uomo e donna e tra i vari gruppi o accoppiamenti etnici di cui la storia culturale dell’Occidente ha notizia fin dalle prime fonti greco-latine. All’interno degli studi di genere e delle donne, la figura dell’amazzone e il mito delle donne guerriere nelle sue diverse variazioni spazio-temporali, rappresentano infatti un punto di partenza che segna e al tempo stesso rivela l’inizio di una lunga storia di appropriazioni e violazioni del e sul corpo della donna per secoli espropriata della sua soggettività e corporeità, costretta ad identificarsi in un corpo scritto per lei da una cultura e da un linguaggio patriarcale che nello scrivere il suo corpo scriveva e stabiliva anche specifiche differenze biologiche.L’amazzone è quindi anche una possibilità per le donne per ripensare un sistema binario che ha condizionato per secoli non solo il rapporto uomo-donna, ma che ha anche prodotto una omologazione e indifferenziazione tra le donne stesse, non tenendo conto che esistono diverse e complesse realtà di soggetti (donna) che si differenziano tra loro per etnia, classe, preferenza sessuale, storia e cultura.

L'ambiguità dell'amazzone in una prospettiva di genere. Decostruzione e riappropriazione di un mito.

GOLINELLI, GILBERTA
2009

Abstract

La storia delle Amazzoni è una narrazione delle origini che racconta non solo dell’esistenza, e dunque della possibilità sempre attuale, di società pre-patriarcali, ma che ne crea e ne stabilisce al tempo stesso l’inizio e le ragioni che ne hanno determinato il declino e quindi la fine. Nel mito delle Amazzoni, le Amazzoni, oltre alle prerogative dei comportamenti sessuali legati alla capacità procreativa del femminile, assumevano in sé anche quelli maschili tra cui quello dell’arte della guerra e dell’uso delle armi che ne indicavano la violenza e la mancanza di tratti riconoscibili che le distinguessero dall’uomo. Esse però assumevano in sé anche il controllo della propria stirpe che, opponendosi ad una possibile realizzazione della patrilinearità, ne sanciva e garantiva la genealogia prettamente femminile. La mitologia amazzonica è quindi anche e soprattutto una narrazione che crea, fissa, ripete e dunque ri-produce le cause che sottendono una ancestrale e necessaria divisione gerarchica tra il maschile e il femminile e tra i diversi ruoli che il maschile e il femminile devono ricoprire nell’ambito della vita comunitaria, le ragioni, in altre parole, che hanno dato vita al patriarcato e alle forme di convivenza sociale in cui questioni non solo di genere, ma anche di etnia e razza appaiono fin dall’inizio inscindibilmente legate. Le Amazzoni sono così le temibili e terribili donne guerriere che con la loro propensione alla guerra, il loro coraggio e la loro spiccata virilità minacciano la realizzazione di una distinzione tra maschile e femminile che è alla base delle strutture profonde che costituiscono l’ordine simbolico e sociale della comunità patriarcale, simbolo indiscusso della storia e cultura dell’Occidente, ma esse sono anche madri, a differenza degli uomini, che scelgono il proprio compagno con il solo scopo di mantenere integro il loro gruppo, la loro etnia, il loro appartene al popolo delle amazzoni che è composto e caratterizzato da madri e figliee. L’idea dell’amazzone si fonda così non solo sulla necessità di stabilire una differenza di genere che diventa poi anche una rigida modalità di preferenza sessuale, ma anche e soprattutto sulla necessità di fissare una differenza che si delinea fin dai suoi esordi all’interno di un più ampio discorso etno-antropologico che lega la figura dell’amazzone, e di ciò che essa rappresenta o può rappresentare, anche alle tipologie dello spazio e dei luoghi che essa occupa. E’ questa natura multipla che sottende la figura della amazzone e le leggende e fantasie che la contengono e rivitalizzano nella cultura classica mediterranea, ma anche in quella nordica e dell’Europa orientale, a renderla una figura fondante gli studi di genere e delle donne che da sempre si interrogano sui meccanismi socio-culturali che strutturano e informano i rapporti di potere e sui principi e le modalità di inclusione o esclusione dei soggetti all’interno di una collettività e/o comunità. L'amazzone rappresenta così una categoria ermeneutica capace di de-costruire e di ri-interpretare non solo la storia del patriarcato contenuta all’interno di una mitologia scritta da uomini, ma anche di ripercorrere i modi con cui si sono formate e dunque stabilite le relazioni di potere e subordinazione tra uomo e donna e tra i vari gruppi o accoppiamenti etnici di cui la storia culturale dell’Occidente ha notizia fin dalle prime fonti greco-latine. All’interno degli studi di genere e delle donne, la figura dell’amazzone e il mito delle donne guerriere nelle sue diverse variazioni spazio-temporali, rappresentano infatti un punto di partenza che segna e al tempo stesso rivela l’inizio di una lunga storia di appropriazioni e violazioni del e sul corpo della donna per secoli espropriata della sua soggettività e corporeità, costretta ad identificarsi in un corpo scritto per lei da una cultura e da un linguaggio patriarcale che nello scrivere il suo corpo scriveva e stabiliva anche specifiche differenze biologiche.L’amazzone è quindi anche una possibilità per le donne per ripensare un sistema binario che ha condizionato per secoli non solo il rapporto uomo-donna, ma che ha anche prodotto una omologazione e indifferenziazione tra le donne stesse, non tenendo conto che esistono diverse e complesse realtà di soggetti (donna) che si differenziano tra loro per etnia, classe, preferenza sessuale, storia e cultura.
2009
L'ambiguità dell'amazzone in una prospettiva di genere. Decostruzione e riappropriazione di un mito.
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Gilberta Golinelli
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