Il ‘filo rosso' che collega i filoni di ricerca confluiti in questo consorzio va individuato nell'incessante rimodellamento che coinvolge l'oggetto lingua a tutti i suoi livelli: vuoi come acquisizione della competenza matura, a partire dal nocciolo di potenzialità rappresentato dalla facoltà di linguaggio di cui sono dotati tutti gli esseri umani (acquisizione di L1); vuoi come acquisizione di una nuova competenza linguistica, che si interseca con quella nativa (acquisizione di L2); vuoi infine come evoluzione diacronica. Da ciò deriva una concezione eminentemente poliedrica dello studio linguistico, fondata sull'imprescindibile interazione tra diverse componenti. I meccanismi della variazione diacronica, ossia i criteri e le strategie che la "regolano", non possono essere compresi senza riferirsi anche ad altre dimensioni: quelle stesse che sono state tematizzate dal consorzio. Per maggior agio dei valutatori, le linee portanti della ricerca saranno raggruppate sotto tre etichette riassuntive, identificate dalle sigle alfabetiche (A,B,C), cui verrà fatto costante riferimento nei progetti delle singole Unità di ricerca: A: acquisizione di L1 B: acquisizione di L2 C: mutamento diacronico. In sintesi, il consorzio si propone di studiare: A) I meccanismi dell'acquisizione di L1. Questi ultimi appaiono presieduti, secondo l'insegnamento di Joseph Greenberg, da puntuali tendenze tipologiche. Le restrizioni di marcatezza sono sempre, latentemente, all'opera e contribuiscono ad incanalare lo sviluppo linguistico lungo sentieri che, seppure non rigidamente prefissati, delimitano l'ambito del possibile. Per il bambino, il compito consisterà dunque nel disattivare talune tendenze (regolate da principi di marcatezza), per appropriarsi delle strutture della lingua bersaglio. La maturazione della sua competenza linguistica avverrà attraverso stadi di successivo affinamento, attraverso i quali verrà via via ritagliata la gamma di comportamenti tipici della grammatica adulta. Per ciò che attiene, per es., alla semantica tempo-aspettuale, lo sviluppo consisterà, soprattutto nel districare le categorie cognitive inizialmente sottodeterminate, correlandole alle possibilità espressive offerte dalla lingua-bersaglio. B) I meccanismi dell'acquisizione di L2. Non dissimile è il compito dell'adulto che apprende una seconda lingua; sia pure con la complicazione di dover modificare le abitudini acquisite, adattandole alla nuova lingua-bersaglio. Anche in tal caso, peraltro, l'apprendente soggiace non di rado a tenaci condizionamenti di marcatezza, quali quelli che si lasciano ad es. osservare sotto forma di temporanei "peggioramenti" della prestazione linguistica (autentiche fasi di riassestamento della grammatica in via di elaborazione). Inoltre, in prospettiva tipologica, lo studio dell'apprendimento di una L2 può fornire, attraverso l'ispezione delle restrizioni cui esso soggiace, importanti spunti in vista della definizione della nozione di lingua possibile. A ciò si aggiunga il caso dei bilingui precoci, per i quali si pone il problema ulteriore di mantener distinti i due codici. In questo caso, la sfida per il ricercatore consisterà nel valutare il grado di interferenza tra le due grammatiche, e l'eventuale predominanza dell'una sull'altra. C) I meccanismi del mutamento diacronico. Occorre distinguere tra due aspetti fondamentali. Per quanto riguarda l'evoluzione dei fatti "formali" - per es., l'evoluzione che conduce una lingua del tipo nominativo/accusativo a sviluppare una struttura ergativa - possiamo supporre che esista una modalità di variazione non dissimile, forse, da quella che agisce a livello biologico. Chiunque sia l'iniziatore del processo di trasformazione della grammatica (il bambino ovvero, a seconda delle teorie, l'adulto medesimo), si deve ritenere che alcuni parametri della grammatica vengano opportunamente rifissati: o per imperfetta trasmissione, o per interferenza di codici concorrenti. E ciò non senza ulteriori effetti a cascata su altri livelli, dato che la variazione sintattica non si esplica in vacuo, ma interagisce con ogni altro componente della struttura linguistica. Per quanto invece attiene alla variazione fonologica, morfologica e lessicale, acquista fondamentale importanza, secondo la magistrale lezione di William Labov, il confronto con la dimensione sincronica, sotto forma di studio della variazione "diastratica" e "diatopica". Nella nostra ricerca ci soffermeremo soprattutto su quest'ultima, legata all'attrito fra gruppi di parlanti vicini e mutuamente consapevoli delle differenze, pur nel possesso di un codice linguistico sostanzialmente unitario. Da tutto ciò discendono i principali obiettivi per la ricerca intrapresa da questo consorzio: >>> Confrontare e correlare alcune fondamentali proprietà, messe in luce: i) dallo studio tipologico, ii) dalla linguistica storica, dalle ricerche acquisizionali di L1 e L2 (ivi considerando anche il problema del bilinguismo precoce, autentico ponte tra i due ambiti). >>> Confrontare aspetti salienti della variazione linguistica ai vari livelli strutturali, avvalendosi anche delle possibilità offerte dalle reti neurali, che consentono la simulazione di specifici comportamenti linguistici (apprendimento, stabilizzazione di paradigmi, rotture di simmetria e riorganizzazioni sistemiche). >>> Confrontare il mutamento diacronico propriamente inteso con le dinamiche sociolinguistiche in atto entro specifiche comunità di parlanti. E' ferma intenzione di questo consorzio affrontare in maniera coordinata i temi sopra indicati, nella convinzione che essi costituiscano altrettante facce del medesimo problema. La coarticolazione non si affermerà soltanto attraverso tappe di verifica comune (seminari congiunti, un convegno a conclusione del lavoro), ma si evidenzierà fin dall'inizio attraverso la diffusa condivisione dei medesimi temi. Come emergerà dal seguito (cf. "descrizione del programma"), ciascuna Unità condividerà con altre i propri ambiti di lavoro, a garanzia di un'autentica sinergia.
Pier Marco Bertinetto, Mario Vayra, Anna Giacalone Ramat, Stefania Giannini, Giovanna Marotta. (2007). PRIN 2005 - MIUR: Programmi di Ricerca scientifica di Rilevante Interesse Nazionale. Titolo del progetto nazionale: “Acquisizione linguistica e variazione (diacronica e diatopica)". Titolo del progetto locale: "Fonologia e acquisizione linguistica. In che modo l'esperienza della lingua materna plasma la percezione e la produzione del linguaggio nel bambino?".
PRIN 2005 - MIUR: Programmi di Ricerca scientifica di Rilevante Interesse Nazionale. Titolo del progetto nazionale: “Acquisizione linguistica e variazione (diacronica e diatopica)". Titolo del progetto locale: "Fonologia e acquisizione linguistica. In che modo l'esperienza della lingua materna plasma la percezione e la produzione del linguaggio nel bambino?"
VAYRA, MARIO;
2007
Abstract
Il ‘filo rosso' che collega i filoni di ricerca confluiti in questo consorzio va individuato nell'incessante rimodellamento che coinvolge l'oggetto lingua a tutti i suoi livelli: vuoi come acquisizione della competenza matura, a partire dal nocciolo di potenzialità rappresentato dalla facoltà di linguaggio di cui sono dotati tutti gli esseri umani (acquisizione di L1); vuoi come acquisizione di una nuova competenza linguistica, che si interseca con quella nativa (acquisizione di L2); vuoi infine come evoluzione diacronica. Da ciò deriva una concezione eminentemente poliedrica dello studio linguistico, fondata sull'imprescindibile interazione tra diverse componenti. I meccanismi della variazione diacronica, ossia i criteri e le strategie che la "regolano", non possono essere compresi senza riferirsi anche ad altre dimensioni: quelle stesse che sono state tematizzate dal consorzio. Per maggior agio dei valutatori, le linee portanti della ricerca saranno raggruppate sotto tre etichette riassuntive, identificate dalle sigle alfabetiche (A,B,C), cui verrà fatto costante riferimento nei progetti delle singole Unità di ricerca: A: acquisizione di L1 B: acquisizione di L2 C: mutamento diacronico. In sintesi, il consorzio si propone di studiare: A) I meccanismi dell'acquisizione di L1. Questi ultimi appaiono presieduti, secondo l'insegnamento di Joseph Greenberg, da puntuali tendenze tipologiche. Le restrizioni di marcatezza sono sempre, latentemente, all'opera e contribuiscono ad incanalare lo sviluppo linguistico lungo sentieri che, seppure non rigidamente prefissati, delimitano l'ambito del possibile. Per il bambino, il compito consisterà dunque nel disattivare talune tendenze (regolate da principi di marcatezza), per appropriarsi delle strutture della lingua bersaglio. La maturazione della sua competenza linguistica avverrà attraverso stadi di successivo affinamento, attraverso i quali verrà via via ritagliata la gamma di comportamenti tipici della grammatica adulta. Per ciò che attiene, per es., alla semantica tempo-aspettuale, lo sviluppo consisterà, soprattutto nel districare le categorie cognitive inizialmente sottodeterminate, correlandole alle possibilità espressive offerte dalla lingua-bersaglio. B) I meccanismi dell'acquisizione di L2. Non dissimile è il compito dell'adulto che apprende una seconda lingua; sia pure con la complicazione di dover modificare le abitudini acquisite, adattandole alla nuova lingua-bersaglio. Anche in tal caso, peraltro, l'apprendente soggiace non di rado a tenaci condizionamenti di marcatezza, quali quelli che si lasciano ad es. osservare sotto forma di temporanei "peggioramenti" della prestazione linguistica (autentiche fasi di riassestamento della grammatica in via di elaborazione). Inoltre, in prospettiva tipologica, lo studio dell'apprendimento di una L2 può fornire, attraverso l'ispezione delle restrizioni cui esso soggiace, importanti spunti in vista della definizione della nozione di lingua possibile. A ciò si aggiunga il caso dei bilingui precoci, per i quali si pone il problema ulteriore di mantener distinti i due codici. In questo caso, la sfida per il ricercatore consisterà nel valutare il grado di interferenza tra le due grammatiche, e l'eventuale predominanza dell'una sull'altra. C) I meccanismi del mutamento diacronico. Occorre distinguere tra due aspetti fondamentali. Per quanto riguarda l'evoluzione dei fatti "formali" - per es., l'evoluzione che conduce una lingua del tipo nominativo/accusativo a sviluppare una struttura ergativa - possiamo supporre che esista una modalità di variazione non dissimile, forse, da quella che agisce a livello biologico. Chiunque sia l'iniziatore del processo di trasformazione della grammatica (il bambino ovvero, a seconda delle teorie, l'adulto medesimo), si deve ritenere che alcuni parametri della grammatica vengano opportunamente rifissati: o per imperfetta trasmissione, o per interferenza di codici concorrenti. E ciò non senza ulteriori effetti a cascata su altri livelli, dato che la variazione sintattica non si esplica in vacuo, ma interagisce con ogni altro componente della struttura linguistica. Per quanto invece attiene alla variazione fonologica, morfologica e lessicale, acquista fondamentale importanza, secondo la magistrale lezione di William Labov, il confronto con la dimensione sincronica, sotto forma di studio della variazione "diastratica" e "diatopica". Nella nostra ricerca ci soffermeremo soprattutto su quest'ultima, legata all'attrito fra gruppi di parlanti vicini e mutuamente consapevoli delle differenze, pur nel possesso di un codice linguistico sostanzialmente unitario. Da tutto ciò discendono i principali obiettivi per la ricerca intrapresa da questo consorzio: >>> Confrontare e correlare alcune fondamentali proprietà, messe in luce: i) dallo studio tipologico, ii) dalla linguistica storica, dalle ricerche acquisizionali di L1 e L2 (ivi considerando anche il problema del bilinguismo precoce, autentico ponte tra i due ambiti). >>> Confrontare aspetti salienti della variazione linguistica ai vari livelli strutturali, avvalendosi anche delle possibilità offerte dalle reti neurali, che consentono la simulazione di specifici comportamenti linguistici (apprendimento, stabilizzazione di paradigmi, rotture di simmetria e riorganizzazioni sistemiche). >>> Confrontare il mutamento diacronico propriamente inteso con le dinamiche sociolinguistiche in atto entro specifiche comunità di parlanti. E' ferma intenzione di questo consorzio affrontare in maniera coordinata i temi sopra indicati, nella convinzione che essi costituiscano altrettante facce del medesimo problema. La coarticolazione non si affermerà soltanto attraverso tappe di verifica comune (seminari congiunti, un convegno a conclusione del lavoro), ma si evidenzierà fin dall'inizio attraverso la diffusa condivisione dei medesimi temi. Come emergerà dal seguito (cf. "descrizione del programma"), ciascuna Unità condividerà con altre i propri ambiti di lavoro, a garanzia di un'autentica sinergia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


