Nella sua grande varietà la produzione statutaria fu essenzialmente espressione di contesti e circostanze differenti. Anche quando influenzati da una certa circolazione di esemplari ed esperti, i codici normativi hanno manifestato capacità di incidenza e di durata strettamente dipendenti dalle situazioni e dalle evoluzioni politiche degli enti promulgatori e delle diverse comunità interessate. È quindi ovvio che per rilevarne i significati e l’efficacia, ogni codificazione debba essere posta in relazione col clima e con le contingenze che la generarono e la mantennero vigente, cercando di analizzare le dialettiche tra i diversi soggetti istituzionali che vi si confrontavano e di dedurre le gerarchie del diritto che ne scaturirono. Ma è poi dal confronto con le altre realtà che per ciascuno di questi aspetti è possibile valutare l’effettiva originalità delle motivazioni e la portata degli svolgimenti successivi. Questa esigenza di confronto è senz’altro uno dei motivi del fervore e dell’intensità con cui da qualche anno sono ripresi gli studi sulle fonti dello ius proprium, realizzando molti degli auspici di chi aveva segnalato l’eccessivo accantonamento di un tema essenziale per la storia del basso medioevo e della prima età moderna. Decine di convegni e di seminari si sono alternati a edizioni di testi, rubricari, repertori, rassegne bibliografiche e mostre. Tra i protagonisti di questo rilancio degli studi statutari, il gruppo di studiosi coordinato da Rolando Dondarini che ha dato vita al Comitato italiano per gli studi e le edizioni delle fonti normative e che, con l’appoggio della Biblioteca del Senato della Repubblica, ha prodotto nel 1998 il primo numero della Bibliografia Statutaria Italiana (1985-1995), il cui comitato di redazione si è avvalso dell’apporto del gruppo bolognese di studiosi e collaboratori del Laboratorio Multidisciplinare di Ricerca Storica. Tra gli obiettivi del CISEFN quello di promuovere la collaborazione tra gli storici e i giuristi che, nel rispetto delle rispettive competenze, intendano perseguire una più proficua utilizzazione integrata dell’ingente mole del materiale documentario disponibile. Per attivare e rinnovare queste forme di dialogo si sono organizzati numerosi convegni: dalla prima rassegna nazionale sullo status degli studi svoltasi a Cento nel 1993 e raccolta nel volume degli atti La libertà di decidere - realtà e parvenze di autonomia nella normativa locale del medioevo, ai successivi incontri. Tra essi i due seminari realizzati nel 1994 e nel 1995 a San Miniato presso il Centro di Studi sulla Civiltà del Tardo Medioevo, in cui sono confluiti molti degli studiosi più noti e qualificati in materia per discutere e confrontarsi sulle repertoriazioni delle fonti normative e sulle edizioni degli statuti. Col Convegno tenutosi a Cagliari dal 25 al 29 settembre 1996 sul tema Statuti e fonti normative cittadine tra Medioevo e prima Età Moderna per iniziativa e ospitalità dell'Istituto sui rapporti italo-iberici del CNR, il Comitato ha avviato i raffronti su tematiche distinte, che hanno consentito di condurre indagini comparate su aspetti specifici della documentazione normativa; raffronti proseguiti col convegno Gli Statuti e la stampa tenutosi a Bologna il 23 e 24 gennaio del 1998. Il 5 novembre dello stesso anno il VI convegno dal titolo Dieci anni di studi e ricerche sulla legislazione italiana medievale e moderna ha coinciso con la presentazione della Bibliografia Statutaria italiana presso la sede del Senato di Palazzo Giustiniani in cui sono intervenuti Mario Ascheri, Mario Caravale, Giorgio Chittolini, Gian Savino Pene Vidari, Ugo Petronio, Vito Piergiovanni, Andrea Romano, Gian Maria Varanini e il ministro Ortensio Zecchino. Sono seguiti altri convegni nazionali tenutisi a Ferrara, Viterbo. Messina e ci si accinge a pubblicare il secondo volume della Bibliografia Statutaria Italiana

Bibliografia statutaria italiana II numero

DONDARINI, ROLANDO
2006

Abstract

Nella sua grande varietà la produzione statutaria fu essenzialmente espressione di contesti e circostanze differenti. Anche quando influenzati da una certa circolazione di esemplari ed esperti, i codici normativi hanno manifestato capacità di incidenza e di durata strettamente dipendenti dalle situazioni e dalle evoluzioni politiche degli enti promulgatori e delle diverse comunità interessate. È quindi ovvio che per rilevarne i significati e l’efficacia, ogni codificazione debba essere posta in relazione col clima e con le contingenze che la generarono e la mantennero vigente, cercando di analizzare le dialettiche tra i diversi soggetti istituzionali che vi si confrontavano e di dedurre le gerarchie del diritto che ne scaturirono. Ma è poi dal confronto con le altre realtà che per ciascuno di questi aspetti è possibile valutare l’effettiva originalità delle motivazioni e la portata degli svolgimenti successivi. Questa esigenza di confronto è senz’altro uno dei motivi del fervore e dell’intensità con cui da qualche anno sono ripresi gli studi sulle fonti dello ius proprium, realizzando molti degli auspici di chi aveva segnalato l’eccessivo accantonamento di un tema essenziale per la storia del basso medioevo e della prima età moderna. Decine di convegni e di seminari si sono alternati a edizioni di testi, rubricari, repertori, rassegne bibliografiche e mostre. Tra i protagonisti di questo rilancio degli studi statutari, il gruppo di studiosi coordinato da Rolando Dondarini che ha dato vita al Comitato italiano per gli studi e le edizioni delle fonti normative e che, con l’appoggio della Biblioteca del Senato della Repubblica, ha prodotto nel 1998 il primo numero della Bibliografia Statutaria Italiana (1985-1995), il cui comitato di redazione si è avvalso dell’apporto del gruppo bolognese di studiosi e collaboratori del Laboratorio Multidisciplinare di Ricerca Storica. Tra gli obiettivi del CISEFN quello di promuovere la collaborazione tra gli storici e i giuristi che, nel rispetto delle rispettive competenze, intendano perseguire una più proficua utilizzazione integrata dell’ingente mole del materiale documentario disponibile. Per attivare e rinnovare queste forme di dialogo si sono organizzati numerosi convegni: dalla prima rassegna nazionale sullo status degli studi svoltasi a Cento nel 1993 e raccolta nel volume degli atti La libertà di decidere - realtà e parvenze di autonomia nella normativa locale del medioevo, ai successivi incontri. Tra essi i due seminari realizzati nel 1994 e nel 1995 a San Miniato presso il Centro di Studi sulla Civiltà del Tardo Medioevo, in cui sono confluiti molti degli studiosi più noti e qualificati in materia per discutere e confrontarsi sulle repertoriazioni delle fonti normative e sulle edizioni degli statuti. Col Convegno tenutosi a Cagliari dal 25 al 29 settembre 1996 sul tema Statuti e fonti normative cittadine tra Medioevo e prima Età Moderna per iniziativa e ospitalità dell'Istituto sui rapporti italo-iberici del CNR, il Comitato ha avviato i raffronti su tematiche distinte, che hanno consentito di condurre indagini comparate su aspetti specifici della documentazione normativa; raffronti proseguiti col convegno Gli Statuti e la stampa tenutosi a Bologna il 23 e 24 gennaio del 1998. Il 5 novembre dello stesso anno il VI convegno dal titolo Dieci anni di studi e ricerche sulla legislazione italiana medievale e moderna ha coinciso con la presentazione della Bibliografia Statutaria italiana presso la sede del Senato di Palazzo Giustiniani in cui sono intervenuti Mario Ascheri, Mario Caravale, Giorgio Chittolini, Gian Savino Pene Vidari, Ugo Petronio, Vito Piergiovanni, Andrea Romano, Gian Maria Varanini e il ministro Ortensio Zecchino. Sono seguiti altri convegni nazionali tenutisi a Ferrara, Viterbo. Messina e ci si accinge a pubblicare il secondo volume della Bibliografia Statutaria Italiana
2006
dondarini r
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