Una grande sfida è stata posta all’etica umanitaria dalle mete prefissate dal programma ONU denominato “Millennium Goal”. Le istituzioni sovra-nazionali hanno indicato dieci fini da raggiungere entro il 2015 con lo scopo di portare pace ed uguaglianza tra i popoli. Il programma è stato siglato nel 2000, ma duole constatare che già a metà del percorso non solo non si sono potuti notare progressi, ma si può presumere con una certa sicurezza che le mete non saranno raggiunte. O saranno raggiunte solo in parte. Al momento attuale, la prima di esse e la più basilare ossia la riduzione della fame nel mondo, è seriamente minacciata per una serie di fattori contingenti che vengono ad aggiungersi a carenze strutturali. Si sta assistendo infatti ad un cambiamento epocale che dopo quarant’anni di una felice fase di riduzione delle spese per gli alimenti vede un incredibile, quanto rapido aumento dei prezzi delle derrate agricole, dovuti a cali produttivi generati dall’aumento della temperatura e quindi della siccità nonché da eventi meteorologici catastrofici che hanno toccato aree vaste e molto popolate, con incidenti che vanno dallo tsunami in Oriente agli uragani Rita e Katrina fino all’ultimo Nargis che ha colpito la Birmania. Nello stesso tempo si stanno riducendo le scorte alimentari e gli aiuti internazionali, infatti secondo dati dell’OCSE, i trasferimenti dai paesi ricchi a quelli poveri sono diminuiti dell’8,4% per due anni consecutivi. (Development Co-operation Report 2007). A ciò si aggiunge il fattore contingente dei provvedimenti legislativi a livello europeo ed americano miranti a introdurre nei carburanti sostanze bioenergetiche derivanti in particolare dai cereali più diffusi, secondo quote progressivamente crescenti che in Europa sono determinate nella misura del 5%, ma dovranno toccare il 10% nel 2020. A ciò si lega la speculazione sui futures legati ai cereali che ha preso slancio in seguito al crollo dei principali titoli borsistici.

Dalla fame di cereali alla fame di energia: il cappio per i paesi poveri

GALVANI, ADRIANA
2009

Abstract

Una grande sfida è stata posta all’etica umanitaria dalle mete prefissate dal programma ONU denominato “Millennium Goal”. Le istituzioni sovra-nazionali hanno indicato dieci fini da raggiungere entro il 2015 con lo scopo di portare pace ed uguaglianza tra i popoli. Il programma è stato siglato nel 2000, ma duole constatare che già a metà del percorso non solo non si sono potuti notare progressi, ma si può presumere con una certa sicurezza che le mete non saranno raggiunte. O saranno raggiunte solo in parte. Al momento attuale, la prima di esse e la più basilare ossia la riduzione della fame nel mondo, è seriamente minacciata per una serie di fattori contingenti che vengono ad aggiungersi a carenze strutturali. Si sta assistendo infatti ad un cambiamento epocale che dopo quarant’anni di una felice fase di riduzione delle spese per gli alimenti vede un incredibile, quanto rapido aumento dei prezzi delle derrate agricole, dovuti a cali produttivi generati dall’aumento della temperatura e quindi della siccità nonché da eventi meteorologici catastrofici che hanno toccato aree vaste e molto popolate, con incidenti che vanno dallo tsunami in Oriente agli uragani Rita e Katrina fino all’ultimo Nargis che ha colpito la Birmania. Nello stesso tempo si stanno riducendo le scorte alimentari e gli aiuti internazionali, infatti secondo dati dell’OCSE, i trasferimenti dai paesi ricchi a quelli poveri sono diminuiti dell’8,4% per due anni consecutivi. (Development Co-operation Report 2007). A ciò si aggiunge il fattore contingente dei provvedimenti legislativi a livello europeo ed americano miranti a introdurre nei carburanti sostanze bioenergetiche derivanti in particolare dai cereali più diffusi, secondo quote progressivamente crescenti che in Europa sono determinate nella misura del 5%, ma dovranno toccare il 10% nel 2020. A ciò si lega la speculazione sui futures legati ai cereali che ha preso slancio in seguito al crollo dei principali titoli borsistici.
2009
Una vita per la Geografia. Scritti in onore di Piero Dagradi
357
376
Galvani A
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