Il saggio ripercorre la relazione che lungo le coste italiane ha visto le pratiche sociali del turismo balneare incontrarsi con delle specifiche configurazioni architettoniche e urbane. Dopo una prima parte dedicata alla rivoluzionaria “scoperta del mare” (A. Corbin) del XVIII secolo, il saggio si organizza in quattro parti, dedicate, la prima, al turismo aristocratico che investe le coste italiane alla ricerca di rimedi per la salute e per il quale si costruiscono le prime attrazzature sul bordo del mare (Viareggio, Lido di Venezia, Rimini); la seconda, alla diffusione dalla metà del XIX secolo della vacanza balneare ad altre classi sociali, dovuta a mezzi di comunicazione più rapidi come il treno, ed associata alla costruzione lungo le coste italiane di nuovi insediamenti urbani specificatamente dedicati al turismo (Marina di Pisa, Ostia, Milano Marittima); la terza, all’emergere nel periodo tra le due guerre mondiali, dal superamento dell’originaria ragione medica in favore di una dimensione di piacere, connessa allo sport ed alla cura del corpo, che rapidamente si incontra con le proposte dell’avanguardia architettonica (Tirrenia, Castelfusano); la quarta, alla diffusione del turismo di massa e delle pratiche innovative che si generalizzano lungo la fascia quasi ininterrotta che invade le coste italiane, ma che produce anche una serie di progetti di città di nuova fondazione che, pur essendo esterni a politiche pubbliche, rappresenta un terreno di sperimentazione per gli architetti degli anni cinquanta e sessanta (Arenzano, Punta Ala, Lignano, Porto Verde, Manacore, Costa Smeralda).
Riti e paesaggi della vacanza balneare
BALDUCCI, VALTER
2013
Abstract
Il saggio ripercorre la relazione che lungo le coste italiane ha visto le pratiche sociali del turismo balneare incontrarsi con delle specifiche configurazioni architettoniche e urbane. Dopo una prima parte dedicata alla rivoluzionaria “scoperta del mare” (A. Corbin) del XVIII secolo, il saggio si organizza in quattro parti, dedicate, la prima, al turismo aristocratico che investe le coste italiane alla ricerca di rimedi per la salute e per il quale si costruiscono le prime attrazzature sul bordo del mare (Viareggio, Lido di Venezia, Rimini); la seconda, alla diffusione dalla metà del XIX secolo della vacanza balneare ad altre classi sociali, dovuta a mezzi di comunicazione più rapidi come il treno, ed associata alla costruzione lungo le coste italiane di nuovi insediamenti urbani specificatamente dedicati al turismo (Marina di Pisa, Ostia, Milano Marittima); la terza, all’emergere nel periodo tra le due guerre mondiali, dal superamento dell’originaria ragione medica in favore di una dimensione di piacere, connessa allo sport ed alla cura del corpo, che rapidamente si incontra con le proposte dell’avanguardia architettonica (Tirrenia, Castelfusano); la quarta, alla diffusione del turismo di massa e delle pratiche innovative che si generalizzano lungo la fascia quasi ininterrotta che invade le coste italiane, ma che produce anche una serie di progetti di città di nuova fondazione che, pur essendo esterni a politiche pubbliche, rappresenta un terreno di sperimentazione per gli architetti degli anni cinquanta e sessanta (Arenzano, Punta Ala, Lignano, Porto Verde, Manacore, Costa Smeralda).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.