La difficoltà di includere il termine droga entro rigidi confini definitori è ben descritta dalle parole di Cipolla [2007] che, in risposta alla domanda «la droga, come tale, esiste? E cos’è?» sostiene che «la droga non esiste nel senso che sono dati tanti tipi di sostanze psicoattive che incidono direttamente sul nostro cervello a vario titolo ed in vari modi, le quali, però, sono quasi tutte molto lontane tra di loro per legittimazione e giustificazione sociale, per funzione, per modalità di assunzione, per luogo e contesto di consumo, per diffusione potenziale e reale, per conseguenze a breve e lungo termine e così via» [Ibidem: 12]. In questo contributo, il vasto tema delle sostanze psicoattive viene sviluppato in riferimento all’ambito familiare, e anche questo rapporto, appare complesso e multilaterale: infatti è possibile prendere in esame il rapporto tra tossicodipendenze e famiglia di origine ma anche quello tra tossicodipendenze e famiglia costituita. Inoltre all’interno di un nucleo familiare sono diverse le figure che possono vivere problemi di tossicodipendenza: padre, madre, marito, moglie, figli. Ognuna di queste figure all’interno della famiglia ricopre diversi ruoli, così che anche l’uso/abuso di sostanze psicoattive assume caratteristiche, dinamiche e conseguenze diverse a seconda del membro coinvolto. In questa sede si intende prendere in considerazione il consumo di sostanze illegali tra le figure genitoriali da una parte e i figli dall’altra e, in particolare, volendoci soffermare sul solo universo femminile, a cui è dedicato l’intero volume, saranno oggetto di studio le madri e le figlie. Nella prima parte si cercherà di analizzare il rapporto tra sostanze psicoattive e donne nel ruolo di madri, mentre successivamente quello tra sostanze e donne nel loro ruolo di figlie. Per entrambi si cercherà di mettere in luce le implicazioni, non solo individuali ma, anche, sociali e familiari, per concludere con il confronto tra queste due generazioni, tra le quali si possono trovare differenze, così come analogie. Il contributo sarà arricchito da stralci significativi di interviste effettuate tra donne, madri e figlie appunto, che hanno prestato disponibilità a raccontare le loro diverse storie di uso e abuso di sostanze. Al fine di conoscere più da vicino, senza però aver pretese di rappresentare in toto un mondo così complesso e variegato come quello qui affrontato, sono state condotte 5 interviste a donne dai 19 ai 37 anni. Le interviste, durante le quali erano presenti le due sole figure di intervistato e intervistatore, sono state condotte in un incontro avvenuto presso la comunità di recupero nella quale tutte le donne si trovavano in trattamento e hanno avuto una durata media di 20 minuti ciascuna.

Manca A. (2013). Madri, figlie, stupefacenti. milano : FRANCOANGELI.

Madri, figlie, stupefacenti

MANCA, ALESSIA
2013

Abstract

La difficoltà di includere il termine droga entro rigidi confini definitori è ben descritta dalle parole di Cipolla [2007] che, in risposta alla domanda «la droga, come tale, esiste? E cos’è?» sostiene che «la droga non esiste nel senso che sono dati tanti tipi di sostanze psicoattive che incidono direttamente sul nostro cervello a vario titolo ed in vari modi, le quali, però, sono quasi tutte molto lontane tra di loro per legittimazione e giustificazione sociale, per funzione, per modalità di assunzione, per luogo e contesto di consumo, per diffusione potenziale e reale, per conseguenze a breve e lungo termine e così via» [Ibidem: 12]. In questo contributo, il vasto tema delle sostanze psicoattive viene sviluppato in riferimento all’ambito familiare, e anche questo rapporto, appare complesso e multilaterale: infatti è possibile prendere in esame il rapporto tra tossicodipendenze e famiglia di origine ma anche quello tra tossicodipendenze e famiglia costituita. Inoltre all’interno di un nucleo familiare sono diverse le figure che possono vivere problemi di tossicodipendenza: padre, madre, marito, moglie, figli. Ognuna di queste figure all’interno della famiglia ricopre diversi ruoli, così che anche l’uso/abuso di sostanze psicoattive assume caratteristiche, dinamiche e conseguenze diverse a seconda del membro coinvolto. In questa sede si intende prendere in considerazione il consumo di sostanze illegali tra le figure genitoriali da una parte e i figli dall’altra e, in particolare, volendoci soffermare sul solo universo femminile, a cui è dedicato l’intero volume, saranno oggetto di studio le madri e le figlie. Nella prima parte si cercherà di analizzare il rapporto tra sostanze psicoattive e donne nel ruolo di madri, mentre successivamente quello tra sostanze e donne nel loro ruolo di figlie. Per entrambi si cercherà di mettere in luce le implicazioni, non solo individuali ma, anche, sociali e familiari, per concludere con il confronto tra queste due generazioni, tra le quali si possono trovare differenze, così come analogie. Il contributo sarà arricchito da stralci significativi di interviste effettuate tra donne, madri e figlie appunto, che hanno prestato disponibilità a raccontare le loro diverse storie di uso e abuso di sostanze. Al fine di conoscere più da vicino, senza però aver pretese di rappresentare in toto un mondo così complesso e variegato come quello qui affrontato, sono state condotte 5 interviste a donne dai 19 ai 37 anni. Le interviste, durante le quali erano presenti le due sole figure di intervistato e intervistatore, sono state condotte in un incontro avvenuto presso la comunità di recupero nella quale tutte le donne si trovavano in trattamento e hanno avuto una durata media di 20 minuti ciascuna.
2013
Droghe al femminile
107
121
Manca A. (2013). Madri, figlie, stupefacenti. milano : FRANCOANGELI.
Manca A.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/148993
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