Quest’opera rinnova l’approccio alla finalità e, più in generale, alle relazioni tra processi o relazioni transfrastiche. Le relazioni transfrastiche non sono descritte come contenuti di tipi di proposizioni subordinate, ma come relazioni concettuali aperte a un ricco ventaglio di mezzi di espressione: oltre alla frase complessa – privilegiata negli approcci tradizionali come in quelli più recenti – si indagano le strategie di ordine testuale, fondate sulla coerenza dei concetti e sulla disponibilità di mezzi coesivi. All’opposizione tradizionale tra causa e fine, giustificata tautologicamente a partire dalla differenza tra due forme di proposizione subordinata, si sostituisce quella tra causa fenomenica e motivo dell’azione, che porta a riconoscere nel fine un tipo di motivo, dall’orientamento prospettivo e coincidente con il contenuto di un’intenzione. I capitoli centrali sono dedicati all’espressione linguistica della finalità in italiano, e in particolare alla descrizione delle tre famiglie principali di termini predicativi: le metafore spaziali e della visione (come fine, scopo, obiettivo, vista), i predicati della sfera dell’intenzione (intenzione, volontà, progetto ecc.) e i predicati di sentimento (da desiderio a sogno). Le condizioni dell’impiego di ciascun predicato sono descritte con grande precisione, sulla base di esempi autentici tratti da corpora linguistici. La descrizione sincronica è completata dalla ricostruzione storica dello sviluppo delle diverse costruzioni. La conclusione traccia un bilancio sintetico del legame tra la finalità e l’azione umana: la sintassi fine delle espressioni rivela le trame concettuali condivise sulle quali facciamo affidamento per parlare delle nostre azioni.
M. Prandi, G. Gross, C. De Santis (2005). La finalità. Strutture concettuali e forme di espressione in italiano. FIRENZE : Leo S. Olschki.
La finalità. Strutture concettuali e forme di espressione in italiano
PRANDI, MICHELE;DE SANTIS, CRISTIANA
2005
Abstract
Quest’opera rinnova l’approccio alla finalità e, più in generale, alle relazioni tra processi o relazioni transfrastiche. Le relazioni transfrastiche non sono descritte come contenuti di tipi di proposizioni subordinate, ma come relazioni concettuali aperte a un ricco ventaglio di mezzi di espressione: oltre alla frase complessa – privilegiata negli approcci tradizionali come in quelli più recenti – si indagano le strategie di ordine testuale, fondate sulla coerenza dei concetti e sulla disponibilità di mezzi coesivi. All’opposizione tradizionale tra causa e fine, giustificata tautologicamente a partire dalla differenza tra due forme di proposizione subordinata, si sostituisce quella tra causa fenomenica e motivo dell’azione, che porta a riconoscere nel fine un tipo di motivo, dall’orientamento prospettivo e coincidente con il contenuto di un’intenzione. I capitoli centrali sono dedicati all’espressione linguistica della finalità in italiano, e in particolare alla descrizione delle tre famiglie principali di termini predicativi: le metafore spaziali e della visione (come fine, scopo, obiettivo, vista), i predicati della sfera dell’intenzione (intenzione, volontà, progetto ecc.) e i predicati di sentimento (da desiderio a sogno). Le condizioni dell’impiego di ciascun predicato sono descritte con grande precisione, sulla base di esempi autentici tratti da corpora linguistici. La descrizione sincronica è completata dalla ricostruzione storica dello sviluppo delle diverse costruzioni. La conclusione traccia un bilancio sintetico del legame tra la finalità e l’azione umana: la sintassi fine delle espressioni rivela le trame concettuali condivise sulle quali facciamo affidamento per parlare delle nostre azioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.