La necessità contemporanea di aggiustare il rapporto fra forme dell’esperienza individuale e mondo sociale porta a ritenere che l’identità individuale possa soffrire di una scarsa integrazione interiore, rischiando di incorrere nell’anomia , fenomeno da tempo conosciuto e trattato. Da questo punto di vista la costruzione dell’odierna cittadinanza sociale si arricchisce di nuove dimensioni: a quella più tradizionale - e non del tutto risolta - del godimento di benessere e sicurezza attraverso una via prevalentemente economico-politica si aggiunge una dimensione privatistico-espressiva più incentrata su elementi identitari e culturali e tesa a tenere insieme sfera individuale e spazio pubblico, relazioni interpersonali ed appartenenze sia comunitarie sia societarie. La transizione in corso ad una diversa lettura della società, dell’appartenenza sociale e dell’identità appare un processo che accomuna, pur con gradi di incisività differenti, ogni attore sociale di ogni classe d’età nella rielaborazione dei propri valori. Gli atteggiamenti e i comportamenti delle giovani generazioni non vanno considerati indipendentemente dal contesto socio-economico e culturale nel quale si producono, né ritenuti estranei dai ricordati processi di individualizzazione e razionalizzazione dei valori oggi particolarmente intensi. I giovani mostrano, cioè, di sperimentare nuove forme e nuovi significati di comunicazione, di convivenza, di appartenenza che aggiornano quelli tradizionali, senza proporre un annullamento o un rifiuto di istanze politiche, morali, partecipative, ma piuttosto ponendo le basi di una loro trasformazione. L’insieme delle World Values Surveys realizzate nell’arco degli ultimi 20 anni su valori e credenze delle persone mostra, nelle generazioni che via via si affacciano sulle scena sociale dei Paesi industriali avanzati, un sempre maggior orientamento verso valori post-materialisti. Questo suggerisce di accostarsi allo studio delle generazioni giovanili con la consapevolezza di un rapporto forte fra trasformazione socio-culturale e stili di vita quotidiana, evitando semplificazioni ed optando per analisi teorico-empiriche che, entro un’ampia prospettiva intergenerazionale, sappiano cogliere le specificità che emergono entro i diversi contesti territoriali e nei dif-ferenti periodi storico-sociali. Ecco perché la via del “lamento contro la caduta dei valori” nei giovani o dell’allarme per il “declino della morale” non sembra essere quella più adeguata a cogliere la sostanza dei fenomeni di adeguamento socio-culturale attualmente in corso che coinvolgono l’insieme dei cittadini, ma che nei giovani trovano certamente un’espressione più radicale e densa di indicazioni circa il futuro dell’identità e delle relazioni sociali . Ciò, però, senza cadere nell’errore di segno opposto, cioè la disattenzione verso i segnali - evidenti - di una lettura emergente della società come un fenomeno ‘naturale’, in cui le diverse questioni ‘seguono il corso delle cose’, oppure ‘vanno come sono sempre andate’ e, quindi, di una distanza dalle dinamiche sociali che si fa eccessiva, generando apatia, paura e indifferenza. Il contributo analizza queste problematiche rapportandole ad atteggiamenti e comportamenti dei giovani della provincia di Forlì-Cesena.

Valori, vita quotidiana e rappresentazioni del futuro

MARTELLI, ALESSANDRO
2004

Abstract

La necessità contemporanea di aggiustare il rapporto fra forme dell’esperienza individuale e mondo sociale porta a ritenere che l’identità individuale possa soffrire di una scarsa integrazione interiore, rischiando di incorrere nell’anomia , fenomeno da tempo conosciuto e trattato. Da questo punto di vista la costruzione dell’odierna cittadinanza sociale si arricchisce di nuove dimensioni: a quella più tradizionale - e non del tutto risolta - del godimento di benessere e sicurezza attraverso una via prevalentemente economico-politica si aggiunge una dimensione privatistico-espressiva più incentrata su elementi identitari e culturali e tesa a tenere insieme sfera individuale e spazio pubblico, relazioni interpersonali ed appartenenze sia comunitarie sia societarie. La transizione in corso ad una diversa lettura della società, dell’appartenenza sociale e dell’identità appare un processo che accomuna, pur con gradi di incisività differenti, ogni attore sociale di ogni classe d’età nella rielaborazione dei propri valori. Gli atteggiamenti e i comportamenti delle giovani generazioni non vanno considerati indipendentemente dal contesto socio-economico e culturale nel quale si producono, né ritenuti estranei dai ricordati processi di individualizzazione e razionalizzazione dei valori oggi particolarmente intensi. I giovani mostrano, cioè, di sperimentare nuove forme e nuovi significati di comunicazione, di convivenza, di appartenenza che aggiornano quelli tradizionali, senza proporre un annullamento o un rifiuto di istanze politiche, morali, partecipative, ma piuttosto ponendo le basi di una loro trasformazione. L’insieme delle World Values Surveys realizzate nell’arco degli ultimi 20 anni su valori e credenze delle persone mostra, nelle generazioni che via via si affacciano sulle scena sociale dei Paesi industriali avanzati, un sempre maggior orientamento verso valori post-materialisti. Questo suggerisce di accostarsi allo studio delle generazioni giovanili con la consapevolezza di un rapporto forte fra trasformazione socio-culturale e stili di vita quotidiana, evitando semplificazioni ed optando per analisi teorico-empiriche che, entro un’ampia prospettiva intergenerazionale, sappiano cogliere le specificità che emergono entro i diversi contesti territoriali e nei dif-ferenti periodi storico-sociali. Ecco perché la via del “lamento contro la caduta dei valori” nei giovani o dell’allarme per il “declino della morale” non sembra essere quella più adeguata a cogliere la sostanza dei fenomeni di adeguamento socio-culturale attualmente in corso che coinvolgono l’insieme dei cittadini, ma che nei giovani trovano certamente un’espressione più radicale e densa di indicazioni circa il futuro dell’identità e delle relazioni sociali . Ciò, però, senza cadere nell’errore di segno opposto, cioè la disattenzione verso i segnali - evidenti - di una lettura emergente della società come un fenomeno ‘naturale’, in cui le diverse questioni ‘seguono il corso delle cose’, oppure ‘vanno come sono sempre andate’ e, quindi, di una distanza dalle dinamiche sociali che si fa eccessiva, generando apatia, paura e indifferenza. Il contributo analizza queste problematiche rapportandole ad atteggiamenti e comportamenti dei giovani della provincia di Forlì-Cesena.
2004
Radicamento e disincanto. Un'indagine sui giovani della provincia di Forlì-Cesena
119
137
A. Martelli
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/19303
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