Considerando le implicazioni ideologiche derivanti dal processo dell’apoteosi e dall’istituzione del culto del princeps morto e divinizzato, emerge come l’istituto della consecratio manifesti, fin dalla prima età imperiale, una forte accezione politica, configurandosi essenzialmente come strumento di legittimazione personale, incentrata sulla creazione e sulla celebrazione di un rapporto di ascendenza e di filiazione divina. Analogamente, da un punto di vista del tutto complementare, il coinvolgimento diretto della componente femminile nell’evoluzione della pratica della divinizzazione imperiale – a partire dall’apoteosi di Drusilla (sorella di Caligola) e dalla consacrazione postuma di Livia (avia di Claudio) – assume una rilevanza oltremodo significativa in considerazione della funzione di legittimazione dinastica spesso attribuita alle donne della famiglia imperiale. Secondo questi presupposti, l’analisi delle emissioni postume coniate nel corso del I secolo d.C. per i personaggi femminili della domus imperiale risulta emblematica nel delineare la duplice accezione di legittimazione, personale e dinastica, sottesa al processo di divinizzazione dei membri della famiglia imperiale, e in particolare delle Auguste [A.L. Morelli]. A questo proposito, l’esame della documentazione numismatica per la diva Domitilla, qui identificata come Flavia Domitilla Minore – sorella di Domiziano ed avia dei suoi figli adottivi (Flavius) Domitianus e (Flavius) Vespasianus – consente di riconoscere le linee di definizione di un programma dinastico strettamente connesso al ruolo rivestito dalle Auguste in quanto garanti della successione al potere [E. Filippini].
Morelli A., Filippini E. (2014). Divinizzazioni femminili nella prima età imperiale. Analisi della documentazione numismatica. Bologna : BUP (Bononia University Press).
Divinizzazioni femminili nella prima età imperiale. Analisi della documentazione numismatica
MORELLI, ANNA;FILIPPINI, ERICA
2014
Abstract
Considerando le implicazioni ideologiche derivanti dal processo dell’apoteosi e dall’istituzione del culto del princeps morto e divinizzato, emerge come l’istituto della consecratio manifesti, fin dalla prima età imperiale, una forte accezione politica, configurandosi essenzialmente come strumento di legittimazione personale, incentrata sulla creazione e sulla celebrazione di un rapporto di ascendenza e di filiazione divina. Analogamente, da un punto di vista del tutto complementare, il coinvolgimento diretto della componente femminile nell’evoluzione della pratica della divinizzazione imperiale – a partire dall’apoteosi di Drusilla (sorella di Caligola) e dalla consacrazione postuma di Livia (avia di Claudio) – assume una rilevanza oltremodo significativa in considerazione della funzione di legittimazione dinastica spesso attribuita alle donne della famiglia imperiale. Secondo questi presupposti, l’analisi delle emissioni postume coniate nel corso del I secolo d.C. per i personaggi femminili della domus imperiale risulta emblematica nel delineare la duplice accezione di legittimazione, personale e dinastica, sottesa al processo di divinizzazione dei membri della famiglia imperiale, e in particolare delle Auguste [A.L. Morelli]. A questo proposito, l’esame della documentazione numismatica per la diva Domitilla, qui identificata come Flavia Domitilla Minore – sorella di Domiziano ed avia dei suoi figli adottivi (Flavius) Domitianus e (Flavius) Vespasianus – consente di riconoscere le linee di definizione di un programma dinastico strettamente connesso al ruolo rivestito dalle Auguste in quanto garanti della successione al potere [E. Filippini].I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.