Questo volume intende mettere in luce come negli ultimi trent’anni la critica shakespeariana abbia cercato di aprire le opere di William Shakespeare a molteplici esperienze conoscitive, evidenziandone quindi la plurisemanticità e le potenzialità interpretative. Pur non dimenticando l’imprescindibile indagine e cura filologica del linguaggio del testo shakespeariano, questi strumenti critici cercano di fare dialogare le opere di Shakespeare con la cultura e le ideologie del suo tempo, attraverso cioè i testi di viaggio, la geografia del periodo, i trattati politici e gli scritti medico-scientifici, nonché le immagini pittoriche del e sul potere. In questo senso il New Historicism, il Cultural Materialism e i Gender Studies favoriscono una metodologia transdisciplinare che permette di approfondire sia il testo che il contesto shakespeariano, rivelando al contempo come entrambi non possano non essere anche attraversati dalle istanze politico-culturali del lettore/interprete contemporaneo. Queste tendenze critiche non ricercano significati che confermano concetti tradizionali, familiari e universalmente accettati, ma rivelano e mettono in luce “significati alternativi” attraverso una rivalorizzazione di ciò che spesso si trova ai margini del testo e che, proprio in funzione della sua liminalità, apre il testo ad altre soluzioni e letture possibili. Si è scelto di indagare alcune tra le opere romane di Shakespeare (Titus Andronicus, Julius Caesar, Antony and Cleopatra e Coriolanus) in quanto anche noi, come gli elisabettiani, non possiamo non reinter-di transizione in cui vennero prodotte queste opere, temi e questioni ancora aperte. Esse sono, ad esempio, l’identità nazionale, la rappresentazione e la costruzione dell’alterità, l’instabilità delle categorie del maschile e del femminile, l’utilizzo del corpo umano come segno e palinsesto di molteplici discorsi, e la violenza sacrificale come atto costitutivo delle forme di vita comunitaria. Inoltre, queste tendenze critiche hanno posto l’accento sulla funzione del teatro quale strumento in grado di far sprigionare i significati nascosti e potenziali insiti nel testo shakespeariano che non può essere svincolato dalla sua messa in scena. L’ultimo film dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, Cesare deve morire (2012), girato nel carcere di Rebibbia con i carcerati come attori, è in questo senso un’ulteriore conferma di ciò che si sta dicendo. In questo adattamento cinematografico, dove gli aspetti meta-teatrali e visivi vengono accentuati dal cinema, gli attori, attraverso la messa in scena e la rappresentazione del Giulio Cesare, non solo evidenziano la violenza della loro condizione esistenziale, ma svelano anche che per loro tale performance diventa uno spazio di agency e contemporaneamente di empowerment e, dunque, di creatività.

Gilberta Golinelli (2012). Il testo shakespeariano dialoga con i nuovi storicismi, il materialismo culturale e gli studi di genere, Bologna, I libri di Emil, 2012.. Bologna : I Libri di Emil - Odoya.

Il testo shakespeariano dialoga con i nuovi storicismi, il materialismo culturale e gli studi di genere, Bologna, I libri di Emil, 2012.

GOLINELLI, GILBERTA
2012

Abstract

Questo volume intende mettere in luce come negli ultimi trent’anni la critica shakespeariana abbia cercato di aprire le opere di William Shakespeare a molteplici esperienze conoscitive, evidenziandone quindi la plurisemanticità e le potenzialità interpretative. Pur non dimenticando l’imprescindibile indagine e cura filologica del linguaggio del testo shakespeariano, questi strumenti critici cercano di fare dialogare le opere di Shakespeare con la cultura e le ideologie del suo tempo, attraverso cioè i testi di viaggio, la geografia del periodo, i trattati politici e gli scritti medico-scientifici, nonché le immagini pittoriche del e sul potere. In questo senso il New Historicism, il Cultural Materialism e i Gender Studies favoriscono una metodologia transdisciplinare che permette di approfondire sia il testo che il contesto shakespeariano, rivelando al contempo come entrambi non possano non essere anche attraversati dalle istanze politico-culturali del lettore/interprete contemporaneo. Queste tendenze critiche non ricercano significati che confermano concetti tradizionali, familiari e universalmente accettati, ma rivelano e mettono in luce “significati alternativi” attraverso una rivalorizzazione di ciò che spesso si trova ai margini del testo e che, proprio in funzione della sua liminalità, apre il testo ad altre soluzioni e letture possibili. Si è scelto di indagare alcune tra le opere romane di Shakespeare (Titus Andronicus, Julius Caesar, Antony and Cleopatra e Coriolanus) in quanto anche noi, come gli elisabettiani, non possiamo non reinter-di transizione in cui vennero prodotte queste opere, temi e questioni ancora aperte. Esse sono, ad esempio, l’identità nazionale, la rappresentazione e la costruzione dell’alterità, l’instabilità delle categorie del maschile e del femminile, l’utilizzo del corpo umano come segno e palinsesto di molteplici discorsi, e la violenza sacrificale come atto costitutivo delle forme di vita comunitaria. Inoltre, queste tendenze critiche hanno posto l’accento sulla funzione del teatro quale strumento in grado di far sprigionare i significati nascosti e potenziali insiti nel testo shakespeariano che non può essere svincolato dalla sua messa in scena. L’ultimo film dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, Cesare deve morire (2012), girato nel carcere di Rebibbia con i carcerati come attori, è in questo senso un’ulteriore conferma di ciò che si sta dicendo. In questo adattamento cinematografico, dove gli aspetti meta-teatrali e visivi vengono accentuati dal cinema, gli attori, attraverso la messa in scena e la rappresentazione del Giulio Cesare, non solo evidenziano la violenza della loro condizione esistenziale, ma svelano anche che per loro tale performance diventa uno spazio di agency e contemporaneamente di empowerment e, dunque, di creatività.
2012
174
9788866800101
Gilberta Golinelli (2012). Il testo shakespeariano dialoga con i nuovi storicismi, il materialismo culturale e gli studi di genere, Bologna, I libri di Emil, 2012.. Bologna : I Libri di Emil - Odoya.
Gilberta Golinelli
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