Si tratta della versione a stampa dell’omonimo testo teatrale (andato in scena per la prima volta l’11.06.2013). Un dialogo serrato fra due personaggi che si incontrano ai margini di un grande terminal di merci: un broker fallito e un gatto randagio che si esprime in dialetto napoletano. Ne consegue un battibecco spassoso, a cui fanno eco le musiche originali del gruppo Faxtet. Nel repertorio si affacciano blues, jazz, rock, tarantelle, liscio, e spunti classicheggianti. Argomento del dialogo sono gli eterni interrogativi esistenziali che ai tempi nostri devono confrontarsi con l’economia, l’ecologia, lo sfruttamento degli uomini e delle risorse, la globalizzazione e l’immigrazione, e in definitiva con la crisi di valori e la perdita di senso, in una spirale che ha finito per inghiottire perfino quel senso e quei valori (liberisti e consumisti) che l’hanno generata.
NADIANI G (2013). TERMINAL.
TERMINAL
NADIANI, GIOVANNI
2013
Abstract
Si tratta della versione a stampa dell’omonimo testo teatrale (andato in scena per la prima volta l’11.06.2013). Un dialogo serrato fra due personaggi che si incontrano ai margini di un grande terminal di merci: un broker fallito e un gatto randagio che si esprime in dialetto napoletano. Ne consegue un battibecco spassoso, a cui fanno eco le musiche originali del gruppo Faxtet. Nel repertorio si affacciano blues, jazz, rock, tarantelle, liscio, e spunti classicheggianti. Argomento del dialogo sono gli eterni interrogativi esistenziali che ai tempi nostri devono confrontarsi con l’economia, l’ecologia, lo sfruttamento degli uomini e delle risorse, la globalizzazione e l’immigrazione, e in definitiva con la crisi di valori e la perdita di senso, in una spirale che ha finito per inghiottire perfino quel senso e quei valori (liberisti e consumisti) che l’hanno generata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.