Il saggio ospita l'analisi della distribuzione topografica degli edifici religiosi a Carpi in relazione allo sviluppo dell’assetto urbano. La ricerca è stata condotta con particolare riferimento al periodo che dal IX giunge al XVI secolo, poiché la realizzazione di luoghi di culto cattolici e la fondazione di istituzioni ecclesiastiche durante la successiva dominazione estense non sono intervenute a modificare sostanzialmente la configurazione urbana di Carpi. Nel saggio si procede con la successione cronologica di quelli che sono i “tornanti” dell’evoluzione carpigiana riconducibili ad una specifica azione di coordinamento da parte di chiese e conventi. In un percorso che si snoda nella città storica, ci si sofferma sull’influenza esercitata dall’antica pieve intitolata a Santa Maria, prima sull’impianto castellano (secoli X e XI) e, successivamente, sul piano di sviluppo dei borghi esterni al castrum (secoli XII-XIII); poi, si passa a valutare il ruolo dei primi ordini mendicanti (secoli XIII-XIV) sulla organizzazione dei comparti urbani periferici; infine si inquadra il peso delle fabbriche conventuali sulla promozione di un quartiere o di una contrada nel periodo rinascimentale (secoli XV e XVI). L’elenco di questi tornanti è forzatamente breve, dato che si tratta di fenomeni sedimentati nel territorio urbano in tempi di media e lunga durata, ma è ugualmente significativo perché palesa, già nella sua mera enunciazione, un legame strettissimo tra gli edifici di culto cattolico e l’assetto generale della città storica.
M. GHIZZONI (2004). Appunti per una storia della topografia ecclesistica carpigiana in età medievale. MODENA : Artioli.
Appunti per una storia della topografia ecclesistica carpigiana in età medievale
GHIZZONI, MANUELA
2004
Abstract
Il saggio ospita l'analisi della distribuzione topografica degli edifici religiosi a Carpi in relazione allo sviluppo dell’assetto urbano. La ricerca è stata condotta con particolare riferimento al periodo che dal IX giunge al XVI secolo, poiché la realizzazione di luoghi di culto cattolici e la fondazione di istituzioni ecclesiastiche durante la successiva dominazione estense non sono intervenute a modificare sostanzialmente la configurazione urbana di Carpi. Nel saggio si procede con la successione cronologica di quelli che sono i “tornanti” dell’evoluzione carpigiana riconducibili ad una specifica azione di coordinamento da parte di chiese e conventi. In un percorso che si snoda nella città storica, ci si sofferma sull’influenza esercitata dall’antica pieve intitolata a Santa Maria, prima sull’impianto castellano (secoli X e XI) e, successivamente, sul piano di sviluppo dei borghi esterni al castrum (secoli XII-XIII); poi, si passa a valutare il ruolo dei primi ordini mendicanti (secoli XIII-XIV) sulla organizzazione dei comparti urbani periferici; infine si inquadra il peso delle fabbriche conventuali sulla promozione di un quartiere o di una contrada nel periodo rinascimentale (secoli XV e XVI). L’elenco di questi tornanti è forzatamente breve, dato che si tratta di fenomeni sedimentati nel territorio urbano in tempi di media e lunga durata, ma è ugualmente significativo perché palesa, già nella sua mera enunciazione, un legame strettissimo tra gli edifici di culto cattolico e l’assetto generale della città storica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.