In seguito all’entrata in vigore in Italia della legge 40/2004 che vieta il congelamento degli embrioni sviluppati in programmi di fertilizzazione in vitro e embrio-transfer (FIV-ET), la crioconservazione degli ovociti rappresenta l’unica alternativa per utilizzare al massimo una stimolazione ovarica: gli ovociti sopranumerari possono essere, infatti, congelati per evitare alla paziente di sottoporsi a cicli successivi di induzione dell’ovulazione multipla. La crioconservazione degli ovociti è inoltre particolarmente utile per le pazienti a rischio di iperstimolazione ovarica in cui è sconsigliabile il trasferimento embrionale su ciclo “fresco”: gli ovociti possono essere congelati ed utilizzati in un successivo ciclo differito. La crioconservazione degli ovociti permette infine di preservare la fertilità di donne a rischio di fallimento ovarico precoce per cause genetiche, patologie pelviche, come cisti ovariche, endometriosi, infezioni ricorrenti, o in seguito a trattamenti chemio- e radioterapici che determinano la distruzione del patrimonio germinale. Inizialmente, la crioconservazione dei gameti femminili ha incontrato notevoli difficoltà tecniche a causa delle caratteristiche peculiari e dell’alto contenuto di acqua dell’ovocita. Al fine di ottimizzare i risultati clinici, nel corso degli anni, sono stati messi a punto diversi protocolli e metodiche di crioconservazione che hanno portato nell’ultimo decennio ad un notevole incremento delle nascite. La crioconservazione degli ovociti rappresenta ad oggi una procedura fondamentale nelle tecniche di riproduzione assistita (ART) e non dovrebbe essere più considerata una tecnica sperimentale. In questo capitolo è riportata una revisione sistematica dei più importanti studi presenti in letteratura sulla crioconservazione degli ovociti evidenziando i progressi dei risultati clinici e le caratteristiche tecniche delle due procedure attualmente disponibili: il congelamento lento/scongelamento rapido (slow freezing/rapid thawing, SF/RT) e la vitrificazione/riscaldamento (vitrification/warming, V/W).
Fabbri R, Vicenti R, Macciocca M (2012). Crioconservazione degli ovociti. Roma : Carocci Faber Editore.
Crioconservazione degli ovociti
FABBRI, RAFFAELLA;VICENTI, ROSSELLA;MACCIOCCA, MARIA
2012
Abstract
In seguito all’entrata in vigore in Italia della legge 40/2004 che vieta il congelamento degli embrioni sviluppati in programmi di fertilizzazione in vitro e embrio-transfer (FIV-ET), la crioconservazione degli ovociti rappresenta l’unica alternativa per utilizzare al massimo una stimolazione ovarica: gli ovociti sopranumerari possono essere, infatti, congelati per evitare alla paziente di sottoporsi a cicli successivi di induzione dell’ovulazione multipla. La crioconservazione degli ovociti è inoltre particolarmente utile per le pazienti a rischio di iperstimolazione ovarica in cui è sconsigliabile il trasferimento embrionale su ciclo “fresco”: gli ovociti possono essere congelati ed utilizzati in un successivo ciclo differito. La crioconservazione degli ovociti permette infine di preservare la fertilità di donne a rischio di fallimento ovarico precoce per cause genetiche, patologie pelviche, come cisti ovariche, endometriosi, infezioni ricorrenti, o in seguito a trattamenti chemio- e radioterapici che determinano la distruzione del patrimonio germinale. Inizialmente, la crioconservazione dei gameti femminili ha incontrato notevoli difficoltà tecniche a causa delle caratteristiche peculiari e dell’alto contenuto di acqua dell’ovocita. Al fine di ottimizzare i risultati clinici, nel corso degli anni, sono stati messi a punto diversi protocolli e metodiche di crioconservazione che hanno portato nell’ultimo decennio ad un notevole incremento delle nascite. La crioconservazione degli ovociti rappresenta ad oggi una procedura fondamentale nelle tecniche di riproduzione assistita (ART) e non dovrebbe essere più considerata una tecnica sperimentale. In questo capitolo è riportata una revisione sistematica dei più importanti studi presenti in letteratura sulla crioconservazione degli ovociti evidenziando i progressi dei risultati clinici e le caratteristiche tecniche delle due procedure attualmente disponibili: il congelamento lento/scongelamento rapido (slow freezing/rapid thawing, SF/RT) e la vitrificazione/riscaldamento (vitrification/warming, V/W).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.