L’impiego terapeutico delle cellule staminali potrebbe portare ad una vera e propria rivoluzione in medicina: dei 30 milioni di malati cronici stimati nel nostro paese, un terzo di essi potrebbero essere curato secondo questa innovativa strategia. Il trapianto di cellule staminali emopoietiche è stato finora utilizzato con successo in svariati casi: disordini dell’apparato emopoietico (primi tra tutti le leucemie), neoplasie, supporto all’emopoiesi nei pazienti sottoposti ad alte dosi di chemioterapia e disordini autoimmuni, come il lupus eritematoso e l’artrite reumatoide. Oltre alle terapie già in uso, la ricerca scientifica sta compiendo grandi progressi per ampliare l’uso delle cellule staminali nei trattamenti delle malattie degenerative del sistema nervoso (morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson) a tutt’oggi incurabili, delle malattie del muscolo scheletrico e di quelle a carico del sistema cardiovascolare. In particolare in questi ultimi anni sono comparsi in letteratura studi sulla rigenerazione del tessuto cardiaco infartuato operata dalla cellule staminali. I risultati di queste ricerche sono di considerevole interesse perchè aprono una nuova prospettiva terapeutica, favorendo la neoformazione di cellule cardiache e vascolari in una parte del cuore considerata come assolutamente irrecuperabile. Ma, nonostante i dati finora in nostro possesso confermino un discreto grado di successo nelle procedure di trapianto delle cellule staminali e nell'entità del recupero post-infarto, sono necessari numerosi altri studi per definire con precisione i meccanismi che ne regolano il differenziamento in senso cardiovascolare, al fine di evitare la comparsa di cellule indesiderate con fenotipo di altri tessuti o addirittura con caratteristiche tipiche delle cellule neoplastiche. E' necessario anche assicurare una maggiore sopravvivenza e stabilità a queste cellule durante il loro impiego in laboratorio e nel soggetto ricevente. Poche ricerche hanno inoltre suggerito condizioni ottimali nelle quali le cellule staminali possano essere espanse in laboratorio per ottenere una massa critica utile a garantire un'adeguata rigenerazione del tessuto danneggiato. E' sicuramente necessario studiare anche le tecniche del loro trasferimento chirurgico, o della loro mobilizzazione da depositi situati all'interno dell'organismo, al miocardio infartuato. Il congresso ha lo scopo quindi di portare un importante contributo verso la definizione di questi aspetti, coinvolgendo gruppi di ricerca che possiedono un'ampia esperienza in specifici settori della ricerca (biochimica, biologia molecolare, elettrofisiologia, farmacologia, anatomia patologica, ematologia, cardiologia, cardiochirurgia) disponibili a realizzare cio' che oggi rappresenta poco piu' di una straordinaria prospettiva di progresso medico per migliorare la salute dell'uomo.

Le cellule staminali nella riparazione del miocardio ischemico. Torino, 20-21 febbraio 2004 / G.Alloatti; P.Anversa; C.M.Caldarera; F.Ledda; G.Losano; C.Muscari. - STAMPA. - (2004), pp. 1-65.

Le cellule staminali nella riparazione del miocardio ischemico. Torino, 20-21 febbraio 2004

CALDARERA, CLAUDIO MARCELLO;MUSCARI, CLAUDIO
2004

Abstract

L’impiego terapeutico delle cellule staminali potrebbe portare ad una vera e propria rivoluzione in medicina: dei 30 milioni di malati cronici stimati nel nostro paese, un terzo di essi potrebbero essere curato secondo questa innovativa strategia. Il trapianto di cellule staminali emopoietiche è stato finora utilizzato con successo in svariati casi: disordini dell’apparato emopoietico (primi tra tutti le leucemie), neoplasie, supporto all’emopoiesi nei pazienti sottoposti ad alte dosi di chemioterapia e disordini autoimmuni, come il lupus eritematoso e l’artrite reumatoide. Oltre alle terapie già in uso, la ricerca scientifica sta compiendo grandi progressi per ampliare l’uso delle cellule staminali nei trattamenti delle malattie degenerative del sistema nervoso (morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson) a tutt’oggi incurabili, delle malattie del muscolo scheletrico e di quelle a carico del sistema cardiovascolare. In particolare in questi ultimi anni sono comparsi in letteratura studi sulla rigenerazione del tessuto cardiaco infartuato operata dalla cellule staminali. I risultati di queste ricerche sono di considerevole interesse perchè aprono una nuova prospettiva terapeutica, favorendo la neoformazione di cellule cardiache e vascolari in una parte del cuore considerata come assolutamente irrecuperabile. Ma, nonostante i dati finora in nostro possesso confermino un discreto grado di successo nelle procedure di trapianto delle cellule staminali e nell'entità del recupero post-infarto, sono necessari numerosi altri studi per definire con precisione i meccanismi che ne regolano il differenziamento in senso cardiovascolare, al fine di evitare la comparsa di cellule indesiderate con fenotipo di altri tessuti o addirittura con caratteristiche tipiche delle cellule neoplastiche. E' necessario anche assicurare una maggiore sopravvivenza e stabilità a queste cellule durante il loro impiego in laboratorio e nel soggetto ricevente. Poche ricerche hanno inoltre suggerito condizioni ottimali nelle quali le cellule staminali possano essere espanse in laboratorio per ottenere una massa critica utile a garantire un'adeguata rigenerazione del tessuto danneggiato. E' sicuramente necessario studiare anche le tecniche del loro trasferimento chirurgico, o della loro mobilizzazione da depositi situati all'interno dell'organismo, al miocardio infartuato. Il congresso ha lo scopo quindi di portare un importante contributo verso la definizione di questi aspetti, coinvolgendo gruppi di ricerca che possiedono un'ampia esperienza in specifici settori della ricerca (biochimica, biologia molecolare, elettrofisiologia, farmacologia, anatomia patologica, ematologia, cardiologia, cardiochirurgia) disponibili a realizzare cio' che oggi rappresenta poco piu' di una straordinaria prospettiva di progresso medico per migliorare la salute dell'uomo.
2004
65
Le cellule staminali nella riparazione del miocardio ischemico. Torino, 20-21 febbraio 2004 / G.Alloatti; P.Anversa; C.M.Caldarera; F.Ledda; G.Losano; C.Muscari. - STAMPA. - (2004), pp. 1-65.
G.Alloatti; P.Anversa; C.M.Caldarera; F.Ledda; G.Losano; C.Muscari
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