L’epidemiologia delle zoonosi parassitarie di origine ittica ha subito importanti cambiamenti negli ultimi anni a livello mondiale. Sebbene in alcune aree geografiche la loro prevalenza sia diminuita fortemente a seguito di fattori quali lo sviluppo socio-economico, l’urbanizzazione, l’applicazione di procedure di ispezione degli alimenti e di sanitizzazione degli scarichi fognari, le campagne di educazione sanitaria ed il crescente utilizzo di fertilizzanti chimici, in altre si continua a registrare la persistenza o addirittura l’emergenza o ri-emergenza di alcune zoonosi parassitarie di origine ittica. In Italia in particolare si è assistito alla recente emergenza di casi umani di Opistorchiasi da Opisthorchis felineus e ad una recrudescenza della Difillobotriasi sostenuta dal cestode Diphyllobothrium latum. La persistenza di quest’ultima zoonosi indica come nel nostro paese sussistano le condizioni utili al mantenimento del ciclo biologico di D. latum, individuabili soprattutto nella mancata applicazione di idonei mezzi di trattamento dei reflui fognari, visto che l’uomo ne rappresenta l’ospite definitivo elettivo. Le abitudini alimentari che comprendono il consumo di prodotti ittici dulciacquicoli crudi o poco cotti, marinati o affumicati a freddo, rappresentano il fattore di rischio primario nella trasmissione di questi parassiti zoonosici all’uomo. Nell’ambito di un progetto di ricerca corrente inerente l’epidemiologia della Difillobotriasi in Italia, si è condotto uno studio volto a definire i valori di prevalenza ed intensità d’infestazione delle larve plerocercoidi di D. latum in pesci persico pescati durante il biennio 2010-2011 in quattro zone diverse del Lago di Como (Lecco, Bellagio, Laglio e Menaggio). Nel corso dello studio si sono condotte inoltre osservazioni volte a mettere in evidenza la distribuzione delle larve plerocercoidi nei filetti di pesce persico (Perca fluviatilis). La ricerca delle larve plerocercoidi nel muscolo è stata condotta mediante esame visivo diretto e tramite transilluminatore. Sono stati esaminati in totale 390 pesci persico, 42 soggetti pescati presso Lecco, 183 presso Bellagio, 24 presso Laglio e 141 presso Menaggio. Le prevalenze per larve plerocercoidi di D. latum sono state: 14,29% a Lecco, 35,52%, a Bellagio, 20,83% a Laglio e 25,53% a Menaggio. Nei 112 soggetti positivi sono state riscontrate in totale 164 larve plerocercoidi. L’intensità di infestazione è variata da 1 a 4 larve/ospite, con un’intensità media pari a 1,46. Andando a valutare la distribuzione delle larve nel filetto, si è osservato come il numero presente nel filetto di destra fosse pressoché sovrapponibile a quello delle larve localizzate nel filetto di sinistra (85 vs 79). Per quanto concerne invece il numero di larve presenti nelle porzioni dorsali rispetto a quelle ventrali, si è osservata una differenza notevole (144 vs 20). Considerando la distribuzione delle larve nelle porzioni anteriori e posteriori della muscolatura epiassiale, si è rilevato come il numero fosse sensibilmente maggiore nella porzione anteriore (90 vs 54). Nella muscolatura ipoassiale non si sono osservate differenze di rilievo tra il numero di larve localizzate nelle porzioni anteriori e quelle rinvenute nelle porzioni posteriori, anche se il rapporto è risultato essere inverso (7 vs 13) rispetto a quanto rilevato nel filetto dorsale. Questi dati confermano che nel pesce persico la migrazione dei parassiti avverrebbe soprattutto a livello del primo tratto intestinale, con successivo sviluppo e localizzazione delle larve plerocercoidi laddove le masse muscolari sono particolarmente sviluppate (porzioni anteriori della muscolatura epiassiale), con maggiore possibilità di successo di trasmissione a seguito del consumo di filetti di pesce persico crudi o poco cotti.

DISTRIBUZIONE DELLE LARVE PLEROCERCOIDI DI DIPHYLLOBOTHRIUM LATUM NEL FILETTO DI PESCE PERSICO (PERCA FLUVIATILIS)

GUSTINELLI, ANDREA;CAFFARA, MONICA;FIORAVANTI, MARIALETIZIA
2012

Abstract

L’epidemiologia delle zoonosi parassitarie di origine ittica ha subito importanti cambiamenti negli ultimi anni a livello mondiale. Sebbene in alcune aree geografiche la loro prevalenza sia diminuita fortemente a seguito di fattori quali lo sviluppo socio-economico, l’urbanizzazione, l’applicazione di procedure di ispezione degli alimenti e di sanitizzazione degli scarichi fognari, le campagne di educazione sanitaria ed il crescente utilizzo di fertilizzanti chimici, in altre si continua a registrare la persistenza o addirittura l’emergenza o ri-emergenza di alcune zoonosi parassitarie di origine ittica. In Italia in particolare si è assistito alla recente emergenza di casi umani di Opistorchiasi da Opisthorchis felineus e ad una recrudescenza della Difillobotriasi sostenuta dal cestode Diphyllobothrium latum. La persistenza di quest’ultima zoonosi indica come nel nostro paese sussistano le condizioni utili al mantenimento del ciclo biologico di D. latum, individuabili soprattutto nella mancata applicazione di idonei mezzi di trattamento dei reflui fognari, visto che l’uomo ne rappresenta l’ospite definitivo elettivo. Le abitudini alimentari che comprendono il consumo di prodotti ittici dulciacquicoli crudi o poco cotti, marinati o affumicati a freddo, rappresentano il fattore di rischio primario nella trasmissione di questi parassiti zoonosici all’uomo. Nell’ambito di un progetto di ricerca corrente inerente l’epidemiologia della Difillobotriasi in Italia, si è condotto uno studio volto a definire i valori di prevalenza ed intensità d’infestazione delle larve plerocercoidi di D. latum in pesci persico pescati durante il biennio 2010-2011 in quattro zone diverse del Lago di Como (Lecco, Bellagio, Laglio e Menaggio). Nel corso dello studio si sono condotte inoltre osservazioni volte a mettere in evidenza la distribuzione delle larve plerocercoidi nei filetti di pesce persico (Perca fluviatilis). La ricerca delle larve plerocercoidi nel muscolo è stata condotta mediante esame visivo diretto e tramite transilluminatore. Sono stati esaminati in totale 390 pesci persico, 42 soggetti pescati presso Lecco, 183 presso Bellagio, 24 presso Laglio e 141 presso Menaggio. Le prevalenze per larve plerocercoidi di D. latum sono state: 14,29% a Lecco, 35,52%, a Bellagio, 20,83% a Laglio e 25,53% a Menaggio. Nei 112 soggetti positivi sono state riscontrate in totale 164 larve plerocercoidi. L’intensità di infestazione è variata da 1 a 4 larve/ospite, con un’intensità media pari a 1,46. Andando a valutare la distribuzione delle larve nel filetto, si è osservato come il numero presente nel filetto di destra fosse pressoché sovrapponibile a quello delle larve localizzate nel filetto di sinistra (85 vs 79). Per quanto concerne invece il numero di larve presenti nelle porzioni dorsali rispetto a quelle ventrali, si è osservata una differenza notevole (144 vs 20). Considerando la distribuzione delle larve nelle porzioni anteriori e posteriori della muscolatura epiassiale, si è rilevato come il numero fosse sensibilmente maggiore nella porzione anteriore (90 vs 54). Nella muscolatura ipoassiale non si sono osservate differenze di rilievo tra il numero di larve localizzate nelle porzioni anteriori e quelle rinvenute nelle porzioni posteriori, anche se il rapporto è risultato essere inverso (7 vs 13) rispetto a quanto rilevato nel filetto dorsale. Questi dati confermano che nel pesce persico la migrazione dei parassiti avverrebbe soprattutto a livello del primo tratto intestinale, con successivo sviluppo e localizzazione delle larve plerocercoidi laddove le masse muscolari sono particolarmente sviluppate (porzioni anteriori della muscolatura epiassiale), con maggiore possibilità di successo di trasmissione a seguito del consumo di filetti di pesce persico crudi o poco cotti.
2012
Atti del XVIII Convegno Nazionale della Società Italiana di Patologia Ittica S.I.P.I.
47
47
Prearo M.; Gustinelli A.; Di Donfrancesco B.; Caffara M.; Righetti M.; Scanzio T.; Pavoletti E.; Fioravanti M.L.
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