Per sorveglianza epidemiologica intendiamo, adottando tra le tante definizioni generali reperibili quella dell’OMS, “una metodologia operativa basata sulla raccolta continua e sistematica, sull’analisi e sull’interpretazione di dati relativi alla situazione sanitaria di una popolazione, necessari alla programmazione, all’attuazione e alla valutazione degli interventi”. Da questa definizione discendono alcune importanti considerazioni. In primo luogo va sottolineato il carattere di continuità e di stretto collegamento con le concrete attività degli operatori sanitari che connaturano le attività di sorveglianza. Proprio questa caratteristica di continuità permette di generare nuove informazioni sulla natura e sull’andamento dei fenomeni sanitari, di definire le reti di causalità a essi associati, di individuare precocemente le deviazioni o gli eventi inattesi che si stanno verificando, di stabilire le priorità di intervento. Altra considerazione rilevante è che le attività di sorveglianza devono essere attivate solo in funzione di un’azione o di una necessità specifica. In altri termini, sono inutili e rappresentano anzi uno spreco di risorse, se svolte indipendentemente dalla possibilità di eventuali azioni successive ai risultati ottenuti. Operare in termini di sorveglianza significa pianificare le attività dei servizi sanitari in funzione dell’ottimizzazione delle risorse disponibili e generare le basi conoscitive per supportare processi decisionali.
Martini M., Ostanello F. (2013). Sorveglianza epidemiologica veterinaria. Bologna : BUP (Bononia University Press).
Sorveglianza epidemiologica veterinaria
OSTANELLO, FABIO
2013
Abstract
Per sorveglianza epidemiologica intendiamo, adottando tra le tante definizioni generali reperibili quella dell’OMS, “una metodologia operativa basata sulla raccolta continua e sistematica, sull’analisi e sull’interpretazione di dati relativi alla situazione sanitaria di una popolazione, necessari alla programmazione, all’attuazione e alla valutazione degli interventi”. Da questa definizione discendono alcune importanti considerazioni. In primo luogo va sottolineato il carattere di continuità e di stretto collegamento con le concrete attività degli operatori sanitari che connaturano le attività di sorveglianza. Proprio questa caratteristica di continuità permette di generare nuove informazioni sulla natura e sull’andamento dei fenomeni sanitari, di definire le reti di causalità a essi associati, di individuare precocemente le deviazioni o gli eventi inattesi che si stanno verificando, di stabilire le priorità di intervento. Altra considerazione rilevante è che le attività di sorveglianza devono essere attivate solo in funzione di un’azione o di una necessità specifica. In altri termini, sono inutili e rappresentano anzi uno spreco di risorse, se svolte indipendentemente dalla possibilità di eventuali azioni successive ai risultati ottenuti. Operare in termini di sorveglianza significa pianificare le attività dei servizi sanitari in funzione dell’ottimizzazione delle risorse disponibili e generare le basi conoscitive per supportare processi decisionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.