Ricomponendo l’immagine di Sciascia narratore attraverso la specola della tradizione letteraria siciliana e insieme del suo manzonismo, ci appare la parabola di una sperimentazione inquieta che indaga il significato della riscrittura letteraria della storia nel Novecento. Il confronto di Sciascia con il passato è riletto quale luogo di accesso alla realtà per mezzo della letteratura, nelle forme del romanzo storico e giudiziario, così come del poliziesco. La microfisica, intesa quale strumento di un’anatomia delle pratiche del potere, di cui metafora principale è l’Inquisizione, sorregge una scrittura che recupera, in sintonia con la microstoria, la memoria di coloro che sono stati ingiustamente condannati, di chi si è opposto fieramente a un potere iniquo. Le «oscene ore liete del potere», le pieghe inconfessabili, il compromesso e la collusione ai quali cede l’apparato dello Stato, celebrando i propri rituali, occupano il centro delle più feroci pagine critiche di Sciascia, muovendo l’immaginazione dello scrittore nell’atto stesso dell’indagine. E la sperimentazione formale si impone come congegno discorsivo che riscatta e rivendica le ragioni dei vinti.
G. Benvenuti (2013). Microfisica della memoria. Leonardo Sciascia e le forme del racconto. Bologna : BONONIA UNIVERSITY PRESS.
Microfisica della memoria. Leonardo Sciascia e le forme del racconto
BENVENUTI, GIULIANA
2013
Abstract
Ricomponendo l’immagine di Sciascia narratore attraverso la specola della tradizione letteraria siciliana e insieme del suo manzonismo, ci appare la parabola di una sperimentazione inquieta che indaga il significato della riscrittura letteraria della storia nel Novecento. Il confronto di Sciascia con il passato è riletto quale luogo di accesso alla realtà per mezzo della letteratura, nelle forme del romanzo storico e giudiziario, così come del poliziesco. La microfisica, intesa quale strumento di un’anatomia delle pratiche del potere, di cui metafora principale è l’Inquisizione, sorregge una scrittura che recupera, in sintonia con la microstoria, la memoria di coloro che sono stati ingiustamente condannati, di chi si è opposto fieramente a un potere iniquo. Le «oscene ore liete del potere», le pieghe inconfessabili, il compromesso e la collusione ai quali cede l’apparato dello Stato, celebrando i propri rituali, occupano il centro delle più feroci pagine critiche di Sciascia, muovendo l’immaginazione dello scrittore nell’atto stesso dell’indagine. E la sperimentazione formale si impone come congegno discorsivo che riscatta e rivendica le ragioni dei vinti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.