Giovanni Capellini e Achille de Zigno rappresentano due figure chiave nella storia della geologia e delle scienze naturali del XIX° secolo in Italia. Benché provenienti da diverse classi sociali e da ambienti accademici diversi, entrambi hanno lasciato tracce tangibili delle proprie capacità grazie alla loro concretezza indubbia intraprendenza nei diversi campi in cui si sono cimentati. Il loro rapporto di stima ed amicizia reciproco emerge non solo dal loro rapporto epistolare, ma più concretamente dai numerosi progetti che li vede lavorare fianco a fianco come figure di riferimento per la comunità scientifica del loro tempo. La loro amicizia verrà consolidata durante la preparazione del Secondo Congresso Internazionale di Geologia, tenuto nel 1881 a Bologna sotto la direzione di Capellini, al quale de Zigno partecipò concretamente all’organizzazione. Proprio in previsione dell’evento, de Zigno fece dono al Regio Museo Geologico e Paleontologico dell’Università di Bologna (oggi Museo Geologico Giovanni Capellini) di reperti di inestimabile valore storico e scientifico. Vanno certamente menzionati, oltre a una ricca collezione di pubblicazioni autografe del de Zigno, numerose piante fossili del veronese e i tre modelli in scala naturale di Halitherium veronense, Squalodon catulloi e Crocodylus arduini. In precedenza, nel 1863, de Zigno fece dono all’amico Capellini di altri reperti dal valore inestimabile provenienti dal giacimento di Bolca, reperti a cui ancora oggi il Museo Capellini dedica due sale delle sue collezioni. Il rapporto epistolare raccolto in questo volume evidenzia un profondo rapporto di stima tra Capellini e de Zigno, evidenziando interessi comuni tra cui una condivisa passione per le scienze e la loro divulgazione anche in ambito museale ma soprattutto il desiderio di esprimere le capacità in campo scientifico che l’Italia era in grado di esprimere per porsi meritatamente al centro della scena scientifica internazionale.
Federico Fanti (2013). Come si costruisce un Museo: il carteggio Capellini-De Zigno. Imola : Editrice Himolah.
Come si costruisce un Museo: il carteggio Capellini-De Zigno
FANTI, FEDERICO
2013
Abstract
Giovanni Capellini e Achille de Zigno rappresentano due figure chiave nella storia della geologia e delle scienze naturali del XIX° secolo in Italia. Benché provenienti da diverse classi sociali e da ambienti accademici diversi, entrambi hanno lasciato tracce tangibili delle proprie capacità grazie alla loro concretezza indubbia intraprendenza nei diversi campi in cui si sono cimentati. Il loro rapporto di stima ed amicizia reciproco emerge non solo dal loro rapporto epistolare, ma più concretamente dai numerosi progetti che li vede lavorare fianco a fianco come figure di riferimento per la comunità scientifica del loro tempo. La loro amicizia verrà consolidata durante la preparazione del Secondo Congresso Internazionale di Geologia, tenuto nel 1881 a Bologna sotto la direzione di Capellini, al quale de Zigno partecipò concretamente all’organizzazione. Proprio in previsione dell’evento, de Zigno fece dono al Regio Museo Geologico e Paleontologico dell’Università di Bologna (oggi Museo Geologico Giovanni Capellini) di reperti di inestimabile valore storico e scientifico. Vanno certamente menzionati, oltre a una ricca collezione di pubblicazioni autografe del de Zigno, numerose piante fossili del veronese e i tre modelli in scala naturale di Halitherium veronense, Squalodon catulloi e Crocodylus arduini. In precedenza, nel 1863, de Zigno fece dono all’amico Capellini di altri reperti dal valore inestimabile provenienti dal giacimento di Bolca, reperti a cui ancora oggi il Museo Capellini dedica due sale delle sue collezioni. Il rapporto epistolare raccolto in questo volume evidenzia un profondo rapporto di stima tra Capellini e de Zigno, evidenziando interessi comuni tra cui una condivisa passione per le scienze e la loro divulgazione anche in ambito museale ma soprattutto il desiderio di esprimere le capacità in campo scientifico che l’Italia era in grado di esprimere per porsi meritatamente al centro della scena scientifica internazionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.