La narrazione è parte costitutiva della professione medico-sanitaria, ma le modalità e l’oggetto della narrazione sono il più delle volte sbilanciati nella direzione della “storia di malattia”, osservata descritta e raccontata nel linguaggio biomedico corredato da metodologie basate sulle evidenze scientifiche. L’attenzione alla patologia rischia di mettere in ombra la “storia del paziente” e i significati attribuiti alla sofferenza che investe tutto l’universo affettivo e relazionale del malato. L’approccio delle Medical Humanities può arricchire la sensibilità comunicativa del medico nel relazionarsi con il paziente, evitando il ricorso a frasi generiche o a tecniche di comunicazione che, se seguite in modo stereotipato, non permettono una piena elaborazione dell’esperienza di malattia.
M.P. Zamagni (2013). La comunicazione in oncologia. Storie di malati e di malattie.. Bologna : ArchetipoLibri-CLUEB.
La comunicazione in oncologia. Storie di malati e di malattie.
ZAMAGNI, MARIA PAOLA
2013
Abstract
La narrazione è parte costitutiva della professione medico-sanitaria, ma le modalità e l’oggetto della narrazione sono il più delle volte sbilanciati nella direzione della “storia di malattia”, osservata descritta e raccontata nel linguaggio biomedico corredato da metodologie basate sulle evidenze scientifiche. L’attenzione alla patologia rischia di mettere in ombra la “storia del paziente” e i significati attribuiti alla sofferenza che investe tutto l’universo affettivo e relazionale del malato. L’approccio delle Medical Humanities può arricchire la sensibilità comunicativa del medico nel relazionarsi con il paziente, evitando il ricorso a frasi generiche o a tecniche di comunicazione che, se seguite in modo stereotipato, non permettono una piena elaborazione dell’esperienza di malattia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.