Il contributo presenta il GRI e le relative linee guida per la rendicontazione di sostenibilità; indica i potenziali benefici conseguibili grazie all’utilizzazione di tali linee guida; spiega i contenuti delle recenti linee guida G3.1. La Global Reporting Initiative è un’organizzazione fondata nel 1997 su iniziativa della ONG statunitense Coalisation for Environmentally Responsible Economies (CERES), in collaborazione con l’United Nations Environment Programme (UNEP). L’obiettivo delle linee guida prodotte dal GRI è quello di consentire e guidare le aziende nella realizzazione dei report di sostenibilità, incrementando e migliorando la qualità dell’informazione prodotta, il rigore con il quale questa viene elaborata e l’utilità stessa dei report, intendendo questi ultimi come rendicontazione triple bottom line economico-sociale e ambientale. Uno dei principali punti di forza, e del conseguente vastissimo utilizzo delle linee guida GRI, risiede nel coinvolgimento degli stakeholder già durante l’impostazione del framework, coinvolgimento che si esplicita tramite molteplici modalità. Il risultato è la delineazione di linee guida condivise a livello internazionale, capaci di esprimere le esigenze conoscitive rilevate necessarie non solo da chi direttamente ha lavorato nell’ambito dei working group per elaborare il framework o i supplementi di settore, ma da tutti gli stakeholder che a vario grado hanno contribuito alla delineazione finale dei documenti, tramite focus group di stakeholder rappresentativi, survey on line aperti a chi voglia lasciare il proprio feedback o esprimere le proprie attese e molte altre forme di partecipazione. Le linee guida G3.1 del 2011 rappresentano la versione più recente. Il GRI sostiene di porsi come guida per coloro che gestiscono le imprese e di fungere da «complemento» e non da alternativa nella gestione della sostenibilità, proponendosi come strumento che incorpora e integra anche altre iniziative, pur nel rispetto della sua missione e dei suoi principi di rendicontazione. Si presentano i potenziali benefici per le imprese che pongono in atto questo tipo di scelta. Questi benefici possono essere così riassunti: a) si rende più efficiente il management a livello globale; b) il dialogo continuo con gli stakeholder aiuta nell’affrontare l’attuale complessità strategica ed operativa della gestione; c) si facilita il raggiungimento di rapporti fiduciari con tutti gli interlocutori, inclusi gli investitori (attuali o potenziali); d) si aiuta ad integrare meglio le decisioni sulle diverse funzioni aziendali (finanza, marketing, ricerca e sviluppo, ecc.); e) si valutano meglio in anticipo i danni per l’impresa dovuti a condotte scorrette; f) migliora la valutazione del contributo sociale complessivo dell’impresa e «Questa misurazione è centrale per mantenere e rafforzare la ‘licenza di agire’», cioè per mantenere una sorta di legittimazione da parte della società civile; g) «I bilanci di sostenibilità possono ridurre la volatilità e l’incertezza nel valore delle azioni per imprese quotate, riducendo così il costo del capitale». Si esaminano in rapida sintesi anche i punti centrali del recente documento G3.1, che riprendono le precedenti versioni, ma che pongono un più marcato riferimento ad aspetti quali la governance. Si vuole sottolineare come il documento G3.1 sia transitorio, ma in questo vi siano presenti diverse novità rispetto al documento G3, essendovi nuovi indicatori, la richiesta di ulteriori informazioni rispetto a quelle richieste nelle versioni precedenti, o la revisione dei contenuti di alcuni principi e indicatori. Le linee guida si concludono con un insieme di suggerimenti su come articolare i report di sostenibilità, ad esempio come aggregare i dati, la struttura e la frequenza del report. In particolare però la parte finale fa anche riferimento all’assurance. Si osserva che per affrontare al meglio il problema essenziale della credibilità e della fiducia di tutti gli stakeholder il GRI fornisce alcune indicazioni di metodo e di prassi, tra cui la dichiarazione del management con cui si attesta che si sta seguendo il GRI attenendosi al livello definito in accordance.

Rusconi G., Farneti F. (2013). GRI. Roma : Ediesse.

GRI

FARNETI, FEDERICA
2013

Abstract

Il contributo presenta il GRI e le relative linee guida per la rendicontazione di sostenibilità; indica i potenziali benefici conseguibili grazie all’utilizzazione di tali linee guida; spiega i contenuti delle recenti linee guida G3.1. La Global Reporting Initiative è un’organizzazione fondata nel 1997 su iniziativa della ONG statunitense Coalisation for Environmentally Responsible Economies (CERES), in collaborazione con l’United Nations Environment Programme (UNEP). L’obiettivo delle linee guida prodotte dal GRI è quello di consentire e guidare le aziende nella realizzazione dei report di sostenibilità, incrementando e migliorando la qualità dell’informazione prodotta, il rigore con il quale questa viene elaborata e l’utilità stessa dei report, intendendo questi ultimi come rendicontazione triple bottom line economico-sociale e ambientale. Uno dei principali punti di forza, e del conseguente vastissimo utilizzo delle linee guida GRI, risiede nel coinvolgimento degli stakeholder già durante l’impostazione del framework, coinvolgimento che si esplicita tramite molteplici modalità. Il risultato è la delineazione di linee guida condivise a livello internazionale, capaci di esprimere le esigenze conoscitive rilevate necessarie non solo da chi direttamente ha lavorato nell’ambito dei working group per elaborare il framework o i supplementi di settore, ma da tutti gli stakeholder che a vario grado hanno contribuito alla delineazione finale dei documenti, tramite focus group di stakeholder rappresentativi, survey on line aperti a chi voglia lasciare il proprio feedback o esprimere le proprie attese e molte altre forme di partecipazione. Le linee guida G3.1 del 2011 rappresentano la versione più recente. Il GRI sostiene di porsi come guida per coloro che gestiscono le imprese e di fungere da «complemento» e non da alternativa nella gestione della sostenibilità, proponendosi come strumento che incorpora e integra anche altre iniziative, pur nel rispetto della sua missione e dei suoi principi di rendicontazione. Si presentano i potenziali benefici per le imprese che pongono in atto questo tipo di scelta. Questi benefici possono essere così riassunti: a) si rende più efficiente il management a livello globale; b) il dialogo continuo con gli stakeholder aiuta nell’affrontare l’attuale complessità strategica ed operativa della gestione; c) si facilita il raggiungimento di rapporti fiduciari con tutti gli interlocutori, inclusi gli investitori (attuali o potenziali); d) si aiuta ad integrare meglio le decisioni sulle diverse funzioni aziendali (finanza, marketing, ricerca e sviluppo, ecc.); e) si valutano meglio in anticipo i danni per l’impresa dovuti a condotte scorrette; f) migliora la valutazione del contributo sociale complessivo dell’impresa e «Questa misurazione è centrale per mantenere e rafforzare la ‘licenza di agire’», cioè per mantenere una sorta di legittimazione da parte della società civile; g) «I bilanci di sostenibilità possono ridurre la volatilità e l’incertezza nel valore delle azioni per imprese quotate, riducendo così il costo del capitale». Si esaminano in rapida sintesi anche i punti centrali del recente documento G3.1, che riprendono le precedenti versioni, ma che pongono un più marcato riferimento ad aspetti quali la governance. Si vuole sottolineare come il documento G3.1 sia transitorio, ma in questo vi siano presenti diverse novità rispetto al documento G3, essendovi nuovi indicatori, la richiesta di ulteriori informazioni rispetto a quelle richieste nelle versioni precedenti, o la revisione dei contenuti di alcuni principi e indicatori. Le linee guida si concludono con un insieme di suggerimenti su come articolare i report di sostenibilità, ad esempio come aggregare i dati, la struttura e la frequenza del report. In particolare però la parte finale fa anche riferimento all’assurance. Si osserva che per affrontare al meglio il problema essenziale della credibilità e della fiducia di tutti gli stakeholder il GRI fornisce alcune indicazioni di metodo e di prassi, tra cui la dichiarazione del management con cui si attesta che si sta seguendo il GRI attenendosi al livello definito in accordance.
2013
Il bilancio sociale delle imprese. Economia, etica e responsabilità sociale dell'impresa.
135
148
Rusconi G., Farneti F. (2013). GRI. Roma : Ediesse.
Rusconi G.; Farneti F.;
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/191024
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