Esiste ancora la città in quanto soggetto comunitario, in grado di esprimere forme compiute, al tempo stesso sociali e spaziali, di valenza collettiva? Occuparsi di architettura attraverso la categoria della città potrebbe sembrare oggi un approccio non più idoneo rispetto al prevalere pubblicistico di un dibattito, e di diverse prassi, che vedrebbero la città formalmente compiuta non più al centro della trasformazione antropica, tra la dispersione fluida dello sprawl e l’addensamento informe della megalopoli. In questo clima di svalutazione dell’idea di città, la condizione oggettuale ed anti-urbana dell’architettura, intesa quale espressione autoreferente sino al feticismo della forma-evento dell’oggetto architettonico, sembra sancire lo stato di indifferenza tra bisogno abitativo e necessità di una forma urbana. D’altra parte però le problematiche ambientali, la necessità di predisporre condizioni di inclusione e coesione sociale, in generale la nuova “domanda di città”, ci costringono a riprendere in mano la funzione di un progetto architettonico che non può prescindere dal modello della città e, nella fattispecie, per vocazione storica, di quella europea, quale laboratorio particolarmente idoneo ad affrontare i bisogni della società futura. Secondo quel processo integrato, tra progetto, struttura e immagine dei fenomeni insediativi, in grado di restituire la propria sintesi identificativa nella rinnovata costruzione, ancora una volta, di una forma di città. / Does the city still exist as a community subject, able to express completed forms that are simultaneously social and spatial, of some collective worth? Dealing with architecture through the category of the city might seem an unlikely subject nowadays with respect to the current affairs prevalence of a debate, and those diverse praxes which would like to see the formally completed city no longer at the centre of anthropic transformation, among the fluid dispersion of urban sprawl and the amorphous coagulation of the megalopoleis. In this climate of devaluing the city idea, the object and anti-urban condition of architecture – in the sense of a self-referent expression to the point of fetishism of the form/event of the actual architectural object – appears to sanction the state of indifference regarding the demand for dwellings and the necessity for urban form. On the other hand, however, environmental problems, the necessity to arrange conditions of inclusion and social cohesion – the new “city demand” in general, forces us to take back in hand the function of an architectural project which cannot dismiss the city model and, in this case, through a historical vocation, the European one, as a laboratory which is particularly suitable for tackling the needs of future society. In tune with that integrated process which includes the project, structure and image of settlement phenomena, in a position to restore its own identification synthesis in the renewed construction, yet again, of a form of city.

European city architecture: project structure image

AMISTADI, LAMBERTO;
2011

Abstract

Esiste ancora la città in quanto soggetto comunitario, in grado di esprimere forme compiute, al tempo stesso sociali e spaziali, di valenza collettiva? Occuparsi di architettura attraverso la categoria della città potrebbe sembrare oggi un approccio non più idoneo rispetto al prevalere pubblicistico di un dibattito, e di diverse prassi, che vedrebbero la città formalmente compiuta non più al centro della trasformazione antropica, tra la dispersione fluida dello sprawl e l’addensamento informe della megalopoli. In questo clima di svalutazione dell’idea di città, la condizione oggettuale ed anti-urbana dell’architettura, intesa quale espressione autoreferente sino al feticismo della forma-evento dell’oggetto architettonico, sembra sancire lo stato di indifferenza tra bisogno abitativo e necessità di una forma urbana. D’altra parte però le problematiche ambientali, la necessità di predisporre condizioni di inclusione e coesione sociale, in generale la nuova “domanda di città”, ci costringono a riprendere in mano la funzione di un progetto architettonico che non può prescindere dal modello della città e, nella fattispecie, per vocazione storica, di quella europea, quale laboratorio particolarmente idoneo ad affrontare i bisogni della società futura. Secondo quel processo integrato, tra progetto, struttura e immagine dei fenomeni insediativi, in grado di restituire la propria sintesi identificativa nella rinnovata costruzione, ancora una volta, di una forma di città. / Does the city still exist as a community subject, able to express completed forms that are simultaneously social and spatial, of some collective worth? Dealing with architecture through the category of the city might seem an unlikely subject nowadays with respect to the current affairs prevalence of a debate, and those diverse praxes which would like to see the formally completed city no longer at the centre of anthropic transformation, among the fluid dispersion of urban sprawl and the amorphous coagulation of the megalopoleis. In this climate of devaluing the city idea, the object and anti-urban condition of architecture – in the sense of a self-referent expression to the point of fetishism of the form/event of the actual architectural object – appears to sanction the state of indifference regarding the demand for dwellings and the necessity for urban form. On the other hand, however, environmental problems, the necessity to arrange conditions of inclusion and social cohesion – the new “city demand” in general, forces us to take back in hand the function of an architectural project which cannot dismiss the city model and, in this case, through a historical vocation, the European one, as a laboratory which is particularly suitable for tackling the needs of future society. In tune with that integrated process which includes the project, structure and image of settlement phenomena, in a position to restore its own identification synthesis in the renewed construction, yet again, of a form of city.
2011
180
9788889739181
AMISTADI L.; PRANDI E.
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/190741
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact