Il Chinotto (Citrus × myrtifolia) è un agrume del genere Citrus (famiglia Rutaceae) coltivato in Italia, principalmente in Liguria, Toscana, Lazio e Sicilia, ma le cui origini non sono ancora state accertate. La pianta produce piccoli frutti amari, tradizionalmente usati per preparare bevande, sciroppi, confetture, canditi oppure come frutti interi conservati sotto spirito. L’impiego prevalente riguarda la produzione dell'omonima bevanda, commercializzata infatti con il nome di “Chinotto”. Lo scopo dello studio è la valutazione delle proprietà nutraceutiche del chinotto mediante l’analisi di importanti composti ad azione benefica sulla salute dell’uomo, tra cui le cumarine. Particolare attenzione sta suscitando recentemente l’auraptene (7-((E)-3,7-dimetilotta-2,6-dienilossi)-2Hcromen-2-one) che ha dimostrato potenziali azioni preventive nell'insorgenza di alcuni tipi di tumori, come melanoma, carcinoma epatico, mammario e colon-rettale. L’auraptene sembra inoltre possedere proprietà antinfiammatorie e antiossidanti che potrebbero svolgere un ruolo determinante nell'azione chemiopreventiva. Altre cumarine, come l’umbelliferone (7-idrossicromen-2-one), sembrano possedere interessanti attività biologiche, tra cui quella antinfiammatoria e chemiopreventiva. A tale scopo si stanno mettendo a punto metodi HPLC per l’identificazione e la determinazione quantitativa di auraptene, umbelliferone e altri marker del potere nutraceutico sia dei frutti di Citrus × myrtifolia sia di diverse bevande e prodotti commerciali da essi preparati. L’analisi delle cumarine può inoltre essere utilizzata per individuare possibili frodi commerciali, permettendo di verificare l’effettivo utilizzo del frutto o dei suoi estratti, piuttosto che di semplici aromi, nelle bevande commercializzate con il nome di “Chinotto”. Il procedimento d’analisi si basa sull’impiego dell’HPLC con rivelazione spettrofotometrica (UV), spettrofluorimetrica (F) e accoppiata a spettrometria di massa (MS/MS), utilizzando come fase stazionaria una colonna C18 a fase inversa e come fase mobile una miscela composta da tampone fosfato e acetonitrile. Il metodo è rapido e di semplice esecuzione, come pure il pretrattamento dei campioni, e i risultati ottenuti finora sono soddisfacenti, pertanto la metodica sembra essere promettente per la valutazione delle proprietà nutraceutiche dei frutti di chinotto e per il controllo di qualità di bevande e prodotti commerciali.

Laura Mercolini, Roberto Mandrioli, Michele Protti, Vittorio Sorella, Francesco Valle, Maria Augusta Raggi (2012). Proprietà nutraceutiche del chinotto: analisi di cumarine e altri marker. Milano : SINut - Società Italiana di Nutraceutica.

Proprietà nutraceutiche del chinotto: analisi di cumarine e altri marker

MANDRIOLI, ROBERTO;SORELLA, VITTORIO;RAGGI, MARIA AUGUSTA
2012

Abstract

Il Chinotto (Citrus × myrtifolia) è un agrume del genere Citrus (famiglia Rutaceae) coltivato in Italia, principalmente in Liguria, Toscana, Lazio e Sicilia, ma le cui origini non sono ancora state accertate. La pianta produce piccoli frutti amari, tradizionalmente usati per preparare bevande, sciroppi, confetture, canditi oppure come frutti interi conservati sotto spirito. L’impiego prevalente riguarda la produzione dell'omonima bevanda, commercializzata infatti con il nome di “Chinotto”. Lo scopo dello studio è la valutazione delle proprietà nutraceutiche del chinotto mediante l’analisi di importanti composti ad azione benefica sulla salute dell’uomo, tra cui le cumarine. Particolare attenzione sta suscitando recentemente l’auraptene (7-((E)-3,7-dimetilotta-2,6-dienilossi)-2Hcromen-2-one) che ha dimostrato potenziali azioni preventive nell'insorgenza di alcuni tipi di tumori, come melanoma, carcinoma epatico, mammario e colon-rettale. L’auraptene sembra inoltre possedere proprietà antinfiammatorie e antiossidanti che potrebbero svolgere un ruolo determinante nell'azione chemiopreventiva. Altre cumarine, come l’umbelliferone (7-idrossicromen-2-one), sembrano possedere interessanti attività biologiche, tra cui quella antinfiammatoria e chemiopreventiva. A tale scopo si stanno mettendo a punto metodi HPLC per l’identificazione e la determinazione quantitativa di auraptene, umbelliferone e altri marker del potere nutraceutico sia dei frutti di Citrus × myrtifolia sia di diverse bevande e prodotti commerciali da essi preparati. L’analisi delle cumarine può inoltre essere utilizzata per individuare possibili frodi commerciali, permettendo di verificare l’effettivo utilizzo del frutto o dei suoi estratti, piuttosto che di semplici aromi, nelle bevande commercializzate con il nome di “Chinotto”. Il procedimento d’analisi si basa sull’impiego dell’HPLC con rivelazione spettrofotometrica (UV), spettrofluorimetrica (F) e accoppiata a spettrometria di massa (MS/MS), utilizzando come fase stazionaria una colonna C18 a fase inversa e come fase mobile una miscela composta da tampone fosfato e acetonitrile. Il metodo è rapido e di semplice esecuzione, come pure il pretrattamento dei campioni, e i risultati ottenuti finora sono soddisfacenti, pertanto la metodica sembra essere promettente per la valutazione delle proprietà nutraceutiche dei frutti di chinotto e per il controllo di qualità di bevande e prodotti commerciali.
2012
Atti del 3° Congresso Nazionale della SINut (Società Italiana di Nutraceutica)
58
58
Laura Mercolini, Roberto Mandrioli, Michele Protti, Vittorio Sorella, Francesco Valle, Maria Augusta Raggi (2012). Proprietà nutraceutiche del chinotto: analisi di cumarine e altri marker. Milano : SINut - Società Italiana di Nutraceutica.
Laura Mercolini; Roberto Mandrioli; Michele Protti; Vittorio Sorella; Francesco Valle; Maria Augusta Raggi
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