L’espansione del costituzionalismo, a volte solo “di facciata”, si accompagna all’esigenza di studiarne i modi di circolazione e di applicazione. Non sempre gli strumenti apprestati dalla scienza del diritto civile comparato a far tempo dal 1900 si rivelano sufficienti o adeguati. Ma i comparatisti costituzionalisti hanno apprestato metodi di indagine idonei, peculiari alle caratteristiche proprie della materia, al punto che il diritto costituzionale comparato possa considerarsi una scienza? Scopo principale del volume è la ricerca delle specificità della comparazione nel campo del diritto costituzionale. L’esasperato eurocentrismo che contraddistingue molte ricerche costituzionalistiche in tutti i paesi enfatizza la frattura tra l’adozione di costituzioni e il recepimento della cultura costituzionalistica, e denuncia la diffusa sensazione che il modo occidentale di organizzazione del potere e di disciplina dei diritti è superiore ad altri. Solo un accostamento positivistico, relativistico e scientifico alla ricerca comparatistica consente di accantonare idee preconcette e assiologie valoriali, e di enfatizzare la poliedrica struttura che il diritto assume nei vari sistemi, famiglie, ordinamenti. Rifiutando l’equazione diritto = legge, propria del positivismo legistico ottocentesco, e i corollari dei contenuti essenziali, universali e immodificabili delle costituzioni, l’analisi positiva consente di enfatizzare il ruolo della cultura giuridica quale formante costitutivo del diritto costituzionale vigente, per comprenderne le ragioni, e verificarne le condizioni di applicabilità e di circolazione (o di rigetto). Essenziale si rivela dunque l’utilizzazione – metodologicamente corretta – di scienze diverse da quella giuridica, perché “diritto” non è sempre e dovunque la stessa cosa.
Diritto costituzionale comparato. La scienza e il metodo / LUCIO PEGORARO. - STAMPA. - (2014), pp. 1-324.
Diritto costituzionale comparato. La scienza e il metodo
PEGORARO, LUCIO
2014
Abstract
L’espansione del costituzionalismo, a volte solo “di facciata”, si accompagna all’esigenza di studiarne i modi di circolazione e di applicazione. Non sempre gli strumenti apprestati dalla scienza del diritto civile comparato a far tempo dal 1900 si rivelano sufficienti o adeguati. Ma i comparatisti costituzionalisti hanno apprestato metodi di indagine idonei, peculiari alle caratteristiche proprie della materia, al punto che il diritto costituzionale comparato possa considerarsi una scienza? Scopo principale del volume è la ricerca delle specificità della comparazione nel campo del diritto costituzionale. L’esasperato eurocentrismo che contraddistingue molte ricerche costituzionalistiche in tutti i paesi enfatizza la frattura tra l’adozione di costituzioni e il recepimento della cultura costituzionalistica, e denuncia la diffusa sensazione che il modo occidentale di organizzazione del potere e di disciplina dei diritti è superiore ad altri. Solo un accostamento positivistico, relativistico e scientifico alla ricerca comparatistica consente di accantonare idee preconcette e assiologie valoriali, e di enfatizzare la poliedrica struttura che il diritto assume nei vari sistemi, famiglie, ordinamenti. Rifiutando l’equazione diritto = legge, propria del positivismo legistico ottocentesco, e i corollari dei contenuti essenziali, universali e immodificabili delle costituzioni, l’analisi positiva consente di enfatizzare il ruolo della cultura giuridica quale formante costitutivo del diritto costituzionale vigente, per comprenderne le ragioni, e verificarne le condizioni di applicabilità e di circolazione (o di rigetto). Essenziale si rivela dunque l’utilizzazione – metodologicamente corretta – di scienze diverse da quella giuridica, perché “diritto” non è sempre e dovunque la stessa cosa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.