A distanza di un secolo dalla morte di Giovanni Pascoli si percepisce, forse ancora meglio che in passato, il rilievo che la sua poesia rappresenta per la cultura italiana, non solo in àmbito strettamente letterario, ma anche per essersi insediata nell’immaginario collettivo, favorita dalla massima popolarità di certi suoi componimenti insegnati fin dalla scuola elementare a molte generazioni del Novecento. A questo proposito, è stato detto autorevolmente che le sue opere sono tra quelle che più hanno contribuito a “fare gli italiani”. È questa la ragione che ha indotto l’Università di Bologna a organizzare il convegno tenutosi a Bologna dal 2 al 4 aprile 2012, di cui questo volume pubblica gli Atti, invitando i relatori a fare il punto su ciò che ha significato e significa oggi la figura di Pascoli. Articolato in quattro sedute, nella prima si è inteso far luce sulla ricezione pascoliana della storia, con contributi sull’assimilazione del mondo antico, del Medioevo, del Risorgimento e su quanto questa interpretazione si sia radicata nell’immaginario degli Italiani. Nelle due sessioni successive sono indagati i miti personali della famiglia, espressi con i simboli del nido, della donna e della casa, e i miti collettivi dell’esotismo orientale e della gloria, con estensioni ai mezzi espressivi del teatro e della musica. Infine nell’ultima tornata l’attenzione si è concentrata su Pascoli professore, indagato per quello che ha insegnato nei suoi corsi universitari, come autore di antologie scolastiche, latine e italiane, e per ciò che ha detto nelle sue prolusioni accademiche. Il momento più rilevante del convegno è coinciso con la conferenza di Seamus Heaney, il poeta irlandese Premio Nobel 1995 per la Letteratura, grande ammiratore di Pascoli, che proprio in occasione della sua venuta a Bologna ha tradotto una serie di poesie di Pascoli.

Pascoli e l'immaginario degli italiani. Convegno internazionale di studi.

BATTISTINI, ANDREA;BAZZOCCHI, MARCO ANTONIO;RUOZZI, GINO
2013

Abstract

A distanza di un secolo dalla morte di Giovanni Pascoli si percepisce, forse ancora meglio che in passato, il rilievo che la sua poesia rappresenta per la cultura italiana, non solo in àmbito strettamente letterario, ma anche per essersi insediata nell’immaginario collettivo, favorita dalla massima popolarità di certi suoi componimenti insegnati fin dalla scuola elementare a molte generazioni del Novecento. A questo proposito, è stato detto autorevolmente che le sue opere sono tra quelle che più hanno contribuito a “fare gli italiani”. È questa la ragione che ha indotto l’Università di Bologna a organizzare il convegno tenutosi a Bologna dal 2 al 4 aprile 2012, di cui questo volume pubblica gli Atti, invitando i relatori a fare il punto su ciò che ha significato e significa oggi la figura di Pascoli. Articolato in quattro sedute, nella prima si è inteso far luce sulla ricezione pascoliana della storia, con contributi sull’assimilazione del mondo antico, del Medioevo, del Risorgimento e su quanto questa interpretazione si sia radicata nell’immaginario degli Italiani. Nelle due sessioni successive sono indagati i miti personali della famiglia, espressi con i simboli del nido, della donna e della casa, e i miti collettivi dell’esotismo orientale e della gloria, con estensioni ai mezzi espressivi del teatro e della musica. Infine nell’ultima tornata l’attenzione si è concentrata su Pascoli professore, indagato per quello che ha insegnato nei suoi corsi universitari, come autore di antologie scolastiche, latine e italiane, e per ciò che ha detto nelle sue prolusioni accademiche. Il momento più rilevante del convegno è coinciso con la conferenza di Seamus Heaney, il poeta irlandese Premio Nobel 1995 per la Letteratura, grande ammiratore di Pascoli, che proprio in occasione della sua venuta a Bologna ha tradotto una serie di poesie di Pascoli.
2013
280
A. Battistini; M.A. Bazzocchi; G. Ruozzi
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