«Risarcimento e sanzione» riflette il confronto tra due visioni antitetiche del ruolo dell’azione civile nella cura dell’interesse generale; esprime la dialettica tra la finalità dichiarata della compensazione del danneggiato e la tentazione di sovrapporre ad essa istanze legate alla punizione dell’autore di condotte antisociali; simboleggia i contrasti, mai sopiti, per l’affermazione di una funzione sull’altra. «Risarcimento e sanzione» è l’occasione per ridisegnare le sfere d’influenza di queste due anime dell’illecito civile, sì da emancipare il primo dalle residue venature punitive che finiscono per porne in discussione l’assicurabilità, e rivitalizzare la seconda quale strumento di controllo diffuso sull’effettività dei diritti fondamentali, entro un rigenerato sistema italo-comunitario delle fonti. Affidare siffatto riscontro di effettività allo strumentario tradizionale del diritto della responsabilità civile, orientato alla sola riparazione del danno in funzione compensativa, limiterebbe in origine gli orizzonti rilevanti, lasciando in ombra le concrete declinazioni della colpevolezza e dell’ingiustizia oltre la soglia di attivazione della «tutela minima» risarcitoria. Irrazionale è l’imposizione di sanzioni sproporzionate: ed è sproporzionata non soltanto la sanzione eccessiva, ma anche quella che pur dovendo esserci non c’è. All'esito di un approfondimento in chiave storica e comparata, la prospettata differenziazione tra risarcimento (art. 2043 c.c.) e sanzione (artt. 2059 c.c. e 96, comma 3, c.p.c.) restituisce al diritto e al processo civile un ruolo meno periferico nell'opera di monitoraggio e deterrenza delle condotte antisociali: complementare al diritto repressivo statale, ma anche quale sua radicale alternativa di sistema.
Francesco Quarta (2013). Risarcimento e sanzione nell'illecito civile. Napoli : Edizioni Scientifiche Italiane.
Risarcimento e sanzione nell'illecito civile
QUARTA, FRANCESCO
2013
Abstract
«Risarcimento e sanzione» riflette il confronto tra due visioni antitetiche del ruolo dell’azione civile nella cura dell’interesse generale; esprime la dialettica tra la finalità dichiarata della compensazione del danneggiato e la tentazione di sovrapporre ad essa istanze legate alla punizione dell’autore di condotte antisociali; simboleggia i contrasti, mai sopiti, per l’affermazione di una funzione sull’altra. «Risarcimento e sanzione» è l’occasione per ridisegnare le sfere d’influenza di queste due anime dell’illecito civile, sì da emancipare il primo dalle residue venature punitive che finiscono per porne in discussione l’assicurabilità, e rivitalizzare la seconda quale strumento di controllo diffuso sull’effettività dei diritti fondamentali, entro un rigenerato sistema italo-comunitario delle fonti. Affidare siffatto riscontro di effettività allo strumentario tradizionale del diritto della responsabilità civile, orientato alla sola riparazione del danno in funzione compensativa, limiterebbe in origine gli orizzonti rilevanti, lasciando in ombra le concrete declinazioni della colpevolezza e dell’ingiustizia oltre la soglia di attivazione della «tutela minima» risarcitoria. Irrazionale è l’imposizione di sanzioni sproporzionate: ed è sproporzionata non soltanto la sanzione eccessiva, ma anche quella che pur dovendo esserci non c’è. All'esito di un approfondimento in chiave storica e comparata, la prospettata differenziazione tra risarcimento (art. 2043 c.c.) e sanzione (artt. 2059 c.c. e 96, comma 3, c.p.c.) restituisce al diritto e al processo civile un ruolo meno periferico nell'opera di monitoraggio e deterrenza delle condotte antisociali: complementare al diritto repressivo statale, ma anche quale sua radicale alternativa di sistema.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.