Quando il pianeta era più caldo di oggi? Quando più freddo? E quanto? Come era l'Italia negli ultimi due periodi più caldo e più freddo? Come cambiano nei secoli i nostri fiumi? Come cambiano nel tempo i calanchi dell'Appennino? A queste domande cruciali per il nostro futuro possono rispondere i geologi e i paleontologi, abituati a leggere eventi e tracce del passato vicino e lontano. La mostra al Museo Giovanni Capellini risponde a queste e altre domande, fornendo esempi alle scale globale, nazionale, e regionale nel caso del Fiume Santerno a Imola e dei calanchi delle colline di Bologna. Fra questi, l'esempio bolognese è frutto della collezione di foto inedite di Luigi Fantini, scattate nel 1935, e ripetute 70 anni dopo dal geologo Giorgio Dalrio, che le donate al Museo Capellini. Le foto sono un deocumento impressionante della rapidità di cambiamento del paesaggio della prima collina bolognese e del margine pedemontano dell'intera regione. Il documento è tanto educativo quanto coerente con i risultati che si traggono dagli altri tre esempi proposti a scale temporali spaziali maggiori.
Federico Fanti (2013). Quanto cambia il pianeta che cambia.
Quanto cambia il pianeta che cambia
FANTI, FEDERICO
2013
Abstract
Quando il pianeta era più caldo di oggi? Quando più freddo? E quanto? Come era l'Italia negli ultimi due periodi più caldo e più freddo? Come cambiano nei secoli i nostri fiumi? Come cambiano nel tempo i calanchi dell'Appennino? A queste domande cruciali per il nostro futuro possono rispondere i geologi e i paleontologi, abituati a leggere eventi e tracce del passato vicino e lontano. La mostra al Museo Giovanni Capellini risponde a queste e altre domande, fornendo esempi alle scale globale, nazionale, e regionale nel caso del Fiume Santerno a Imola e dei calanchi delle colline di Bologna. Fra questi, l'esempio bolognese è frutto della collezione di foto inedite di Luigi Fantini, scattate nel 1935, e ripetute 70 anni dopo dal geologo Giorgio Dalrio, che le donate al Museo Capellini. Le foto sono un deocumento impressionante della rapidità di cambiamento del paesaggio della prima collina bolognese e del margine pedemontano dell'intera regione. Il documento è tanto educativo quanto coerente con i risultati che si traggono dagli altri tre esempi proposti a scale temporali spaziali maggiori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.