L’interesse per la democrazia deliberativa e la sua applicazione nei processi partecipativi continua a crescere da diversi decenni ormai. D’altra parte la valutazione empirica dei processi partecipativi, in particolare declinati secondo la teoria deliberativa, ha faticato a tenere il passo con questi sviluppi (Burton 2009). Eppure una valutazione è utile e necessaria: l’applicazione della teoria nella prassi sociale deve dimostrare il proprio ‘valore aggiunto’ rispetto ad altre modalità di decisione e di coinvolgimento nelle arene pubbliche se vuole andare oltre la ristretta sfera dei ‘true believers’. La teoria della democrazia deliberativa è basata su ambiziosi assunti prescrittivi; tali postulati necessitano peraltro di un’azione sistematica di valutazione in grado di verificare empiricamente la qualità dei processi che ad essi fanno riferimento. L’affermarsi di innovazioni - più o meno istituzionalizzate - naturalmente è affidato ai processi storici; ma una valutazione attenta e circostanziata offre un contributo importante alla riflessione circa l’utilità sociale di un’innovazione come quella prospettata dalla teoria e dalla prassi deliberativa. L’intento di questo capitolo è di proporre un framework, uno schema di valutazione dei processi partecipativi di stampo deliberativo (p/d), che mira a trovare un punto di equilibrio, al contempo efficace ed efficiente, tra due divergenti esigenze: la capacità di offrire un quadro di elementi valutativi sufficientemente esaustivo, senza essere eccessivamente esigente in termini di risorse richieste. Dopo un’analisi dello ‘stato dell’arte’ delle riflessioni sulla valutazione dei processi p/d disponibili nella non abbondante letteratura sul tema, il presente contributo propone dunque un framework illustrandolo tramite l’applicazione ai casi considerati in questo volume, per concludere infine con alcune indicazioni in merito all’impiego ‘sul campo’ dello schema. La valutazione in questo contesto consiste in un’attività conoscitiva, empiricamente fondata, che si pone il compito di produrre giudizi in merito ai risultati di un processo partecipativo/deliberativo. A supplemento di questa definizione di valutazione, occorre precisare tre ordini di questioni relative specificamente al framework qui proposto. La prima questione riguarda l’evaluando, ovvero che cosa viene valutato; oggetto della valutazione possono infatti essere o i singoli eventi partecipativi o piuttosto i percorsi; qui vengono considerati i processi deliberativi nel loro insieme. In secondo luogo, più che a fornire meramente un giudizio ‘riepilogativo’ (summative evaluation, cfr. Lippi 2007, p. 78), il framework viene proposto in una prospettiva di formative evaluation, secondo cui la valutazione è finalizzata a innescare processi di apprendimento sociale e organizzativo inducendo quindi progressivi aggiustamenti che consentano di migliorare le pratiche partecipative (Vecchi, 2001 pp. 232 e 288). Connessa al punto precedente è una terza questione, che riguarda il momento in cui viene effettuata la valutazione rispetto al processo partecipativo, ovvero il quando valutare. La valutazione è in genere associata a un’attività ex post, ma vi è anche un’attività di valutazione in itinere orientata alla correzione ‘in corso d’opera’ (il che presuppone interesse a monitorarne lo svolgimento da parte di chi gestisce il processo), come pure una valutazione ex ante finalizzata alla progettazione di processi partecipativi/deliberativi prima che abbiano inizio (Frewer et al. 2001, 14). Le considerazioni qui esposte riguardano prevalentemente la valutazione ex post , ma in parte possono essere adattate anche a quella in itinere, mentre si prestano solo parzialmente alla valutazione ex ante.

Valutare la partecipazione: una proposta theory-based e user-oriented

LEWANSKI, RODOLFO
2013

Abstract

L’interesse per la democrazia deliberativa e la sua applicazione nei processi partecipativi continua a crescere da diversi decenni ormai. D’altra parte la valutazione empirica dei processi partecipativi, in particolare declinati secondo la teoria deliberativa, ha faticato a tenere il passo con questi sviluppi (Burton 2009). Eppure una valutazione è utile e necessaria: l’applicazione della teoria nella prassi sociale deve dimostrare il proprio ‘valore aggiunto’ rispetto ad altre modalità di decisione e di coinvolgimento nelle arene pubbliche se vuole andare oltre la ristretta sfera dei ‘true believers’. La teoria della democrazia deliberativa è basata su ambiziosi assunti prescrittivi; tali postulati necessitano peraltro di un’azione sistematica di valutazione in grado di verificare empiricamente la qualità dei processi che ad essi fanno riferimento. L’affermarsi di innovazioni - più o meno istituzionalizzate - naturalmente è affidato ai processi storici; ma una valutazione attenta e circostanziata offre un contributo importante alla riflessione circa l’utilità sociale di un’innovazione come quella prospettata dalla teoria e dalla prassi deliberativa. L’intento di questo capitolo è di proporre un framework, uno schema di valutazione dei processi partecipativi di stampo deliberativo (p/d), che mira a trovare un punto di equilibrio, al contempo efficace ed efficiente, tra due divergenti esigenze: la capacità di offrire un quadro di elementi valutativi sufficientemente esaustivo, senza essere eccessivamente esigente in termini di risorse richieste. Dopo un’analisi dello ‘stato dell’arte’ delle riflessioni sulla valutazione dei processi p/d disponibili nella non abbondante letteratura sul tema, il presente contributo propone dunque un framework illustrandolo tramite l’applicazione ai casi considerati in questo volume, per concludere infine con alcune indicazioni in merito all’impiego ‘sul campo’ dello schema. La valutazione in questo contesto consiste in un’attività conoscitiva, empiricamente fondata, che si pone il compito di produrre giudizi in merito ai risultati di un processo partecipativo/deliberativo. A supplemento di questa definizione di valutazione, occorre precisare tre ordini di questioni relative specificamente al framework qui proposto. La prima questione riguarda l’evaluando, ovvero che cosa viene valutato; oggetto della valutazione possono infatti essere o i singoli eventi partecipativi o piuttosto i percorsi; qui vengono considerati i processi deliberativi nel loro insieme. In secondo luogo, più che a fornire meramente un giudizio ‘riepilogativo’ (summative evaluation, cfr. Lippi 2007, p. 78), il framework viene proposto in una prospettiva di formative evaluation, secondo cui la valutazione è finalizzata a innescare processi di apprendimento sociale e organizzativo inducendo quindi progressivi aggiustamenti che consentano di migliorare le pratiche partecipative (Vecchi, 2001 pp. 232 e 288). Connessa al punto precedente è una terza questione, che riguarda il momento in cui viene effettuata la valutazione rispetto al processo partecipativo, ovvero il quando valutare. La valutazione è in genere associata a un’attività ex post, ma vi è anche un’attività di valutazione in itinere orientata alla correzione ‘in corso d’opera’ (il che presuppone interesse a monitorarne lo svolgimento da parte di chi gestisce il processo), come pure una valutazione ex ante finalizzata alla progettazione di processi partecipativi/deliberativi prima che abbiano inizio (Frewer et al. 2001, 14). Le considerazioni qui esposte riguardano prevalentemente la valutazione ex post , ma in parte possono essere adattate anche a quella in itinere, mentre si prestano solo parzialmente alla valutazione ex ante.
2013
La qualità della deliebrazione. Processi dialogici tra cittadini
277
322
Lewanski R.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/152937
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