Tecnocrazia e democrazia nella determinazione e gestione dell'indirizzo politico

Lo studio di fattibilità mira a costituire un network di studiosi, appartenenti ad atenei e centri di ricerca nazionali e internazionali, volta ad esaminare con sistematicità l'attuale ruolo della decisione tecnocratica nella definizione delle politiche pubbliche e nelle dinamiche di produzione normativa. La ricerca consisterà in uno studio dell'influenza, sull'indirizzo politico nazionale, di istituzioni come IL FMI e la BCE: lo studio dovrà tener conto tanto del dato normativo che riguarda queste istituzioni, quanto delle prassi effettivamente seguite da esse. La ricerca sarà rivolta non solo ai fattori di “tecnocratizzazione” della decisione politica che potremmo definire esogeni, come quelli derivanti dalle istituzioni dell'economia globale o dalla partecipazione all'UE, ma anche ai fattori endogeni. Anche all'interno dello Stato, e non solo a livello internazionale, sembra infatti che i detentori del sapere tecnico-scientifico siano sempre più spesso chiamati a definire non solo i mezzi ma anche i fini dell'azione sociale: si pensi alla questione sempre attuale della legittimazione delle Autorità amministrative indipendenti o ai c.d. Governi tecnici. La parte analitica sarà seguita da una valutazione critica della compatibilità dei risultati ottenuti con il tradizionale modello dell'esercizio democratico del potere. Se ineluttabile dovesse essere considerata la tecnocratizzazione della decisione pubblica, con un parziale vulnus per la rappresentanza politica, occorre chiedersi se e in quale modo lo status quo possa essere reso maggiormente compatibile con i principi dello stato liberal-democratico: ad esempio accrescendo il ruolo internazionale dei Parlamenti nazionali o aumentando la trasparenza dei processi decisionali degli organi tecnici, secondo l'idea della democrazia come potere visibile.