Questo lavoro esami tre dimensioni del capitale sociale inteso come orizzonte culturale: il senso di appartenenza territoriale, la fiducia negli altri e la fiducia nelle istituzioni. L’interesse di politologi e sociologi rispetto ai sentimenti di appartenenza territoriale è cresciuto in questi ultimi anni, soprattutto a seguito del successo elettorale della Lega e della sua scelta di usare un argomento a base territoriale – il federalismo prima e la «secessione» di una parte dell’Italia poi – come una via d’uscita alla crisi istituzionale. Ma è soprattutto lo studio della fiducia e delle sue proprietà che risulta particolarmente rilevante per il caso italiano, visto il deficit di fiducia che tradizio-nalmente caratterizza il Paese, e che è stato rilevato da una pluralità di indagini comparate, a partire dalle classiche ricerche di Banfield (1958) e Almond e Verba (1963; 1980). Su questo sfondo caratterizzato da prevalente diffidenza si innesta poi una accentuazione congiunturale, dovuta al persistente ristagno dell'economia, alla durezza delle contrapposizioni politiche, alla riduzione delle coperture del welfare – fino all'esplicito riferimento nel dibattito pubblico al tema del «declino», che non può che alimentare (anche nella sola enunciazione) la sfiducia diffusa. In questo quadro l’analisi della fiducia dei romagnoli è stata condotta lungo due direttrici: a) focalizzando l’attenzione sugli intervistati romagnoli, anche allo scopo di approfondire la relazione tra fiducia diffusa e senso di appartenenza territoriale; b) comparando il profilo dei romagnoli con quello degli altri italiani
P. Bordandini (2004). Identità locale e fiducia nelle istituzioni. BOLOGNA : Il Mulino.
Identità locale e fiducia nelle istituzioni
BORDANDINI, PAOLA
2004
Abstract
Questo lavoro esami tre dimensioni del capitale sociale inteso come orizzonte culturale: il senso di appartenenza territoriale, la fiducia negli altri e la fiducia nelle istituzioni. L’interesse di politologi e sociologi rispetto ai sentimenti di appartenenza territoriale è cresciuto in questi ultimi anni, soprattutto a seguito del successo elettorale della Lega e della sua scelta di usare un argomento a base territoriale – il federalismo prima e la «secessione» di una parte dell’Italia poi – come una via d’uscita alla crisi istituzionale. Ma è soprattutto lo studio della fiducia e delle sue proprietà che risulta particolarmente rilevante per il caso italiano, visto il deficit di fiducia che tradizio-nalmente caratterizza il Paese, e che è stato rilevato da una pluralità di indagini comparate, a partire dalle classiche ricerche di Banfield (1958) e Almond e Verba (1963; 1980). Su questo sfondo caratterizzato da prevalente diffidenza si innesta poi una accentuazione congiunturale, dovuta al persistente ristagno dell'economia, alla durezza delle contrapposizioni politiche, alla riduzione delle coperture del welfare – fino all'esplicito riferimento nel dibattito pubblico al tema del «declino», che non può che alimentare (anche nella sola enunciazione) la sfiducia diffusa. In questo quadro l’analisi della fiducia dei romagnoli è stata condotta lungo due direttrici: a) focalizzando l’attenzione sugli intervistati romagnoli, anche allo scopo di approfondire la relazione tra fiducia diffusa e senso di appartenenza territoriale; b) comparando il profilo dei romagnoli con quello degli altri italianiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.