I due decreti di Mileto ratificati in risposta alla lettera di Tolemeo II alla città compongono il ben noto dossier di documenti inciso su una imponente stele di marmo bluastro rinvenuta e collocata originariamente nel santuario cittadino di Apollo accanto ad una statua raffigurante Tolemeo, Theos e Soter (I. Milet I 3, 139). L’epigrafe di Mileto è da tempo unanimemente collocata sul finire degli anni ’60 del III secolo a.C. dopo la fine della guerra cremonidea, alla quale il testo sulla pietra alluderebbe. Qui si propone, in forma di ipotesi, di considerare l’iniziativa milesia dell’horkos collettivo di fedeltà come un evento reso necessario dalla straordinaria circostanza storica del 259 a.C., quando, ribellatosi in Ionia l’erede designato Tolemeo di Lisimaco (il ‘figlio’), Tolemeo II avrebbe inviato a Mileto il proprio figlio Tolemeo (futuro III), ricevendone genuine garanzie circa la resistenza della città e la tenuta dell’antico patto di philia kai symmachia. Il giuramento civico al cospetto di quest’ultimo si spiegherebbe con l’urgenza del rinnovato consenso di una città, in breve tempo attaccata e corteggiata da esponenti della famiglia lagide, e con l’opportunità di una comunicazione diplomatica vigorosa. Alla efficacia performativa di un atto linguistico pronunciato davanti al figlio del re Mileto aggiunse l’istituzione regolare di un giuramento efebico arricchito di contenuti. La collocazione della stele nel santuario apollineo cittadino, accanto alla già esistente statua di Tolemeo Theos e Soter, asseriva la posizione di Tolemeo II all’interno della città e della città rispetto al sovrano.

Il giuramento civico di Mileto, il figlio di Tolemeo II e il potere del linguaggio in I. Milet I 3, 139.

BENCIVENNI, ALICE
2013

Abstract

I due decreti di Mileto ratificati in risposta alla lettera di Tolemeo II alla città compongono il ben noto dossier di documenti inciso su una imponente stele di marmo bluastro rinvenuta e collocata originariamente nel santuario cittadino di Apollo accanto ad una statua raffigurante Tolemeo, Theos e Soter (I. Milet I 3, 139). L’epigrafe di Mileto è da tempo unanimemente collocata sul finire degli anni ’60 del III secolo a.C. dopo la fine della guerra cremonidea, alla quale il testo sulla pietra alluderebbe. Qui si propone, in forma di ipotesi, di considerare l’iniziativa milesia dell’horkos collettivo di fedeltà come un evento reso necessario dalla straordinaria circostanza storica del 259 a.C., quando, ribellatosi in Ionia l’erede designato Tolemeo di Lisimaco (il ‘figlio’), Tolemeo II avrebbe inviato a Mileto il proprio figlio Tolemeo (futuro III), ricevendone genuine garanzie circa la resistenza della città e la tenuta dell’antico patto di philia kai symmachia. Il giuramento civico al cospetto di quest’ultimo si spiegherebbe con l’urgenza del rinnovato consenso di una città, in breve tempo attaccata e corteggiata da esponenti della famiglia lagide, e con l’opportunità di una comunicazione diplomatica vigorosa. Alla efficacia performativa di un atto linguistico pronunciato davanti al figlio del re Mileto aggiunse l’istituzione regolare di un giuramento efebico arricchito di contenuti. La collocazione della stele nel santuario apollineo cittadino, accanto alla già esistente statua di Tolemeo Theos e Soter, asseriva la posizione di Tolemeo II all’interno della città e della città rispetto al sovrano.
2013
Parole in movimento. Linguaggio politico e lessico storiografico nel mondo ellenistico. Atti del Convegno Internazionale Roma, 21-23 febbraio 2011. Studi Ellenistici XXVII.
299
315
Alice Bencivenni
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