Il saggio si inserisce nel filone di letteratura che ha portato l'attenzione sul welfare dei comuni o degli enti nazionali con basi operative locali, proponendo un'analisi incrociata delle politiche sociali di due importanti protagonisti, le Amministrazioni comunali e gli Enti comunali di assistenza delle città di Verona e Bologna. In particolare ci soffermeremo sul periodo che va dagli anni cinquanta agli anni ottanta perché in esso si delineano alcuni passaggi fondamentali. Il primo riguarda il rapporto fra i diversi protagonisti dello stato sociale: i comuni italiani, o almeno una parte di essi, da semplici erogatori quali erano sempre stati si ritagliano un ruolo di coordinatori di tutti i servizi di welfare forniti sul loro territorio; al contrario i numerosi enti statali che l'epoca fascista aveva lasciato in eredità perdono con il progredire degli anni quella capacità innovativa che pur avevano manifestato nella fase iniziale della loro storia. Il secondo attiene all'affermarsi della società dei consumi, la quale impone ai diversi protagonisti di confrontarsi non solo con il tema dei diritti di cittadinanza ma anche con l'altro universalismo, quello del consumo che si esprime con la libertà di scegliere e comperare ciò che si vuole senza alcuna mediazione se non quella del denaro.

Il welfare locale dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta: Bologna e Verona a confronto

FAURI, FRANCESCA;BATTILANI, PATRIZIA
2013

Abstract

Il saggio si inserisce nel filone di letteratura che ha portato l'attenzione sul welfare dei comuni o degli enti nazionali con basi operative locali, proponendo un'analisi incrociata delle politiche sociali di due importanti protagonisti, le Amministrazioni comunali e gli Enti comunali di assistenza delle città di Verona e Bologna. In particolare ci soffermeremo sul periodo che va dagli anni cinquanta agli anni ottanta perché in esso si delineano alcuni passaggi fondamentali. Il primo riguarda il rapporto fra i diversi protagonisti dello stato sociale: i comuni italiani, o almeno una parte di essi, da semplici erogatori quali erano sempre stati si ritagliano un ruolo di coordinatori di tutti i servizi di welfare forniti sul loro territorio; al contrario i numerosi enti statali che l'epoca fascista aveva lasciato in eredità perdono con il progredire degli anni quella capacità innovativa che pur avevano manifestato nella fase iniziale della loro storia. Il secondo attiene all'affermarsi della società dei consumi, la quale impone ai diversi protagonisti di confrontarsi non solo con il tema dei diritti di cittadinanza ma anche con l'altro universalismo, quello del consumo che si esprime con la libertà di scegliere e comperare ciò che si vuole senza alcuna mediazione se non quella del denaro.
2013
Consumare il Welfare L’esperienza italiana del secondo Novecento
111
148
Fauri F; Battilani P
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