Il lavoro progettuale e artigianale di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) nel campo dello spettacolo è studiato per la prima volta in maniera organica in questo volume. Oltre che scenografo, scenotecnico e apparatore di feste, Bernini fu anche attore e autore di teatro, capocomico, perfino committente e, negli ultimi anni, impresario di commedie per musica. Praticò dunque tutti i mestieri della scena. E questo a Roma, che era giudicata all’epoca il «gran teatro del mondo» e in un secolo, il Seicento, in cui per la prima volta si ha una piena coscienza dell’importanza e delle infinite possibilità offerte dallo spettacolo. Per le stesse ragioni, per l’inquietante attrazione che poteva esercitare sulle coscienze, quel teatro era considerato, dai più, temibile e infido. I ricchissimi repertori di immagini e documenti della festa, le fonti relative ai grandi spettacoli barberiniani e le cronache delle commedie trovarono in Bernini un protagonista che, sul crinale di un gioco affascinante e pericoloso, valendosi di uno straordinario e multiforme talento e anche di un innegabile carisma personale, pareva divertirsi a sfidare le più alte personalità di governo (anche i nipoti del papa e perfino il papa), mettendo in discussione ogni autorità, ogni convenzione di genere e ogni regola precostituita. Il libro si raccomanda per la ricchezza della prospettiva e l’approfondimento di tutte le tematiche spettacolari, in un contesto in cui i dati letterari, artistici, storici e teatrali vivono in reciproca osmosi.
Elena Tamburini (2012). Gian Lorenzo Bernini e il teatro dell'Arte. Firenze : Casa editrice Le Lettere.
Gian Lorenzo Bernini e il teatro dell'Arte
TAMBURINI, ELENA
2012
Abstract
Il lavoro progettuale e artigianale di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) nel campo dello spettacolo è studiato per la prima volta in maniera organica in questo volume. Oltre che scenografo, scenotecnico e apparatore di feste, Bernini fu anche attore e autore di teatro, capocomico, perfino committente e, negli ultimi anni, impresario di commedie per musica. Praticò dunque tutti i mestieri della scena. E questo a Roma, che era giudicata all’epoca il «gran teatro del mondo» e in un secolo, il Seicento, in cui per la prima volta si ha una piena coscienza dell’importanza e delle infinite possibilità offerte dallo spettacolo. Per le stesse ragioni, per l’inquietante attrazione che poteva esercitare sulle coscienze, quel teatro era considerato, dai più, temibile e infido. I ricchissimi repertori di immagini e documenti della festa, le fonti relative ai grandi spettacoli barberiniani e le cronache delle commedie trovarono in Bernini un protagonista che, sul crinale di un gioco affascinante e pericoloso, valendosi di uno straordinario e multiforme talento e anche di un innegabile carisma personale, pareva divertirsi a sfidare le più alte personalità di governo (anche i nipoti del papa e perfino il papa), mettendo in discussione ogni autorità, ogni convenzione di genere e ogni regola precostituita. Il libro si raccomanda per la ricchezza della prospettiva e l’approfondimento di tutte le tematiche spettacolari, in un contesto in cui i dati letterari, artistici, storici e teatrali vivono in reciproca osmosi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.