Il volume indaga sui rapporti che si sono andati intrecciando - lungo il periodo che va dall'ultimo decennio dell'Ottocento al 1940 - tra imprenditori, banchieri, manager e determinate figure di avvocati privatisti: gli avvocati d'impresa, qui studiati nella doppia declinazione di consulenti esterni (la tematica è esaminata nel cap. Il consulente legale)e di responsabili degli uffici legali di banche e imprese (nel cap. Gli uffici legali vengono esaminate le esperienze fatte da alcuni stituti di credito e aziende industriali). Ne emerge, in primo luogo, la precoce affermazione in Italia di un avvocato specializzato nel diritto dell'economia che, lungi dal mostrare pregiudizi nei confronti del mondo degli affari, proprio dal suo rapporto con le imprese trae legittimazione e potere, sociale ed economico, conservando indipendenza e autonomia (le varianti di questo "modello" sono sintetizzate nelle biografie di Camillo Giussani e di Vittorio Rolandi Ricci presentate nel cap. L'élite degli avvocati d'affari tra notabilato e impresa). In secondo luogo, la ricostruzione della definizione dello status-ruolo dell'avvocato stipendiato all'interno delle imprese mette in luce anche sotto questo profilo come la modernizzazione dell'economia abbia concorso a delineare una nuova figura di operatore del diritto. Di fronte a un vuoto storiografico - non esistono ricerche esaustive su questo tema nel panorama storiografico italiano -, la ricerca è stato condotta su una grande quantità di fonti sinora pressoché inesplorate e di non facile accesso, come la documentazione di archivi storici di istituti di credito (Banca commerciale italiana, Banca d'Italia, Banca nazionale del lavoro, Banco di Roma, Credito italiano) e di imprese (Ansaldo, IRI,Pirelli). [recensione di: I. Zanni Rosiello "Le Carte e la storia", 1/2011, p. 176; A. Polsi "Il mestiere di storico", 2/2011, p. 197]
Alessandra Cantagalli (2010). Avvocati, banche e imprese 1890-1940. Bologna : Il Mulino.
Avvocati, banche e imprese 1890-1940
CANTAGALLI, ALESSANDRA
2010
Abstract
Il volume indaga sui rapporti che si sono andati intrecciando - lungo il periodo che va dall'ultimo decennio dell'Ottocento al 1940 - tra imprenditori, banchieri, manager e determinate figure di avvocati privatisti: gli avvocati d'impresa, qui studiati nella doppia declinazione di consulenti esterni (la tematica è esaminata nel cap. Il consulente legale)e di responsabili degli uffici legali di banche e imprese (nel cap. Gli uffici legali vengono esaminate le esperienze fatte da alcuni stituti di credito e aziende industriali). Ne emerge, in primo luogo, la precoce affermazione in Italia di un avvocato specializzato nel diritto dell'economia che, lungi dal mostrare pregiudizi nei confronti del mondo degli affari, proprio dal suo rapporto con le imprese trae legittimazione e potere, sociale ed economico, conservando indipendenza e autonomia (le varianti di questo "modello" sono sintetizzate nelle biografie di Camillo Giussani e di Vittorio Rolandi Ricci presentate nel cap. L'élite degli avvocati d'affari tra notabilato e impresa). In secondo luogo, la ricostruzione della definizione dello status-ruolo dell'avvocato stipendiato all'interno delle imprese mette in luce anche sotto questo profilo come la modernizzazione dell'economia abbia concorso a delineare una nuova figura di operatore del diritto. Di fronte a un vuoto storiografico - non esistono ricerche esaustive su questo tema nel panorama storiografico italiano -, la ricerca è stato condotta su una grande quantità di fonti sinora pressoché inesplorate e di non facile accesso, come la documentazione di archivi storici di istituti di credito (Banca commerciale italiana, Banca d'Italia, Banca nazionale del lavoro, Banco di Roma, Credito italiano) e di imprese (Ansaldo, IRI,Pirelli). [recensione di: I. Zanni Rosiello "Le Carte e la storia", 1/2011, p. 176; A. Polsi "Il mestiere di storico", 2/2011, p. 197]I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.